Brindisi, il gassificatore e le promesse di Casini
La citazione lo ha fatto percepire come una presa di posizione anomala da parte delle popolazioni e dei suoi rappresentanti. Questo, se ci permette, non risponde assolutamente a verità. Casomai le anomalie - intese come irregolarità e anormalità - sono rappresentate da aspetti ben diversi. Durante la sua venuta a Brindisi per l´appuntamento elettorale ci siamo premurati di farle pervenire una lettera, la stessa che le inviammo nel febbraio scorso a seguito di un suo analogo intervento nella trasmissione Annozero e che temevamo non fosse stata portata alla sua conoscenza.
Pochi giorni dopo, un nostro rappresentate veniva contattato telefonicamente dalla sua segreteria che ci assicurava la ricezione della lettera e del suo esplicito impegno ad approfondire l´argomento. Non ci pare che questo sia avvenuto. La questione del contestato impianto è stata considerata dai responsabili delle forze politiche di vitale importanza per il futuro del nostro territorio, tanto che i consigli comunale e provinciale di Brindisi e quello della Regione Puglia hanno ripetutamente votato all´unanimità ordini del giorno che esprimevano un irreversibile rifiuto del rigassificatore per la sua assoluta incompatibilità ambientale e sociale.
Riteniamo che l´anomalia non stia nel fatto che parti politiche avverse abbiano, di concerto, assunto la decisione di tutelare il territorio, bensì nel non volerne, caparbiamente e arrogantemente, tenere conto. Il progetto relativo al rigassificatore era stato autorizzato a seguito di un procedimento amministrativo viziato da gravi illegalità e segnato da comportamenti che hanno giustificato l´apertura di un inchiesta penale sfociata nell´arresto di amministratori e imprenditori locali nonché di qualificati manager della società costruttrice Brindisi Lng/British Gas e nel sequestro della zona destinata ad ospitare l´impianto.
Tale procedimento penale è ancora in corso, ma ha già messo vistosamente in rilievo fatti pacifici e comportamenti documentati dai quali non si può prescindere: una scelleratezza che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini perché il rigassificatore dovrebbe sorgere nel porto di Brindisi, a ridosso del centro abitato e in una zona densa di impianti pericolosi e dichiarata a rischio di crisi ambientale. Un misfatto sotto il profilo morale, ribadiamo, perché il procedimento autorizzativo è stato viziato da falsità, corruzioni e intrighi emersi dalla citata inchiesta penale.
Torniamo a pregarla, presidente Casini, di trovare il tempo per verificare, attraverso attendibili canali istituzionali, la fondatezza dei fatti (ribadiamo: la loro interpretazione è altra cosa) che le abbiamo riferito per evitare una prossima volta che Brindisi possa essere intesa come un esempio di irresponsabilità civile, politica e sociale. La nostra popolazione è soltanto vittima di una politica errata i cui risultati negativi sono con ogni evidenza sotto gli occhi di tutti. Vorremmo voltare pagina.
a nome delle comitato "No al rigassificatore"
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