Eco-Ceronetti
Artista di strada, marionettista,traduttore, vegeteriano da oltre un quarantennio. Guido Ceronetti è anche scrittore caustico e iconoclasta nonché cronista dissacrante di fatti culturali e sociali. Quello che qui si raccoglie è solo una sua brevissima antologia di aforismi, di pensieri acuti ed indigesti riguardanti la manomissione della natura, l’inquinamento industriale e dell’atmosfera, la distruzione scientifica dell’ambiente, il rapporto sempre più tragico e alienato che intercorre oggi tra l’ uomo, ormai automa in balia del proprio Ego da colmare di “attimi” e artifizi materiali, e la natura. Oggi è vincente l’idea di una civiltà nutrita di concezioni moderniste, di un futuro senza più limitazioni fisiche, di un mondo senza più confini materiali e che cinicamente e ipocritamente, associa la salvaguardia della natura al suo esatto contrario: la produzione,il profitto,la crescita esponenziale. Gli aforismi lucidi e impietosi del Ceronetti-pensiero, c’è lo ricordano con violenza, fissando nell’animo e nella mente, come drammatiche istantanee da un fronte di guerra: paesaggi moribondi e alienanti, scenari di disperazione e desolazione; rigurgiti del tentacolare pensiero tecno-scientifico incessantemente evocato e“messo in forma” da apprendisti stregoni. Le parole di Ceronetti colgono la metastasi della natura e annunciano, provocatoriamente, una catastrofe ecologica prossima ventura.
Abitare
Un manuale per abitare può cominciare così: Prima di crearvi un interno piacevole cercate che l’esterno non sia di afflizione. La bruttura e l’infelicità esterne possono suggerire un bel arredamento –leggero e luminoso,contro aria pesante e nera- però sul cuore è l’esterno che preme e trafigge.
Acqua
Le conosco le vostre case. Ignorano che la relazione tra l’acqua e l’uomo è di madre a figlio,che lo spreco sprezzante d’acqua è una delle forme sottili del parricidio. Apri il rubinetto e giù acqua…E’ la maledizione della facilità…Andare a prenderla con un secchio e una bottiglia,quando c’è un guasto,subito ti ricorda che l’acqua è preziosa,che la vita è sforzo: versarla da una brocca è un gesto che educa:” Dopo il pediluvio,me ne resta ancora un po’ di tiepida per la barba”. Dopo la barba me ne resta ancora abbastanza per farmi un uovo in camicia”. “Dopo un uovo cotto,nell’acqua raffreddata metto a bagno la dentiera”. Questa è civiltà.
Erbicidi,antiparassitari,concimi chimici,fitofarmaci viaggiano,penetrano,scivolano giù,s’insinuano,della morte dell’acqua si nutre la loro pseudo-vita pietrificata. E l’acqua è frontiera biologica assolutai vuole una cecità sovrannaturale per continuare così con rabbia a spegnere la bevibilità,ad annientarne la capacità ossigenante.
La Donna-di-Casa,circondata dalla sua artiglieria di polveri e liquidi detergenti,è per l’acqua peggio di un Borgia. La Donna-di-Casa, questo colosso industriale,il più gigantesco mercato di prodotti chimici del mondo,l’obbiettivo di bombardamento fisso di tutti i direttori di Marketing,lo strumento attivo di tutte le sperimentazioni,i trucchi,le bramosie,i crimini dei laboratori industriali,la schiava religiosa della pubblicità,distrugge acqua con la velocità implacabile con cui un formichiere inghiotte un formicaio.
Alberi
Non sospettava,Anton Checov,la futura pregnanza simbolica del suo giardino dei ciliegi: cento anni dopo,in uno strazio indicibile di ogni realtà vivente,nell’inferno di tutte le infelicità possibili,quegli alberi abbattuti di finzione drammatica,alberi armati,i ciliegi di Ljubov,ci ricordano (devono ricordarci) le foreste abbattute,i piccoli frutteti dietro il muro accerchiati,l’allargamento del deserto. Muore la foresta amazzonica, il bosco germanico,la chioma boema,gli incendi divorano tranquillamente i boschi mediterranei superstiti,chi ha un giardino lo vende per intascare i soldi di Lopachin,che chiamerà subito le ruspe. I tonfi nella casa della Ranevskaja risuonano in tutte: gli alberi se ne vanno, gli alberi ci lasciano perché non abbiamo saputo tenerceli insieme ai loro abitatori visibili e invisibili.
Tragici e profeti non immaginavano quanto tragico umano e cosmico avrebbe potuto un giorno essere significato da qualche tronco d’albero abbattuto elettricamente per ordine di un assessore comunale, per far posto a delle automobili.
