Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

L'Europarlamento resiste al primo assalto, confermati i tagli

La Commissione Ambiente ha ribadito l'obiettivo di riduzione del 20% entro il 2020. Maxifinanziamento per le centrali a carbone che tengono sottoterra l'anidride carbonica. Governo e industria italiana, insieme al blocco ex comunista, chiedevano di rivedere il pacchetto. Ora il provvedimento passa al Consiglio europeo dell'energia. Greenpeace: "Luci e ombre"
7 ottobre 2008
Fonte: Repubblica

- BRUXELLES - Gli ambientalisti di Greenpeace alla fine parlano di voto con "luci e ombre", ma in realtà vista la pessima aria che tirava, l'impressione è che per il movimento verde si sia trattato di una vittoria. La commissione Ambiente dell'Europarlamento ha approvato infatti con 44 voti contro 20 (e 1 astenuto) la parte più importante e controversa del pacchetto dell'Unione Europea su clima ed energia, riguardante la nuova 'borsa delle emissioni' di gas serra (Ets) che funzionerà dal 2013 al 2020.

Il voto conferma l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, che passerebbe automaticamente al 30% in caso di accordo internazionale alla conferenza di Copenaghen del dicembre 2009 sul periodo post-Kyoto. Un obiettivo che in questi giorni era stato bersaglio di attacchi concentrici da parte di governi e settori industriali in forte ritardo nelle riconversione verde, a iniziare proprio da quelli italiani. Contro la conferma del pacchetto Ue si erano scagliati infatti nei giorni scorsi sia il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi, sia il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Ma a cercare di gettare i bastoni tra le ruote del percorso ambientalista intrapreso da Bruxelles erano anche molti paesi dell'ex blocco comunista, Polonia in testa.

Il voto di questa mattina conferma anche la posizione iniziale della Commissione europea riguardo ai permessi di emissione, che prevede fin dal 2013 l'obbligo per il settore energetico di acquistare all'asta il 100% delle emissioni attribuite a ciascuna installazione (oggi le quote di anidride carbonica sono assegnate gratis, e si paga solo in caso di superamento dei tetti previsti).

Nel 2013, gli altri settori industriali, invece, dovranno pagare solo per il 15% dei loro premessi di emissione, ma ogni anno questa percentuale aumenterà fino a raggiungere il 100% nel 2020. E' previsto, tuttavia, che entro il 31 marzo 2010 la commissione valuti l'opportunità di concedere un trattamento di favore ai settori ad alto consumo energetico (acciaio e cemento in particolare), dopo aver preso in conto i risultati e l'eventuale accordo internazionale di Copenaghen.

Dove si concentrano però gli aspetti più ambigui e controversi è la parte del pacchetto che affronta il futuro del carbone, la fonte energetica dal maggior impatto sul clima. Un emendamento approvato prevede che dal 2015 sia proibito costruire centrali termoelettriche che emettano più di 500 grammi di CO2 per kilowatt ora generato. Questa disposizione mette al bando, di fatto, le centrali a carbone, a meno che non siano dotate della tecnologia Ccs (carbon capture and storage), ovvero un dispositivo di "cattura" delle emissioni e il loro stoccaggio in un deposito geologico.

Un tecnologia ancora agli albori (il primo e unico impianto è stato inaugurato recentemente in Germania) che gli ambientalisti avversano fortemente, ritenendola poco sicura (chi garantisce che in futuro non ci siano fughe di CO2?) e soprattutto colpevole di drenare risorse che potrebbero essere molto più proficue se investite nel miglioramento delle fonti rinnovabili. "Una truffa per tenere in piedi l'industria del carbone", non esita a definirla Greenpeace.

Con un voto separato su un altra sezione del pacchetto clima-energia, gli eurodeputati della commissione Ambiente hanno approvato infatti la proposta di destinare al sostegno finanziario di 12 progetti pilota di impianti Ccs, nel periodo 2013-2020, il ricavato derivante dalla messa all'asta dei permessi relativi a 500 milioni di tonnellate di CO2 (pari a circa 10 miliardi di euro agli attuali prezzi di mercato).

Soprattutto per questo motivo la soddisfazione di Greenpeace non è completa. "Il Parlamento - afferma una nota dell'associazione ambientalista - ha confermato che l'obiettivo unilaterale per la riduzione dei gas serra scatterà al 30% in caso di raggiungimento di un accordo internazionale per la seconda fase di Kyoto. Tuttavia - si legge - sono stati stanziati nuovi sussidi all'industria del carbone, concedendo crediti di CO2 per 10 miliardi di euro a progetti di cattura e sequestro della CO2. La patata bollente passerà ora nelle mani del Consiglio europeo dell'energia il prossimo 10 ottobre".

Articoli correlati

  • Si fa presto a dire
    Laboratorio di scrittura
    Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA

    Si fa presto a dire

    Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.
    18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Donne per la pace, contro la NATO e le politiche di guerra
    Disarmo
    A Bruxelles il 7 e l'8 luglio 2023 parliamo di pace

    Donne per la pace, contro la NATO e le politiche di guerra

    Tradito lo spirito di Helsinki. La NATO costringe gli Stati ad aumentare le spese militari, a investire nella tecnologia militare e coinvolgere donne e giovani nella formazione e nelle carriere dell'Alleanza Atlantica. Intanto, in area europea, riaffiorano chiarissime le ideologie autoritarie.
    5 giugno 2023 - Maria Pastore
  • Acquistare i crediti di carbonio per riabilitare la propria immagine
    Ecodidattica
    I grandi inquinatori piantano alberi contro la CO2 in cambio di crediti. Perché è un inganno

    Acquistare i crediti di carbonio per riabilitare la propria immagine

    Secondo uno studio di Oxfam per assorbire tutto il carbonio che i grandi inquinatori continuano ad emettere occorre riforestare 1,6 miliardi di ettari, equivalenti a 5 volte le dimensioni dell’India. In altre parole non c’è abbastanza terra sulla Terra.
    Milena Gabanelli e Francesco Tortora
  • Il ministro dello sviluppo tedesco: “Le lobby esercitano ancora troppa influenza sui governi”
    Economia
    Gerd Müller (CDU) ha criticato la mancanza di volontà politica nella lotta alla crisi climatica

    Il ministro dello sviluppo tedesco: “Le lobby esercitano ancora troppa influenza sui governi”

    Gerd Müller critica anche la gestione dei vaccini: "Il 16% della popolazione mondiale si è assicurata il 60% delle dosi". Ed aggiunge: “Avremo veramente sconfitto il Virus, solamente quando potremo parlare di una risoluzione dell’emergenza sanitaria a livello globale”.
    7 febbraio 2021
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.19 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)