In Cina smog 5 volte superiore al limite dell'Oms
PECHINO – La Cina, che secondo uno studio americano ha appena superato gli Usa in testa alla classifica dei paesi inquinatori, ha annunciato nei giorni scorsi una serie di misure rivolte a ridurre lo smog nella capitale Pechino in vista delle Olimpiadi di agosto.
Decine di fabbriche considerate inquinanti, tra cui l’Organic Chemical Plant della Beijing Eastern Petrochemical, la Dayou Company di proprietà della Beijing Chemical Industry Group Corporation e due impianti di raffinazione del petrolio della China Huadian Corporation Beijing Thermoelectric, verranno chiuse.
I cantieri (si calcola che siano almeno ottomila) verranno chiusi due mesi prima dell’inizio dei Giochi – e non sei mesi prima come era stato promesso in un primo momento – nel tentativo di ridurre la quantità di sabbia nell’aria.
Anche la produzione di cemento verrà fermata in tutta la municipalità. «Faremo tutto il possibile per mantenere la promessa di fare un’Olimpiade verde» ha dichiarato Du Shaozhong, vicedirettore dell’Ufficio per il controllo dell’inquinamento di Pechino.
Buona parte della sabbia e della polvere che con l’umidità dell’estate ristagnano nel cielo della capitale viene però dalle province vicine e soprattutto dal vicino deserto della Mongolia. Per le strade della capitale circolano oggi oltre tre milioni di veicoli, che aumentano al ritmo di 1200 a settimana.
L'anno scorso un esperimento con la circolazione a targhe alterne ha dato buoni risultati e verrà replicato per il periodo olimpico. Scienziati e studiosi stranieri hanno calcolato che il livello medio dell’inquinamento dell’aria della capitale è di cinque volte superiore a quello considerato il massimo tollerabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le autorità di Pechino affermano che nel 2007 ci sono stati 246 giorni di «cielo blu», una definizione che indica un basso livello di inquinamento (quando ce n'è molto il cielo è giallo). Ma il dato è stato contestato dall’autorevole Wall Street Journal, che ha citato degli esperti secondo i quali il miglioramento è stato ottenuto col trucco di spostare dalle zone industriali in aree più verdi due dei rilevatori dell’inquinamento.
Molti atleti hanno deciso di arrivare a Pechino solo all’ultimo momento, per evitare problemi durante gli allenamenti e il campione etiope Haile Gebrselassie ha addirittura rinunciato a correre la Maratona di Pechino a causa dello smog. Secondo lo studio americano, svolto da ricercatori dell’Università di California, gli americani presi singolarmente sono ancora i peggiori inquinatori del pianeta, ma Pechino sconta la popolazione più numerosa del mondo e l’impetuosa crescita economica dei due decenni scorsi.
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