Ferriera, in autunno le nuove analisi
Partirà indicativamente all’inizio dell’autunno la seconda fase del monitoraggio biologico sui lavoratori della cokeria di Servola. La nuova tranche di analisi interesserà una cinquantina di operai, quelli non sottoposti agli esami delle urine lo scorso novembre, e permetterà di scattare una fotografia complessiva sui livelli di esposizione a sostanze potenzialmente cancerogene come benzene e benzoapirene. Obiettivo finale verificare, e se necessario integrare, le indicazioni emerse dalla prima parte dello studio, illustrata proprio l’altro giorno a proprietà e sindacati. Uno studio, precisano l’Azienda sanitaria, che non ha assolutamente prodotto risultati allarmanti per i lavoratori.
«Le analisi non hanno evidenziato livelli di assorbimento di idrocarburi policiclici aromatici superiori alle soglie di legge - precisa Valentino Patussi, responsabile del Dipartimento di prevenzione e sicurezza del lavoro dell’Ass 1 -. Attualmente, infatti, non esiste un limite normativo e tecnico indicato per l’esposizione professionale.
Esiste soltanto un riferimento, 0,7 microgrammi per grammo di creatinina (un metabolita che evidenzia l’assorbimento di idrocarburi ndr), che corrisponde al valore medio riscontrato nella popolazione italiana. Valore che dipende anche da fattori come l’assunzione di cibi cotti alla piastra, ad esempio carni o pizza, dall’abitudine al fumo di tabacco e dall’utilizzo di riscaldamento a legna».
Il superamento dei valori medi, anche se sensibile come nel caso dei sei lavoratori impegnati nelle mansioni più a rischio in cui è stato rilevata una concentrazione di 7,33 microgrammi per grammo di creatinina, non corrisponde automaticamente ad un aumento dei rischi per la salute. «Quelli rilevati sono indicatori di esposizione e non di danno o di malattia - spiega ancora Valussi -. Non ci sono correlazioni certe tra l’assorbimento di inquinanti che hanno effetto cancerogeno e la probabilità di ammalarsi.
Il fatto che un lavoratore abbia concentrazioni più elevate, significa essenzialmente che è più esposto a benzene e benzoapirene. Questo vuol dire che è proprio nel suo reparto che dovremo intervenire a livello di prevenzione. Lo scopo delle analisi era proprio questo: riuscire ad avere, per la prima volta, un quadro chiaro della situazione all’interno della cokeria per poi calibrare e orientare gli interventi successivi».
La stessa filosofia, precisa ancora l’Azienda sanitaria, ha ispirato anche l’indagine ambientale all’interno della Ferriera, condotta attraverso 10 centraline fisse e 3 mobili del Cnr e una fissa dell’Arpa, che hanno effettuato tre rilevazioni quotidiane di otto ore per monitorare le concentrazioni di idrocarburi nell’aria.
Articoli correlati
- Un altro caso di contaminazione della catena alimentare
La Asl di Trieste vieta di mangiare mangiare le cozze di Muggia perché contaminate da BenzoApirene
Tracce fuorilegge di benzoApirene nelle cozze. La Asl di Trieste vieta di mangiare le cozze di Muggia. Notizia pubblicata su Il Piccolo di Trieste oggi22 gennaio 2020 - Fulvia Gravame Trieste 16 novembre 2016: Ferriera e Legami di ferro
I volti, le storie, la vita degli abitanti di Servola e Valmaura raccontati in 14 scatti22 novembre 2016 - Beatrice Ruscio- Incontro con l'autrice Beatrice Ruscio
"Legami di ferro" a Trieste
Presentazione del libro all'Università di Trieste. Incontro voluto ed organizzato dall'associazione NOSMOG. - Il disastro ambientale a Taranto
Qualcosa di più di una catena umana
Le associazioni avevano chiesto ai cittadini di stringersi intorno al Tribunale, il 17 febbraio. Era lì anche un giornalista britannico che ne ha potuti contare tanti. E le prossime volte...18 febbraio 2012 - Lidia Giannotti
Sociale.network