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Ho sempre odiato di fare il catastrofista, perché togliere la speranza non serve a niente, ma non posso impedirmi di pensare che, da qualche tempo, sul pianeta, le cose vanno di male in peggio.

Checchè se ne dica

22 febbraio 2004
Giorgio Celli
Fonte: Il Messaggero 21.02.04

Checchè se ne dica, ho sempre odiato di fare il catastrofista, perché togliere la speranza non serve a niente, ma non posso impedirmi di pensare che, da qualche tempo, sul pianeta, le cose vanno di male in peggio. Uno dei paesi chiave, gli Stati Uniti, si è rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto, a Johannesburg non si è concluso un bel nulla sullo sviluppo sostenibile, e ora, alla conferenza di Kuala Lumpur sulla biodiversità, e la sua tutela, si è deciso che il tasso di estinzione delle specie vegetali e animali è in piena crescita, e non tutti sono d'accordo, gli Stati Uniti fanno di nuovo la fronda, sulle misure da prendere per attenuare l'ecatombe.
Ahimè, il concetto di biodiversità sfugge alla comprensione del grosso pubblico, e spesso qualcuno, il mio barbiere per esempio, mi ha chiesto pochi giorni fa a che cosa serva. Gli ho risposto che le piante e gli animali sono le sentinelle ecologiche della nostra sopravvivenza, perché un ambiente popolato da molte specie è sicuramente più vivibile anche per noi, di un altro dove la vita si è ridotta al lumicino. E' logico pensare, infatti, che i fattori di estinzione della flora e della fauna, pesticidi o altre diavolerie industriali, siano del pari nocivi alla nostra salute!Ma per vedere le cose da un punto di vista meramente economico, che tutti dovrebbero capire, nell'ufficio brevetti dell'evoluzione, le piante e gli animali, hanno depositato nel tempo delle straordinarie invenzioni, dei modelli per la bionica o delle molecole a effetto farmacologico. Ricordiamo, come esempi, il sonar acustico dei pipistrelli, che ha ispirato il radar, e più di recente la Vinca rosa del Madagascar, una pianticella che ospita nei suoi tessuti una sostanza terapeutica per la leucemia dei bambini e che ha promosso un affare di milioni di dollari.Ma, alla fin fine, per ogni specie che si estingue, la nostra immaginazione, le nostre metafore, diventano più povere. La poesia all'usignolo di Keats riuscirebbe incomprensibile se non ci fossero più usignoli nel mondo. Concludo tristemente: che cosa si fa nel nostro paese per tutelare la biodiversità? Si vuole riaprire la caccia nei parchi!

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