Ok al rigassificatore Sorgenia-Iride
Lo realizzeranno Sorgenia (società del gruppo Cir di Carlo De Benedetti) e Iride (nata dalla fusione tra le municipalizzate di Torino e Genova).
Le due società controllano attraverso una joint venture paritetica il 70% della Lng MedGas dopo essere subentrate alla famiglia Belleli (che rimane al 30%) promotore iniziale del progetto nel 2003. L´impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2013.
Iride e Sorgenia avranno la disponibilità di circa 10,5 miliardi di metri cubi di capacità di rigassificazione in caso di esenzione totale dal Tpa, cioè dall´obbligo di far accedere altri operatori non coinvolti nella costruzione. Tale esenzione viene comunemente concessa per dare a chi si sobbarca i costi di costruzione di avere ritorni certi. Solo dopo alcuni anni una quota del gas deve invece essere aperta a condizioni di mercato a chiunque ne faccia richiesta.
Il terminale, che a regime assicurerà una copertura pari a oltre il 10% della domanda nazionale di gas, sorgerà nella zona nord del porto di Gioia Tauro. Al momento non ci sono cifre ufficiali ma il costo complessivo si aggirerebbe tra i 600 e gli 800 miliardi di euro, ammontare che diventerà più chiaro nei prossimi mesi quando si completerà la progettazione esecutiva.
Il decreto di Via (Valutazione impatto ambientale) segue il Nulla Osta di Fattibilità ottenuto nell´estate del 2007 insieme ai pareri favorevoli preliminari di buona parte degli enti coinvolti in sede di prima Conferenza dei Servizi. Il progetto del rigassificatore è stato da sempre supportato dalla Regione Calabria che lo ha inserito nel Piano di sviluppo strategico dell´area del porto.
Inoltre la Regione ha già firmato una convenzione con la Lng MedGas che regola alcuni aspetti (compensazioni, incentivazione di attività collaterali collegate alla presenza del rigassificatore) a partire dall´entrata in funzione dell´impianto. È probabile, visti gli anni passati dal 2005, che le parti arrivino ad una ulteriore revisione. Favorevoli anche l´Autorità portuale e le forze imprenditoriali e sindacali della zona. Quindi non sembrano esserci pericoli di un ulteriore allungamento dei tempi che faccia slittare ancora il progetto. Né dovrebbe creare ritardi il fatto che dei due comuni coinvolti, Gioia Tauro e San Ferdinando, il primo ha visto due giorni fa il proprio consiglio comunale sciolto dal governo per infiltrazioni mafiose
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