«Sbagliato dire no al rigassificatore di Brindisi»
BRINDISI - Il ritorno delle liste civiche, e della politica costruita fuori dai partiti. La carica del fronte industrialista, inviperito dalle scelte delle amministrazioni comunale e provinciale. E Vincenzo Gallone, candidato sindaco alle prossimeelezioni, è il suo profeta. Così si dice.
E' vero, avvocato Gallone?
«Non è vero. Lunedì, quando ho presentato la mia lista "Terra di Brindisi" c'erano tanti giovani e donne. Ragioniamo in termini di cambiamento radicale della società. Certo, c'è anche una forte rappresentanza dell'economia, perché la strada che dobbiamo percorrere è quella dello sviluppo delle occasioni di lavoro per i giovani, che lasciamo partire nuovamente per il Nord in cambio di salari ridicoli».
Cosa rimprovera a Mennitti ed Errico?
«Col sindaco ho cercato di ragionare per sbloccare alcuni settori. Parliamo di turismo? Il Piano regolatore generale è sempre quello del 1980 e non esiste un piano delle coste. Il caso Acque Chiare va letto in questo modo: la mancanza di progetti crea incertezze e problemi. E nessuno si sognerebbe di investire in questa situazione. Lo stesso dicasi per il Piano regolatore del porto, che ci relega al ruolo esclusivo di porto industriale. Poi c'è la questione delle bonifiche, figlia di una perimetrazione eccessiva del-l'area ad alto rischio ambientale. E non realizzare il rigassificatore significa imporre un blocco ulteriore allo sviluppo. Noi potremmo essere una città polivalente, come Barcellona o Marsiglia».
E lei cosa farebbe subito, da sindaco, per invertire questa rotta che considera sbagliata?
«Immediatamente il nuovo Prg e un nuovo Piano regolatore del porto. Poi la definizione del problema delle caratterizzazioni e delle bonifiche. Certo, c'è un accordo di programma che coinvolge anche due ministeri, e sono d'accordo sul principio che chi ha inquinato deve pagare. Ma non coinvolgerei altre aree oltre quelle dei grandi insediamenti».
Sempre come sindaco, darebbe parere favorevole al progetto British Gas?
«Certamente, ma tenendo presente le questioni della sicurezza della città. Per questo, è giusto, fondamentale che il progetto sia sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale. Ma il no a priori è sbagliato: in caso di decisione positiva per il rigassificatore, bisogna lavorare sugli investimenti collaterali, industria del freddo, export agroalimentare».
C'è anche la questione del polo energetico, il confronto con Enel ed Edipower.
«Lì siamo alla follia. Dobbiamo seguire la via delle convenzioni con le aziende. Altrove, Enel ha concesso tutto ciò che era stato chiesto dalle istituzioni locali, senza la necessità di scorciatoie improbabili come quelle che propone Nicola Di Donna. Qui in realtà le società non sono state incalzate. Bisogna fare capire che i padroni siamo noi».
In campagna elettorale ammettere nella vostra lista gente che ha cambiato casacca?
«No, noi siamo un movimento civico. I giochetti non ci interessano e ci rivolgiamo alle menti aperte, in cerca di cambiamenti culturali e di atteggiamento. Sul piano nazionale, invece devo dire che per ora Berlusconi mi convince».
Ultima domanda: come voterete lunedì in consiglio comunale?
«Saremo sempre all'opposizione. La rottura è definitiva. A meno che Mennitti non si impegnasse a definire in questi mesi l'iter del nuovo Prg, del Piano regolatore portuale, e tutto ciò che è rimasto bloccato in questi anni. Hanno provato in tanti modi a coinvolgerci, anche offrendoci un assessorato. Quanti voti abbiamo? Quattro: Lucio Licchello è con noi».
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