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Suonan male gli assoli dell'Arpa di Lecce

L'agenzia commissariata per la vicenda della Copersalento?
Assennato condanna la gestione dei rilevamenti per il sansificio di Maglie
Blonda subentra a Bucci nella direzione del dipartimento leccese
30 ottobre 2010
Fonte: Il Paese Nuovo, quotidiano di Lecce - 29 ottobre 2010

Maschera antigas inquinamento L’ingegnere Roberto Bucci non è più il direttore dipartimentale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) di Lecce, pur conservando il ruolo di responsabile dei servizi sul territorio. Al suo posto Massimo Blonda, il direttore scientifico dell’Arpa Puglia. Una nomina che sancirebbe un commissariamento di fatto dell’ente leccese. Non dà conferma di questo Giorgio Assennato, direttore regionale dell’agenzia, che giustifica l’interruzione anticipata della funzione di Bucci, prevista nel 2013, come «un sopravvenuto e grave problema di organizzazione del lavoro e delle relazioni interne».
Ma Assennato sembra indicare in qualche modo le cause di questa decisione nella gestione della vicenda Copersalento. Sono molto recenti, infatti, le polemiche che hanno investito l’Arpa di Lecce, che avrebbe fatto marcia indietro sui rilevamenti del luglio 2008, su sollecito dei legali dell’azienda magliese, effettuandone un altro quest’anno con esiti stavolta negativi, risultando un po’ come un mea culpa per l’inceneritore in smantellamento.
Assennato ritorna su quei fatti ricordando che sono stati effettuati tre rilevamenti nel corso degli ultimi due anni e che solo quello del 2008, il primo, aveva i requisiti procedurali e tecnici per essere valido. «La diossina-ricorda Assennato-non va cercata in profondità come è stato fatto nei due rilevamenti successivi a quello del 2008, ma su top soil, in superficie, e ricordo che in quel caso i valori erano il trenta per cento più alti dei limiti di legge. Nei rilevamenti successivi non sono state trovate quantità elevate di diossina perché si è cercato in profondità».
Ma c’è altro:«Il terzo rilevamento è stato condotto in maniera oggettivamente irrituale, extraprocedimentale, su iniziativa del dipartimento di Lecce, senza che la direzione generale ne fosse informata. E va aggiunto che anche la tipologia di campionamento era singolare, trattandosi di un mix di cinque posti inidonei».
L’Arpa Puglia, secondo Assennato, sarebbe stata all’oscuro della Conferenza dei servizi del 23 luglio 2010, in cui si deliberava per il nuovo campionamento, facendo entrare in causa, con una procedura singolare, l’ente gemello, ma della Regione Lombardia. Il prelievo è risultato negativo e la stampa ha subito messo all’indice l’ente pugliese.
Se l’azienda interessata, la Copersalento di Maglie (Le), è già in smantellamento, con gli operai in mobilità dallo scorso 27 settembre, ci si chiede quali altri interessi possano contribuire al polverone delle polemiche. Questioni non di poco conto sono le diffide ricevute dall’azienda a firma della Provincia di Lecce, che potrebbero aver portato ad azioni, per così dire, istintive alcuni attori della vicenda: l’azienda deve provvedere in tempi relativamente brevi e a proprie spese agli studi e ai campionamenti per la caratterizzazione dei terreni inquinati (per stabilire cioè tipologie di inquinanti, vastità e profondità) e per la conseguente eventuale bonifica. Solo se quest’ultima fase sarà completata, allora la zona di Maglie potrà tornare a respirare davvero. A patto che si faccia chiarezza: quando l’allora difensore civico della Provincia di Lecce Giacinto Urso denunciò che “l’Arpa non suona”, il neodirettore Assennato replicò che questo era dovuto alle “corde spezzate”,ovvero alla scarsità di mezzi e strumenti tecnici e legislativi. Se poi qualcuno vuol fare gli assoli rispondendo ad altre bacchette il concerto salta.

Note: DIRITTO DI REPLICA

c.a. Direttore PeaceLinK.it
info@peacelink.it

Oggetto: Articolo Arpa Copersalento del 29/10/2010. Precisazioni.

Spett.le Direttore, sono l’ing. Roberto Bucci del Dipartimento Arpa di Lecce, vengo informato solo in data odierna dell’articolo di cui all’oggetto, apparso su internet, e con la presente mi permetto di evidenziare alcune precisazioni in merito.