Ambiente
Proposta per un tribunale dell’ambiente, dotato di tremendo potere,capace di smantellare industrie potenti e di terrorizzare il potere economico.
L’ambiente cancerigeno – impregnazione locale e nutrimenti terrestri, aria di un luogo e cielo del mondo – non è tanto un problema medico e sociale,quanto un enigma del pensiero,uno dei fili che legano,che compongono lo stesso destino umano. E altro cancro, dal cancro,è prodotto,attraverso i massacri sperimentali e farmacologici,patimenti di bestie e disumanità scientifica,perché l’ambiente è una pelle che assorbe e trasmette tutto.
Animali
Gli animali sono un tesoro da lungo tempo perduto.
E dicono di aver abolito i sacrifici animali! Soltanto il rito hanno abolito:li sterminano ininterrottamente,illimitatamente,senza bisognol sacerdote si è fatto industria.
Armi
Una delle più grosse stupidaggini è il oh quante cose buone si potrebbero fare col denaro speso in armamenti, perché con quel denaro,cretini e criminali come siamo,si farebbero certamente cose peggiori,e con molto più certi danni,perché questa è una pace senza Legge. Le armi più costose sono armi in gran parte inutilizzate come tali : la loro utilità è proprio nel enorme quantità di ricchezza ingoiata,che si scatenerebbe in altri campi indisturbata,per la rovina della terra e l’abbrutimento dei popoli. Se invece di milioni di automobili civili si costruissero carri corazzati, finirebbero tutti in depositi sotto terra e le città respirerebbero.
Automobile
L’automobile è una grande scuola di aggressività e di criminalità. Per fortuna, come in tutte le scuole,molti non imparano. Tuttavia la scuola è aperta giorno e notte.
La privazione dell’automobile è un grado di libertà in più.
Bellezza
“La bellezza salverà il mondo ” diceva Dostoevskij,ma la bellezza non salva: può soltanto testimoniare,nell’infinito della perdizione,che essa esiste e che “ Dio è bello”. Da quel che vediamola bruttezza sta perdendo tutti e tutto, e il suo partito ha sei miliardi di iscritti,fanatici o passivi.
Boschi
I boschi sono sempre più preziosi, più malati,più sacri. Una legge che per chi li distrugge non prevede i massimi di pena è una legge che ignora il peso di certi crimini e non protegge dal male. Gli antichi, infinitamente più ricchi di noi di boschi,amministravano agli incendiari anche la pena capitale.
Quando siamo diventati cristiani, abbiamo subito cominciato a lordare e distruggere i boschi sacri,
e insieme la sacralità latente del bosco. Credevamo di poter fare a meno di queste forme inferiori di religiosità. Il risultato è più che niente è sacro: nessuna forma di vita,né una sorgente d’acqua né l’oceano,né un pesce-gatto né l’intimità del pensiero umano. Il cuore che non sente la presenza degli Dei in un bosco è già un cuore incendiario. Il verso leopardiano “ Vissero i boschi un d ì” piglia, alla luce di questi mostruosi incendi,tutta la sua straziante pregnanza di verità. Che riparo possono essere anche cento aerei innaffiatori contro una distorsione mentale,un errore essenziale del cuore ?
Campagna
La campagna sanguina per i misfatti dell’intelligenza umana.
Carne
Non mangiare carne è un’etica assoluta: per chi sia cosciente di quel che significa allevare-macellare-trafficare carni,e non è disposto ad approvare tutto, e tuttavia non si astenga,non ci sarà perdono. Meglio chi mangia carne seicento volte l’anno di chi la mangia,tanto per consentire,una volta la settimana: nel carnivorismo cieco,totale,tigresco,c’è una specie di innocenza,è materia che divora se stessa;in quello sporadico c’è l’uomo e la sua colpa.
Cernobil
L’oscura potenza che interminabilmente brucerà nel reattore esploso e che si nasconde sotto le torri e le cupole plutonie che abbiamo visto crescere nelle valli e sulle rive dei grandi fiumi, foresta incantata di alberi di morte,non è domabile con mezzi tecnici e politici perché è di essenza spirituale. E’tenebra in movimento. Non serve, asservisce. Non è tenuta ci tiene.
Città
La città impone fatiche mai viste. L’aria cuore del corruptum è una pasta infetta dove mi muovo come un sonnambulo preso a pugni che tuttavia rilutta a svegliarsi, e dove incontro gente che si domanda come fare a vivere in una simile sporcizia biosferica che è del tutto incompresa,impersonalmente interiore.
Civiltà
La civiltà uccide gli alberi con il fiato.
