Il ministro Scajola: sì ai rigassificatori
Ne è convinto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che, a poche ore dall’assunzione del mandato e dal giuramento davanti al presidente della Repubblica, inserisce la sfida del problema energetico tra le priorità della sua agenda politica. «Ho un sogno - ha spiegato il ministro in un’intervista alla Stampa -. Garantire al mio Paese, alle aziende e alle famiglie italiane energia certa, a un costo ragionevole e in condizioni di assoluta sicurezza e di rispetto dell'ambiente». E una delle strade da percorrere per centrare l’obbiettivo, chiarisce Scajola, è proprio accelerare sulla strada della realizzazione di impianti di gnl.
Parole che arrivano forti e chiare anche a Trieste e trovano perfettamente in sintonia il neo assessore regionale Vanni Lenna. «Sono sulla stessa linea del ministro Scajola - afferma il responsabile di Ambiente e Lavori pubblici -. Esiste un problema energetico dal quale dipende anche il futuro del Friuli Venezia Giulia. Una sfida troppo importante per non essere presa seriamente in considerazione. Su questo argomento, insomma, bisogna assumere delle decisioni e noi siamo pronti a farlo dopo aver analizzato nel merito i due progetti sul tappeto».
Un decisionismo che dovrà inevitabilmente fare i conti con l’opposizione delle associazioni ambientaliste. Scenario che non impensierisce tuttavia il neo assessore. «Terremo in considerazione le osservazioni di tutti,ambientalisti compresi - conclude Lenna -. Dopodichè, la politica che governa questa Regione avrà il diritto e il dovere di scegliere. Questa è la linea del presidente Tondo e io la condivido pienamente».
Nel dibattito sui rigassificatori, infine, fanno sentire la propria voce anche gli esponenti della maggioranza in consiglio provinciale. Una scelta fatta per prendere le distanze dall’assessore all’Ambiente Ondina Barduzzi che, parlando a nome della Provincia, si era schierata a favore degli impianti di gnl. «Quelle dichiarazioni devono ritenersi espresse a titolo personale - chiariscono in una nota -. Il consiglio provinciale non ha mai espresso un parere favorevole per mancanza di documentazione. Auspichiamo quindi che venga aperta quanto prima una discussione seria che affronti tutti i nodi ancora irrisolti come l’impatto ambientale e le ricadute sul territorio».
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