Bush: «Più petrolio e subito, via i divieti alle trivelle in mare»
Bush parla ai giornalisti nel giardino di fronte alla Casa Bianca. La proposta è forte: riaprire le trivellazioni in mare aperto per l'estrazione di petrolio e gas, che sulle coste degli Usa sono proibite dal 1981 per motivi ambientali. «In passato i leader democratici si sono opposti a provvedimenti del genere e questo ha portato petrolio e benzina a livelli record, motivo per cui chiedo loro di riconsiderare le proprie posizioni», ha detto Bush, che non ha intenzione di aspettare molto: «non ci sono motivi che giustifichino ulteriori ritardi».
Il problema è che la domanda vola e l'offerta non riesce a stargli dietro, fatto che «sta contribuendo a spingere il petrolio a livelli record», facendolo arrivare nei giorni scorsi appena al di sotto della soglia dei 140 dollari al barile, circa il doppio rispetto allo scorso anno.
Il presidente degli Stati Uniti ha detto che «nel lungo periodo la soluzione sta nello sfruttamento delle energie alternative, ma nel breve termine si deve ancora fare affidamento sulle risorse petrolifere». E quindi togliere lacci e lacciuioli alle trivelle: ha chiesto che le perforazioni siano possibili anche nell'Arctic national wildlife refuge, area protetta nel nordest dell'Alaska; nel Green River Basin in Colorado, Utah e Wyoming.
Il discorso ha una chiara valenza politica, in quanto si inserisce nel dibattito in vista delle elezioni presidenziali di novembre tra il democratico Barack Obama e il repubblicano John McCain, che proprio martedì ha chiesto al Congresso che siano eliminati gli attuali divieti per consentire le trivellazioni in mare aperto e incrementare la produzione petrolifera americana. I democratici sono contrari, ma anche nelle file dei repubblicani ci sono voci storicamente critiche.
I commenti di Bush, secondo cui «le principali preoccupazioni sul livello della domanda e dell'offerta sono sollevate dai regimi nemici», arrivano a pochi giorni dal vertice di domenica a Jeddah, in Arabia Saudita, al quale parteciperanno i rappresentanti dei Paesi produttori e consumatori di petrolio. Secondo la Casa Bianca gli incontri non avranno un impatto immediato sui prezzi, ma rappresenteranno l'opportunità di discutere sull'andamento dei mercati.
Le parole di Bush hanno influito sul ribasso del prezzo del Brent al barile, sceso di 89 centesimi rispetto alla chiusura di ieri a Londra, attestandosi a 132,83 dollari, insieme all'annuncio sulle scorte settimanali degli Usa, scese di 1,2 milioni di barili per un totale di 301 milioni di barili, al di sotto delle aspettative degli analisti che prevedevano un ribasso di 1,7 milioni di barili.
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