«Inquinamento e diossina, no ad ulteriori ritardi»
«Arrivata l' Alta Marea a qualcuno è venuta la tremarella: c'è poco tempo per costruire argini e protezioni innovative». Comincia così una riflessione di Alessandro Marescotti e Biagio De marzo di Peacelink secondo i quali sulla questione inquinamento e diossina, qualcuno vorrebbe alzare cortine fumogene.
«E'questa la sensazione che hanno evocato in noi - scrivono - le recenti comunicazioni aziendali dell'Ilva a proposito della diossina. Noi intravediamo cosa vorrebbero offuscare le argomentazioni incentrate sull'approfondimento degli aspetti sulle tecniche utilizzate, ancorché in fase sperimentale, in ambito europeo su impianti similari, della necessità di approfondire gli aspetti giuridici ad essa collegati, dell'ostacolo al raggiungimento degli obiettivi prefissati con il crono-programma di adeguamento dello stabilimento alle B.A.T.».
Marescotti e De Marzo ricordano le tante omissioni degli anni scorsi in ordine «all'impianto Airfine (Voest Alpine Stahl Linz) che è in funzione dal 1993, con una capacità di 600.000 Nm3/h, con una efficienza di riduzione delle emissioni di diossina fino a 0,2-0,4 ng TE/m3.
Non hanno saputo che, al contrario delle astrusità delle norme italiane, nella normativa europea le emissioni dei vari congeneri dei PCDD e dei PCDF sono espresse in equivalenti di tossicità (TE) rispetto alla 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-p-diossina?
Non hanno saputo che nel valore limite di emissione, le unità di misura scelte, in ogni caso, dovrebbero essere chiaramente definite, preferibilmente riconosciute a livello internazionale e adatte ai relativi parametri, applicazioni e contesti e che le caratteristiche di affidabilità e confrontabilità dei dati devono essere garantite e verificate?
Non hanno saputo che sull'agglomerato, tra i parametri da controllare con frequenza annuale, ci sono anche metalli pesanti, IPA e PCDD/F (come TEQ)? Non hanno saputo che fin dal 1996 la normativa europea, per rimuovere resistenze interessate, stabilisce che gli stati membri garantiscono che l'autorità competente si tenga aggiornata o sia informata sugli sviluppi nelle Migliori Tecniche Disponibili?
Ci sembra impossibile che nessuno abbia saputo tutto ciò. Governanti e industriali, a braccetto uniti oggi in uno stonato coro che dice: Aspettate, non siamo ancora pronti. Eppure quelle ed altre notizie sono ufficiali e sono pubblicate/ripubblicate nella CEE/CEEA/CECA n. 259 del 19.2.2004, nell'enciclopedico D.M. (Ambiente) 31.1.2005 e nella recente Direttiva 2008/1/CE che rinnova la 1996/61/CE, oltre che nella marea di norme europee ed italiane in tema di diossina e altri inquinanti (vedi riquadro accanto).
In conclusione, negli 11 anni a disposizione per adeguare gli impianti alle Migliori Tecniche Disponibili per abbattere l’inquinamento e in particolare la diossina, a Taranto si è fatto molto poco. Ora basta: quando in ballo c’è la salute dei cittadini e dei lavoratori, si chiede scusa alla comunità per l’ignoranza e l’inerzia pregresse, ci si impegna con determinazione e a portafoglio aperto e si prendono provvedimenti seri, efficaci ed urgenti. Tutto il resto è chiacchiericcio e panna montata».
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