Per una Puglia capace di futuro
Giuseppe Serravezza, medico e presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt) di Lecce, è il primo firmatario di un documento sottoscritto dalle associazioni ambientaliste e per la salute che segue i lavori del convegno del 19 marzo “Energie rinnovabili in Puglia, sostenibilità ambientale e sanitaria”.
Il documento si propone di apporre alcuni cambi alla legislazione italiana, regionale, provinciale e comunale, tentando di dare alle politiche paesaggistiche, territoriali, energetiche, ambientali, sanitarie e sociali un indirizzo meno scellerato e più sostenibile.
Un documento ambizioso che critica aspramente l’operato del governo, le incongruenze del Piano energetico ambientale regionale (Pear) e cerca invece di alzare la barra della discussione alle raccomandazioni del Piano paesaggistico territoriale regionale (Pptr) e della visione del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) del 2008, che vedono nel Salento una sorta di parco naturale e culturale da tutelare.
C’è tanto da fare, però, e la strada intrapresa, almeno secondo la visione dei firmatari, è quella sbagliata.
La Puglia paga anzitutto un prezzo orribile alla presenza dell’obsoleta energia termoelettrica alimentata a carbone dalle centrali di Brindisi e Taranto: 8mila tonnellate annue che hanno già ammorbato la salute pubblica, e che non sono neanche state ripensate a seguito della riconversione alternativa che la Puglia si è fregiata di perseguire come capofila delle regioni meridionali.
Il risultato è un gigantesco crocevia di sprechi che genera un aumento dell’offerta, e dunque del consumo, di energia elettrica, con tanti saluti alla sostenibilità e ai criteri di contenimento e riduzione dei consumi che davvero sarebbero utili all’Italia.
La via maestra per gli ambientalisti è rappresentata dalla cosiddetta generazione distribuita, ovvero dalle microimprese che realizzano impianti capillari sul territorio laddove ce n’è bisogno, senza spese né ricadute significative sulla salute perché non richiede massicce revisioni della rete esistente, cosa che invece accadrà con i macroimpianti già presenti sul territorio.
Il possibile scenario rappresentato ha alcuni difetti, veri o presunti: non si parla di bonifiche dei territori, e questo rappresenterebbe una grande possibilità di impiego visti gli scempi commessi sulle spalle dei cittadini prima inconsapevoli e poi incoscienti. E poi non avvantaggia le lobbies che contano, quelle delle grandi aziende italiane ed estere, e rischia di essere una carta decisiva per la libertà dei cittadini, cosa che come sappiamo è troppo rischiosa.
Allegati
Energie rinnovabili in Puglia, sostenibilità ambientale e sanitaria
Lilt Lecce122 Kb - Formato pdfValutazioni sullo stato della produzione e distribuzione di energia in Puglia, proposte, analisi e conclusioni in un documento a firma delle associazioni per la salute e la tutela del territorio pugliese
Articoli correlati
- Le comunità a energia rinnovabile
Siamo energia
Le salite e le discese nel passaggio del potere alla gente nella Valle di Chamonix6 novembre 2020 - Zoe Hart - PRESENTAZIONE:
Giovanni Pesce: Partigiano della Pace - l'appello contro l'energia nucleare
Con il messaggio antinucleare di Giovanni Pesce, il Che Guevara italiano e della Campagna internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale7 marzo 2018 - Laura Tussi - Triennio di Meccanica negli istituti tecnici
L'articolazione di Energia per la sostenibilità ambientale
L'energia è una questione che può ispirare nella scuola una progettualità sulla green economy.29 gennaio 2018 - Alessandro Marescotti
Sociale.network