Come incidentale, ma ineludibile premessa, in considerazione delle note di apertura del citato articolo, è doveroso informare che, nel più rigoroso rispetto delle parti, lo scrivente sta procedendo a controdedurre al “sopravvenuto grave problema di organizzazione del lavoro e delle relazioni interne” di cui alle parole del DG di Arpa Puglia, nella serena contezza, che l’operato dello scrivente sia sempre stato improntato ad un intrinseco rigore metodologico ed organizzativo, e caratterizzato da coerenza d’azione e d’ idea.

Tanto sinteticamente evidenziato in premessa veniamo alla vicenda Copersalento.

Si ritiene debba essere detto che lo scrivente viene nominato direttore del Dap di Lecce nel settembre del 2008, ed a proposito di “corde spezzate” e “note stonate” di cui all’articolo in commento, il Dipartimento era diretto da un Direttore a scavalco, che dirigeva in contemporanea anche un altro Dap, con tutto quanto ne può conseguire per un Dipartimento come quello di Lecce che deve gestire un territorio tanto vasto e complesso.

La situazione specifica della Copersalento era disastrosa, per tutta una serie di azioni la vicenda era anche all’attenzione della Procura.

Sotto la direzione dello scrivente è stata gestita tutta la complessa vicenda, compresa la delicata fase di marcia sperimentale che ha poi portato, alla chiusura della ditta.

Sono stati effettuati tutti i campionamenti di prodotti alimentari ed acque di pozzo rientranti nel piano di monitoraggio dell’emergenza sanitaria determinatasi.

Tranne n°4 prelievi effettuati nel 2007, sono stati effettuati tutti gli altri campionamenti di terreni, circa n°40, che hanno consentito la mappatura ambientale in estensione dell’inquinamento.

In tal senso va detto che tutti i prelievi effettuati, sono stati eseguiti dalla stessa squadra di tecnici esperti e specializzati del Dap di Lecce.

Tutti i campionamenti, tranne due, di cui si dettaglierà nel seguito sono stati eseguiti sui primi 10 cm di terreno (famoso top soil) asportando quanto di estraneo al terreno medesimo (sassi, foglie, radici e quant’altro), come recita la norma di specie, nel caso di ricerca di composti poco miscibili in acqua, come le diossine.

Indicato che :
CSC (concentrazione soglia di contaminazione)
per i suoli ad uso commerciale ed industriale è : 100 ngTE/kg ;
CSC (concentrazione soglia di contaminazione)
per i suoli ad uso agricolo e residenziale è : 10 ngTE/kg .






Per tutti i campionamenti i valori analitici riscontrati sono risultati inferiori al CSC di riferimento, tranne che per un campionamento effettuato a circa 100 metri dalla ditta Copersalento, che ha evidenziato un valore analitico di diossina di 128 ng TE/Kg a fronte dei 100 ng TE/Kg previsti per i terreni ad uso industriale.

Veniamo ora ai due campionamenti “spuri”.

Nell’agosto del 2009, la ASL di Lecce, Servizio Igiene Pubblica /Servizio veterinario, chiede un altro campione di terreno nel sito risultato inquinato (quello del 128 di cui sopra per intendersi).

Chiede inoltre, e la circostanza veniva verbalizzata in sede di prelievo, che il campionamento fosse eseguito a profondità di 50 cm.

Il campionamento veniva effettuato nel settembre del 2009, i campioni venivano avviati al laboratorio microinquinanti del Dap di Taranto, che emetteva il rapporto di prova nel giugno 2010,
evidenziando un valore di diossina pari a 12,5 ng TE/Kg, quindi inferiore alla CSC di 100 ng TE/Kg dei suoli industriali.

La validità tecnico-scientifica e la fruibilità di tale dato discendono dalla circostanza che, come recita norma e letteratura tecnica di settore, sempre per i composti poco miscibili in acqua come quelli in narrativa, una volta accertata la presenza dell’inquinante nella zona superficiale, a seguito di campionamento nei primi 10 cm di terreno (top soil) , va individuata la profondità dell’inquinamento, e per questo la norma indica che necessita fare prelievi prima sino a 50 cm, e quindi sino ad un metro di profondità.
Quota che viene sempre considerata dalla legge di riferimento, terreno superficiale.
Come contributo si allega significativa e chiarificatrice nota tecnica.

Orbene , tanto detto, appare evidente come il secondo dato analitico emerso, 12,5 ng TE/Kg, non sia paragonabile con il primo, 128 ng TE/kg, perché ovviamente prelevato su quote distinte di terreno, e con finalità diverse, il primo atto a fornire contributi sulla presenza dell’inquinamento il secondo atto a fornire gli stessi contributi sulla profondità dell’inquinamento medesimo.

