Si buca l'oleodotto Nato, protestano i no Dal Molin
Una falla nell'oleodotto che porta il kerosene alla base di Aviano, in provincia di Pordenone, riapre il dibattito sulla sicurezza delle basi Usa sul territorio italiano. Un incidente, quello accaduto lunedì sera, dovuto a un guasto accidentale, secondo i primi accertamenti, ma in seguito al quale grandi quantità di idrocarburi si sono riversate nel fiume Astichello e quindi nel Bacchiglione.
Un «disastro ambientale», l'ha definito l'assessore provinciale vicentino alle risorse idriche, Paolo Pellizzari. E i comitati "No Dal Molin", che hanno anche cercato di salire sul pullman di Veltroni (in questi giorni in tour elettorale nel Nord-est), accusano: «Ma non dicevano che le installazioni militari sono sicure e non danneggiano il territorio?».
L'incidente dell'oleodotto Nato «dimostra che le basi militari sono sempre pericolose. Per questo è assurdo pensare al raddoppio del Dal Molin» ribadisce il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero.
L'oleodotto è il Pol-Natio Nord Italia, conduttura che dalla Spezia, passando per il vicentino, rifornisce gli aerei americani di stanza nella base del Friuli Venezia Giulia. Una rottura della condotta nella zona industriale di Vicenza, un guasto dovuto probabilmente a un traliccio dell'alta tensione, ha provocato lo sversamento di migliaia di litri di kerosene nelle acque dei fiumi Astichello e Bacchiglione. Un disastro ben visibile: l'acqua si è colorata, in tutta la città si è sparso un odore acre di carburante che ha messo a disagio gli abitanti.
Il luogo dell'incidente è il piazzale di un'industria di ceramica a Monticello Conte Otto, nel cui sottosuolo scorre l'oleodotto.
Ad accorgersi del problema è stato il titolare dell'azienda, che ha trovato il piazzale completamente allagato dal carburante. Ieri l'intervento per arginare il disastro, con la chiusura dei rubinetti a monte e l'opera dei pompieri e delle squadre dei tecnici per l'ambiente del Comune. Dopo i primi rilievi, l'inquinamento da kerosene sarebbe sotto controllo, anche perché le barriere assorbenti, posizionate sul fiume Bacchiglione, a sud di Vicenza, hanno impedito che la chiazza oleosa proseguisse verso Padova.
Tuttavia non è ancora stato stabilito quanto carburante sia finito nei corsi d'acqua del vicentino. E scoppiano le polemiche con la richiesta, da più parti, di un'indagine approfondita sull'accaduto. Intanto, sono partite varie interrogazioni dei Verdi veneti in Parlamento, in Regione e in Provincia a Padova.
«Non dicevano che le installazioni militari sono sicure e non danneggiano il territorio - incalza il presidio No Dal Molin - più di qualcuno deve spiegazioni ai cittadini, a partire dal commissario Costa, che ha lasciato Vicenza per le sue "vacanze elettorali", ribadendo che le installazioni militari Usa non hanno alcun impatto sul territorio». Sull'incidente, la Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Le ipotesi formulate dal pm Vartan Giacomelli sono di inquinamento delle acque e sversamento di materiali inquinanti. Al momento non vi sono indagati. Secondo il magistrato c'è da chiarire soprattutto il perché del pesante ritardo con cui è stato dato l'allarme, che si è ripercosso sull'avvio degli interventi per fronteggiare l'inquinamento.
I tecnici dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) di Vicenza stanno facendo gli accertamenti per verificare l'entità dell'inquinamento dell'acqua e del terreno in conseguenza allo sversamento di gasolio dall'oleodotto che parte da La Spezia e arriva ad Aviano.
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