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Troppa diossina negli animali che vivono intorno all´inceneritore

I dati sono stati elaborati dall´Istituto zooprofilattico della Toscana e del Lazio che ha analizzato le matrici biologiche e i dati epidemiologici. La Asl allarma e tranquillizza. Dice chiaro che le dosi di diossine e Pcb in più negli animali sono «significativamente elevate».
19 marzo 2009
Ilaria Ciuti
Fonte: Repubblica

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TROPPA diossina e troppo Pcb (policlorobifenili) contaminano gli animali, perlomeno quelli non commercializzabili, dell´area intorno all´inceneritore di Montale. I decessi degli esseri umani, invece, rientrano nella norma, ma c´è un allarmante «tranne»: tranne, dice il comunicato che la Asl pistoiese ha inviato all´assessore all´ambiente provinciale Giovanni Romiti, per alcune patologie come il cancro allo stomaco negli uomini e il diabete nelle donne che salgono a valori più elevati della norma. Si sta parlando di abitanti dei Comuni intorno all´inceneritore: Montale, Agliana e Montemurlo. I dati sono stati elaborati dall´Istituto zooprofilattico della Toscana e del Lazio che ha analizzato le matrici biologiche e i dati epidemiologici raccolti dalle delle Asl 3 e 4 di Pistoia e Prato.

La Asl allarma e tranquillizza. Dice chiaro che le dosi di diossine e Pcb in più negli animali sono «significativamente elevate». Non è un´inezia. Ma specifica che, siccome si tratta di animali cresciuti in ambiente libero, potenzialmente sono stati esposti a chissà quali e quante fonti di inquinamento. Dunque non è detto che sia tutta colpa dell´inceneritore. Il quale sicuramente contribuisce ma, ipotizza l´Istituto zooprofilattico, «in maniera minoritaria». Le specie indagate sono di quelle chiamate accumulatori biologici, che rivelano più di altre la presenza di diossina che si annida nei grassi. Per esempio, il papero, il pesce gatto, l´anatra selvatica del laghetto Pertini di Agliana. Tutti contaminati.

Consolarsi perché l´incidenza dell´inceneritore potrebbe essere minoritaria? O allarmarsi perché contribuisce? Preoccuparsi perché in ogni caso in zona circola diossina? La coperta è stretta. Quanto agli umani ammalati di cancro o di diabete tra il 1971 e il 2006, sempre la Asl spiega che bisogna ancora capire chi erano, se avevano sempre abitato lì, cosa facevano. Un´affermazione che non consola del tutto. Comunque la Asl promette di portare avanti l´indagine coinvolgendo i medici di famiglia e l´ordine dei medici. «La notizia non va esagerata né da una parte né dall´altra - cerca di tenere ferma la barra il sindaco di Montale Piero Razzoli - E´ sbagliato strumentalizzarla per attivare l´allarme inceneritore. Come sottovalutarla. Sono contento nel vedere che all´inceneritore viene attribuita la responsabilità minore. Ma voglio capire bene come stanno le cose e trovare i rimedi».

L´assessore provinciale Romiti ricorda che, tra tutti gli impianti della zona industriale, l´inceneritore è l´unico monitorato, che è stata proprio la Provincia a istituire il tavolo istituzionale dopo la chiusura dell´impianto nel 2007 per fuoriuscita di diossina causata da una partita avariata di carbone attivo. Proprio il tavolo, cui partecipano anche Comuni, Arpat, Asl e comitati, ha attivato la campagna di monitoraggio di cui «questa è solo la prima fase». Dice Romiti: «Andremo avanti e potremo così attribuire le responsabilità con esattezza. L´Asl parla anche di Pcb che deriva dagli oli e fa pensare alle sostanze del distretto tessile». Dell´indagine dell´Istituto zooprofilatico si parlerà il 2 aprile nella riunione del tavolo istituzionale.

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