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Certe “luci” non possono offuscare la nostra dignità

Per la visita del Pontefice l’Enel beneficerà Brindisi di luci anche artistiche per abbellire l’affaccio della città sul mare. perciò al Sindaco Mennitti di non accettare il dono “lucifero” dell’Enel o di trasformare tale elargizione in una prestazione pagata col denaro pubblico.
11 aprile 2008

- Per la visita del Pontefice l’Enel beneficerà Brindisi di luci anche artistiche per abbellire l’affaccio della città sul mare. Siamo presi da un grande disagio, ci sentiamo in qualche modo trattati da mendicanti ed avvertiamo il peso di culture colonialistiche che danno “uno” per avere “mille”, che rivestono di generosità il loro pugno di ferro e che ci tendono una mano con l’intento di farcele alzare tutte e due in segno di resa. Chiediamo perciò al Sindaco Mennitti ed al Consiglio comunale di Brindisi di non accettare il dono “lucifero” dell’Enel o di trasformare tale elargizione (montaggio degli impianti e fornitura dell’energia) in una prestazione pagata col denaro pubblico (quello normalmente disponibile o quello dei fondi stanziati per l’eccezionale evento di giugno).

Di seguito articolo integrale di Michele Di Schiena, Doretto Marinazzo, Maurizio Portaluri, Giorgio Sciarra

Evocando il monito virgiliano “Timeo danaos et dona ferentes” (temo i greci anche quando portano doni), abbiamo già detto nel novembre scorso, in occasione del dono di alcuni lavori di restauro alla Cattedrale, che non ci piacciono le elargizioni dell’Enel perché non le consideriamo dettate da autentica solidarietà né da credibile liberalità. Crediamo invece che questi doni abbiano la finalità di acquisire utili benevolenze e di fiaccare le coscienze di quanti lottano da anni per la tutela del diritto alla salute e di altri diritti fondamentali contro poteri economici che assolutizzano le loro logiche ed il loro tornaconto.

Con questo spirito, a fronte della notizia secondo la quale per la visita del Pontefice l’Ente elettrico ci beneficerà di luci anche artistiche per abbellire l’affaccio della città sul mare, siamo presi da un grande disagio, ci sentiamo in qualche modo trattati da mendicanti ed avvertiamo il peso di culture colonialistiche che danno “uno” per avere “mille”, che rivestono di generosità il loro pugno di ferro e che ci tendono una mano con l’intento di farcele alzare tutte e due in segno di resa. Chiediamo perciò al Sindaco Mennitti ed al Consiglio comunale di Brindisi di non accettare il dono “lucifero” dell’Enel o di trasformare tale elargizione (montaggio degli impianti e fornitura dell’energia) in una prestazione pagata col denaro pubblico (quello normalmente disponibile o quello dei fondi stanziati per l’eccezionale evento di giugno). Certe “luci” non possono offuscare la nostra dignità.

E’ già angoscioso pensare che certi importanti lavori pubblici possano essere realizzati solo perché arriva il Pontefice (al quale anche noi – sia chiaro - pensiamo debba essere riservata la più degna accoglienza). Ma questa angoscia diviene insopportabilità e ripulsa ove si aggiunga la mortificazione di una munifica concessione da parte di chi ha ripetutamente dimostrato di essere chiuso alle esigenze e alle domande della nostra comunità e delle sue rappresentanze istituzionali. Il carbone “senza confini” ed il rigassificatore nel porto sono insulti alle nostre popolazioni che nessun “dono” può farci accettare perché i diritti fondamentali dei cittadini non sono merce e non possono perciò essere oggetto di qualsiasi, sia pur camuffata, transazione.

Brindisi, 8 aprile 2008

Michele Di Schiena, Doretto Marinazzo, Maurizio Portaluri, Giorgio Sciarra

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