Anche l'Italia progetta l'eolico in mare aperto
Le acque italiane sono forse interessanti quanto il Mare del Nord, dove danesi e inglesi costruiscono schiere di impianti alimentati dal vento. Costruire in mare i " mulini a vento" è più difficile dal punto di vista tecnico, ma potrebbe evitare i veti locali: l'acqua è dello Stato e i sindaci brontoloni hanno poca possibilità di manovra.
Al ministero dell'Ambiente sono stati presentati finora per la Valutazione di impatto ambientale i progetti per una centrale eolica nel golfo di Manfredonia e un'altra non lontano, al largo di Chieuti (entrambi da Trevi Energy). Ancora la Trevi vuole costruire una terza centrale in Puglia, in questo caso nel Brindisino di fronte alla spiaggia di Torre San Gennaro. La Mediterranean Wind Offshore ha presentato un progetto da realizzare nel canale di Sicilia nel golfo di Gela davanti al Comune di Butera (Caltanissetta), mentre la Effeventi propone un grande impianto di fronte alla costa di Termoli e Montenero di Bisaccia ( Cambobasso), cittadina nota soprattutto perché vi è nato Antonio Di Pietro.
Il progetto di fronte alla costa di Termoli prevede la posa di "ventilatori" a circa cinque chilometri dalla spiaggia per una potenza complessiva di 162 megawatt (potrebbero essere 45 o 54 "mulini a vento" secondo la potenza di ogni singolo generatore). La centrale eolica Torre San Gennaro sarà invece da 150 megawatt con 50 turbine da 3 megawatt l'una disposte in 14 file parallele a 900 metri l'una dall'altra. Nel caso del progetto siciliano, si tratta di 38 generatori con torri alte 80 metri e eliche da 135 metri. A Chieuti (Foggia) saranno 50 i "mulini a vento" da 3 megawatt l'uno, mentre al largo di Manfredonia si prevede l'istallazione offshore di 100 turbine da 3 megawatt, per una potenza complessiva di 300 megawatt, a otto chilometri dalla costa.
Quali reazioni da chi vive a riva? Il caso del Molise è indicativo. Mentre le imprese turistiche della costa sembrano in parte a favore del progetto, il presidente della Regione, Michele Iorio, e i sindaci hanno protestato. La Fiba, neonata associazione di "balneatori" molisani aderente alla Confesercenti, chiede che il progetto provenga da un'azienda molisana e che gli utili rimangano in Molise e «siano reinvestiti per il territorio e per la popolazione. Inviamo pertanto l'amministrazione comunale di Termoli – afferma Pietro D'Andrea della Fiba – a prendere in esame tale ipotesi coinvolgendo gli imprenditori locali nella futura costruzione di una società mista». Invece Iorio afferma che il Governo regionale è deciso a mettere in campo ogni azione utile perché l'impianto eolico non si realizzi e si salvaguardi il futuro di un tratto di litorale molisano che il presidente della Regione ritiene di grande pregio ambientalee di sicura vocazione turistica.
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