«Troppi morti per tumore, ora indagate su Cerano»
BRINDISI — Dal momento che l'inquinamento esiste - sia nel terreno sia in falda - e che i loro campi non possono essere più coltivati dallo scorso luglio, vogliono sapere chi ha inquinato. E vogliono sapere anche per quale motivo, se esistono preoccupazioni per la salute pubblica derivante dai prodotti da loro coltivati, se anche loro corrono dei rischi. E vogliono conoscere il motivo per cui esistono decine di casi di tumore all'ombra della centrale termoelettrica Brindisi sud. Gli agricoltori di Cerano, che da luglio dello scorso anno hanno perso il loro lavoro e, ogni forma di sostentamento, si rivolgono alla procura della procura della Repubblica.
Ieri, accompagnati dai legali Vincenzo Farina e Giovanni Brigante, e rappresentati dalle associazioni Codiamsa e Agricoltura ambiente e natura, hanno depositato all'ufficio registro generale della procura della Repubblica di Brindisi un dettagliato esposto.
Gli agricoltori non contestano l'ordinanza emessa a suo tempo dal sindaco Domenico Mennitti, ma vogliono vederci chiaro, capire chi ha inquinato e, una volta stabilite le responsabilità, che si adottino le misure opportune. «Il dato di fondo dicono gli avvocati Farina e Brigante - è che di fatto, da otto mesi c'è una sorta di balletto in atto sulla verifica della presenza o meno del fenomeno su quei terreni.
Oggi i contadini dicono basta e chiedono che la magistratura nei tempi che le sono più consoni proceda all'accertamento delle responsabilità anche con l'adozione di quelle misure cautelari di natura reale che possano essere necessarie per l'accertamento dei fatti esposti». Nell'esposto i legali hanno allegato gli studi condotti da Medicina democratica e hanno chiesto l'acquisizione di tutta l'attività statistica svolta dalla divisione oncologica dai medici del Perrino di Brindisi insieme con i medici di base di Tuturano che misero in connessione alcune patologie quali il tumore alla vescica con l'inalazione di determinate particelle presenti nel carbone utilizzato dalla centrale fino a non molto tempo fa.
Tra le richieste dei legali quella di verificare se possano essere ravvisati estremi di reato che vanno dal getto di sostanze pericolose al disastro colposo, dall'inquinamento ambientale alle lesioni colpose patite dagli agricoltori accertamento l'esistenza del nesso di causalità con l'inquinamento presente. E, nel caso sussistano gli estremi di reato, gli agricoltori chiedono il sequestro del nastro trasportatore e di quanto altro produce immissioni nocive.
Allegati all'esposto le storie cliniche di alcuni agricoltori (alcuni dei quali deceduti) che negli anni si sono ammalati, tra l'altro, di leucemia linfatica cronica, carcinoma basocellulare multicentrico ulcerato, neoplasie alla vescica, neoplasie prostatiche, metastasi polmonari.
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