Disastri
L’alterazione del rapporto tra civiltà umana e natura è ormai troppo avanti per poter essere fermata. Questa è una locomotiva che corre al baratro senza vedere nessun segnale; la guida è cieca o semicieca,i passeggeri dormono tutti. Di grande, ci resteranno pur sempre i disastri.
Economia
Chi mette l’Economia prima degli angeli, sia impiccato subito a un enorme sbadiglio.
Che cosa sia un’ Economia staccata dalle voragini e dai deserti dell’indigere e del domandare umano,dai cieli dove non vola l’uccello del non egebo, dovrebbe essere chiaro,ormai: un orrore. Al servizio di questa economia di puro spavento, che impone modi di coazione e di snaturamento di cui è in ciascuno il malessere (in pochi soltanto, la coscienza), che trasforma le società umane in aggregrazioni di schiavi di un produrre che non conserva ma assassina la vita , girano e girano le smisurate pale dell’industrialismo mondiale, elica disperata.
Fame
La fame è sempre, in ogni tempo vicina.
Industria
Qualunque nuova espansione industriale è un crimine. Nessun delitto ebbe mai tanti complici, tante convenienze,tanti perdoni…
Inquinamento
Credo sia un dono; un dono degli Dei lontani,i cui doni non sono mai facili da capire. Questa volta, però,il dono è chiaro. Senza l’inquinamento (e il corrispondente esaurirsi delle cose sfruttabili, questa corsa tecnologica,industriale,scientifica,demografica,ec
onomica,politica,culturale,non avrebbe mai fine,come la vita di quei disgraziati struldbrug,che Gulliver incontra nel regno di Luggnagg. Ma ogni cosa produce la propria morte, e adesso,della malattia mortale del progresso,possediamo la prognosi certa.
Natura
La natura è come la conseguenza di un atto: incomprensibile e raccapricciante. C’è soltanto da perdere, a non volerla servire.
Paesaggio
Perdendo il paesaggio,non è solo il paesaggio che abbiamo perduto: è l’intero spazio, poetabile che è sparito dalla parola.
Petrolio
Il rapporto tra il petrolio del sottosuolo e l’incendio delle anime non è da trascurare; il petrolio è una maledizione assoluta,e il mondo è petrolizzato.
Polmoni
Se i polmoni dell’umanità rinchiusa nelle città fossero passabilmente puliti, le attività di divertimento e la rabbia dei consumi si ridurrebbero di due terzi,con effetti do schianto per l’economia.
Produttività
Metà abitanti di un paese moderno ricevono compensi senza lavorare, e questa è una provvidenza,perché se realmente lavorassero ci sarebbero ancora più danni,nei nostri paesi resi invivibili dalla produttività.
Progresso
Le modificazioni incessanti dell’ignoranza sono chiamate, fra noi,progresso della conoscenza,evoluzione del pensiero,conquiste scientifiche.
Salute
Tutto quel che non si mangia fa bene alla salute.
Scienza
La scienza moderna è un bluff: ci ha eretto intorno una colossale trappola per topi. Tutto quel che viene da lei senza più barlumi orfici è dono di morte.
Silenzio
Il silenzio , è già molto ritrovarlo dipinto
Smog
L’immagine degradata dell’uomo in cui ci specchiamo è una statua di cattedrale rotta dallo smog, che non è composto di anidride solforosa e di aria stagnante ma un avvertimento morale.
Stagioni
Religioni e stagioni hanno camminato,per tutto il tempo che ci è noto,insieme; rompendo il ritmo delle stagioni,ignorando l’anno agricolo,mettendo al sole e alla luna,alla pioggia e al vento un interruttore,la nostra stagione mondiale,unificata dai fumi,ha spezzato il legame che univa,alle
Stagioni del cielo, religioni della terra.
Sviluppo
Dal momento che il progresso (oggi lo si chiama, accentuandone la materialità,sviluppo) è destinato,in un tempo calcolato breve,a non più essere,per i micidiali contraccolpi della sua azione in tutta la sfera della vita,che piamente reagisce morendo,e trascinando le anomale invenzioni umane nella propria agonia,l’angoscia di vederlo crescere senza misura,gonfio di pena e di disumano,cessa.
Tecnica
La tecnica è forza, ma il tecnico non la comprende,e ancora meno comprende la forza impenetrabile che affronta con i mezzi tecnici.
Terra
O acqua! O aria! O terra! Terra morta…tutte le stelle muoiono per collisione esterna, esplosione o consumazione interna. Questa sola muore perché i suoi abitanti preferiscono alla sua vita limitata l’illimitato della propria peccabilità.
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