Ferriera, diossine più che dimezzate
Diossine più che dimezzate e quattro volte inferiori ai limiti di legge sono state misurate nelle ultime emissioni dal camino E 5 in cui vengono convogliati i fumi dell’impianto di agglomerazione della Ferriera di Servola.
È questo il risultato più che positivo ottenuto dai tecnici nella terza campagna di prove disposta dal giudice Massimo Tomassini che sta gestendo dal 2005 le modalità di sequestro dello stesso impianto di agglomerazione di cui è stata da tempo disposta una gestione «sperimentale», diretta ad abbattere le percentuali di diossina che finiscono nell’atmosfera.
Le ultime prove conclusesi nel dicembre scorso, hanno dimostrato che con una precisa e accurata conduzione dell’impianto, i valori di diossina possono essere ricondotti anche a valori di ben dieci volte inferiori a quanto stabilito dai parametri della legge nazionale e a quattro volte inferiori a quelli più restrittivi imposti dal Decreto emesso dalla Regione Friuli Venezia Giulia il 16 marzo 2005.
Secondo le misure effettuate nello scorso dicembre dal professor Marco Boscolo, perito del Tribunale, la quantità di diossina uscita dal camino E5 ha raggiunto un valore di 0,0988 nanogrammi per metro cubo, quattro volte inferiore al limite di 0,400 nanogrammi fissato dalla Regione.
Ma tutta la sperimentazione in cui è stata mischiata calce idrata al minerale di ferro, al calcare, all’olivina e al coke fine, ha raggiunto risultati più che lusinghieri.
I risultati ottenuti saranno discussi venerdì in un’aula del Tribunale dove il giudice Massimo Tomassini dovrà decidere se autorizzare o meno il gruppo siderurgico ad aumentare la velocità dell’impianto di agglomerazione adottando tutti i parametri emersi nel corso della terza campagna di prove.
L’esito della sperimentazione voluta sia dal pm Federico Frezza che aveva ottenuto il sequestro dell’impianto il 3 agosto 2005, sia dai legali del gruppo Lucchini gli avvocati Giovanni Borgna e Giuseppe Frigo, altre a consentire un definitivo e significativo abbattimento delle percentuali di diossina emesse dal camino E5, avrà un secondo aspetto.
Sancirà anche a livello nazionale che con l’adozione di precise tecniche- le migliori presenti sul mercato- l’abbattimento delle diossine potrebbe raggiungere valori oggi impensabili nelle altre località italiane sedi di impianti siderurgici. Alle migliori tecniche disponibili sul mercato fa infatti riferimento il Nuovo Codice dell’ambiente. Se a Trieste questi risultati sono stati resi possibili da una azione della magistratura, accettata poi dalla proprietà, altrettanto può accadere nelle altre località.
Ma non basta. Lo perizia del professor Boscolo mette in luce, sottolineandoli, altri punti molto importanti. L’abbattimento delle diossine è accompagnato da un aumento della produttività dell’impianto e da un calo significativo del fabbisogno energetico del processo di agglomerazione. Meno diossina significa dunque più produzione congiunta a un minore dispendio di energia. Il vantaggio economico è evidente. Ecco come il professor Marco Boscolo spiega questo risultato.
«La nuova tecnica ha prodotto dei risultati più che soddisfacenti sotto il profilo ambientale, essendosi più che dimezzata l'emissione di diossine dal camino. Nell’ultimo assetto, il valore di emissione è addirittura sceso a valori prossimi a quelli severissimi vigenti per gli inceneritori, uve le meno difficili condizioni di processo e le relative ridotte portate di fumi rendono praticabile la via del drastico abbattimento a valle del processo, ottenuto per mezzo di sofisticati impianti, nemmeno ipotizzabili per l’applicazione in un conteso siderurgico.
Tale lusinghiero risultato sul piano ambientale, è stato accompagnato da un aumento della produttività e da un abbassamento del fabbisogno energetico del processo, secondo una dinamica abbastanza comune nei sistemi energetici dove la massimizzazione dell'efficienza è pregiudiziale al miglioramento delle migliori prestazioni ambientali».
Ma non basta. Secondo il perito del Tribunale la velocità del nastro di sinterizzazione- un metro al minuto- finora imposta dal giudice, può essere aumentata, come aveva chiesto da tempo la direzione della Ferriera. Le emissioni di diossina sono influenzate da altri parametri che, sempre secondo il professor Boscolo, vanno accuratamente controllati e regolati direttamente dalla proprietà
Articoli correlati
- L'inquinamento persiste ancora a Taranto
E' a rischio il polo dei microinquinanti dell'ARPA Taranto
La questione è stata sollevata da Antonio Lenti che ha ottenuto un voto unanime sulla mozione a sostegno del polo in consiglio comunale di Taranto e sarà oggetto di un'audizione nella commissione ecologia della regione Puglia.27 settembre 2024 - Fulvia Gravame - Comunicato stampa di Europa Verde Taranto
Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!
Forte presa di Gregorio Mariggiò a difesa della struttura che svolge le analisi per cercare i microinquinanti, tra i quali le diossine, che danneggiano gravemente l'ambiente e la salute a Taranto. Sarà presentato un ordine del giorno al Comune di Taranto tramite il consigliere Antonio Lenti.31 luglio 2024 - Slides
Latte materno, diossine e PCB
L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini - Proposta di una biobanca a Taranto
Biobanca e inquinamento ambientale
In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink
Sociale.network