Su tale campionamento va detto ancora che, per un mero errore materiale, derivante anche dalla parziale illegibilità della riproduzione del verbale di campionamento, il dato analitico di 12,5 ng TE/kg, fu attribuito erroneamente, nella comunicazione ufficiale agli “Enti” a suolo ad uso residenziale, invece che a suolo ad uso industriale, come invece esattamente era, e pertanto dato il CSC per i suoli residenziali pari a 10 ng TE/kg, dichiarato “non conforme”.

Rilevato l’errore di attribuzione, il Dap di Lecce emise una nota di errata-corrige, in cui chiariva
che la corretta destinazione d’uso del suolo era industriale, e considerato che il CSC di riferimento doveva essere 100 ng TE/kg e non 10 ng TE/kg, il campione era da ritenersi “conforme”.
Tutto qui.

Pertanto appare evidente come non ci sia stata nessuna marcia indietro del Dap di Lecce, il dato analitico è sempre stato 12,5 ng TE/kg, che prelevato a 50 cm di profondità, con la valenza anzidetta, e su un suolo ad uso industriale costituisce un campione “conforme”.


Sulla stessa falsa riga si colloca l’ultimo campionamento richiesto dalla Provincia di Lecce, ed effettuato nel luglio di quest’anno.






La ditta ha ritenuto di avvalersi come consulente di parte dell’Arpa Lombardia.

In considerazione di ciò, ed a tutela massima dell’Ente rappresentato, nonché della qualità dell’attività che si andava a svolgere, lo scrivente ha ritenuto opportuno di affiancare ai tecnici che routinariamente effettuano tale tipologia di prelievi, un dirigente chimico di Arpa Puglia, ed in tal senso è stata fatta istanza al Direttore Scientifico della disponibilità del dirigente chimico del centro microinquinanti di Taranto, esperto nella ricerca di diossine.
Istanza rigettata in considerazione degli impegni di quest’ultimo.

Alle attività di prelievo ha comunque partecipato un dirigente chimico esperto del Dap di Lecce.

Il campionamento di terreno, replica, sullo stesso sito, ed in contraddittorio, di quello di cui al punto precedente, effettuato alla presenza, della ditta e dei suoi consulenti, di personale della ASL di Lecce, e del Comune di Maglie, ha rispettato rigorosamente le norme tecniche di riferimento.
Tanto secondo quanto riportato nel verbale di campionamento, nonché relazionato dai tecnici che materialmente hanno effettuato le operazioni.
Per entrare nel dettaglio si è trattato di un campionamento manuale composito, per come previsto dal manuale Apat n°43/2006, ed i cinque punti di prelievo sono stati rispettati in ossequio a quanto già previsto dal DM 471/99 per campionamenti su suoli di area inferiore a 10.000 metri quadrati del tipo di quello in narrativa.

Le indagini analitiche effettuate sempre presso il centro microinquinanti di Taranto, che ha emesso il rapporto di prova nell’ottobre c.a., hanno evidenziato un dato analitico, in termini di contenuto di diossina pari 0,14 ng TE /Kg, nella norma rispetto al CSC per i suoli ad uso industriale.

La valenza tecnico scientifica del dato e la sua fruibilità sono evincibili da quanto detto in precedenza per lo stesso tipo di campionamento.

Tanto detto si evidenzia come il Dap di Lecce:
- non abbia mai agito d’iniziativa, ma sempre su richiesta/di concerto con gli Enti preposti;
- abbia agito, per quanto di competenza, sempre nel massimo rigore tecnico-scientifico e rispetto delle parti.

Spiace pertanto aver dovuto spezzare quel romanticismo intrinseco proprio degli “assolo” di cui all’articolo in oggetto, ma come si può capire da quanto precedentemente detto per il Dap di Lecce, si è trattato di un concerto, diretto dalla bacchetta del pubblico interesse e della oggettività d’azione.

“Concerto”, tra l’altro, questo, come tutti gli altri affrontati nel periodo in narrativa, (non è da tralasciare la circostanza che Arpa Puglia Dap Lecce, è stata, ed è, in prima linea su tutte le incombenze ambientali che la provincia ha dovuto affrontare), “suonato” con il sudore della fronte, da “quelli” che oramai si sono ridotti ad essere “quattro gatti” a fare da presidio ambientale ad un territorio che per potenzialità meriterebbe sicuramente altro.
Ma dai programmi di prospettiva non si intravede molto, anzi tutt’altro.

Con preghiera di pubblicazione per oggettivo diritto di replica e completezza di informazione, nonché con espressa riserva di ogni opportuna azione nelle competenti sedi a tutela della rispettabilità e dell’immagine dello scrivente si porgono distinti saluti.


dott. ing. Roberto Bucci
20/11/2010

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