Una vittoria storica
Dopo un’entusiasmante e incontenibile mobilitazione di massa di persone da ogni parte d’Italia con manifestazioni di ogni tipo: lanci di striscioni, raduni di biciclette (critical mass), seminari, stand informativi, proiezioni di film, un uso incredibile di Facebook e dei social network, gente che ha corso nuda per la strada, flash mob di protesta contro il nucleare, giovani autoconfinatisi a vivere per oltre un mese in un enorme finto bidone radioattivo, ed una tempesta di base di passaparola porta a porta, vicino col vicino, persona con persona, gli italiani hanno ottenuto una vittoria storica contro le forze del capitalismo globale e della privatizzazione, esprimendo con il loro voto la volontà di mettere al bando ora e per sempre la costruzione di impianti di energia nucleare, mantenere o restituire alla proprietà pubblica le risorse idriche e perseguire il comportamento criminale dei leader politici – primo fra tutti Silvio Berlusconi. Gli italiani sono riusciti a superare lo scoraggiante obiettivo del quorum del 50% + 1 di tutti gli aventi diritto al voto a dispetto dei mass media controllati da Berlusconi e di un governo che incoraggiava gli elettori ad andare al mare invece che a votare nel primo weekend delle vacanze scolastiche estive. Erano più di dieci anni che un referendum non raggiungeva il quorum. Questa volta il popolo italiano ha risposto con il 57% degli aventi diritto al voto che si sono recati alle urne, la percentuale più alta di tutti i referendum degli ultimi 20 anni, e con il superamento del quorum in ogni regione del paese. Il 95% dei votanti ha detto SI per dire NO, e il vento del cambiamento in Italia ha raggiunto la forza di una tempesta.
Il voto è cominciato domenica mattina e a mezzogiorno i risultati mostravano che solo il 10 per cento circa degli elettori era andato a votare su scala nazionale. C’era un’attività letteralmente frenetica in ogni città o paese, per strada, nei bar, nelle piazze, sulle spiagge, ovunque! I promotori dei referendum hanno gettato ogni cautela al vento invitando ogni passante a recarsi alle urne e a non lasciarsi sfuggire questa importante opportunità di esprimere la nostra voce democratica collettiva.
È stata una mobilitazione incredibile che ha avuto un effetto domino grazie al fatto che studenti, familiari, colleghi si sono spinti l’un l’altro per far sì che il processo democratico funzionasse per la gente una volta per tutte.
Bandiere sventolanti dai balconi, adesivi sui finestrini degli autobus e sulle porte della metro, ciclisti su e giù per le coste che fischiavano e urlavano per incitare al voto. Alle 19 di domenica l’affluenza ai seggi era al 30 per cento. La depressione del mattino aveva ceduto il passo alla sensazione nervosa che forse poteva essere davvero possibile raggiungere il quorum. La gente prendeva il telefono, mandava sms e continuava a battere ogni strada per contattare e fare appello a tutti affinché sapessero che poteva essere proprio il loro singolo voto a fare la differenza.
Alla chiusura dei seggi, alle 22 della domenica, l’affluenza alle urne era riportata al 41%, e dunque il quorum era ben a portata di mano. 25 comuni su un totale di oltre 8000 avevano già raggiunto il quorum e secondo le previsioni il 10 per cento mancante poteva essere raggiunto il lunedì. Così dominata dalla Chiesa Cattolica, la parola “miracolo” cominciava ad uscir fuori dalle labbra della gente mentre una tensione incredula e nervosa continuava a prender forma. Il governo aveva ancora qualche asso nella manica da giocare. Correva voce che non sarebbero state conteggiate le schede degli italiani all’estero sul quesito riguardante il nucleare. Si diceva che sarebbe stato necessario arrivare almeno al 52 o 53 per cento dei voti per assicurare il quorum, che non bastava più il 50% + 1; sarebbe stato possibile? Roma era in agitazione, e la gente diceva convinta che non sentiva una tale energia nelle strade dai tempi della rivolta studentesca del 1968.
In Calabria, l’unica regione ad aver votato per la coalizione di destra di Berlusconi nelle ultime elezioni amministrative, gli attivisti erano più cinici. Avrebbero causato loro il fallimento del mancato raggiungimento del quorum per la nazione? Mentre su scala nazionale l’affluenza alle urne era del 41 %, la Calabria era solo al 30% e la tensione era palpabile. Lunedì gli italiani hanno risposto, e anche in Calabria! Abbiamo superato il 50 per cento + 1, veleggiando verso il 57 %, prevalendo così su qualsiasi possibilità che i voti dall’estero potessero cambiare il risultato.
L’Italia è stata sopraffatta dalla gioia!!! Il leader del partito italiano Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aveva lanciato le campagne per la raccolta di firme per i referendum sull’energia nucleare e il legittimo impedimento, ha tenuto una conferenza stampa per esprimere il suo orgoglio e la sua soddisfazione per il risultato di questo storico voto, affermando che “è stata una vittoria del popolo italiano, e non dell’establishment politico,” chiedendo ancora una volta le dimissioni di Berlusconi. Le centinaia di comitati, e le organizzazioni locali, regionali e nazionali, sono esplose in festeggiamenti nelle piazze di tutto il paese. La festa più grande c’è stata a Roma e simbolicamente si è svolta davanti ad un monumento romano noto come la “Bocca della Verità”.
Mentre i media nazionali riportavano i risultati delle elezioni dando spazio ai soliti portavoce del governo Berlusconi e al Partito Democratico di opposizione, il messaggio proveniente dalle piazze e dal popolo italiano era chiaro, questa è stata una vittoria che appartiene alla gente, ottenuta dalla gente, per la gente, senza lo stendardo di nessun partito dell’attuale casta politica. Come ha detto Marco Bersani, dell’organizzazione ATTAC Italia, “è tempo di cambiare discorso in Italia, questa non è stata una vittoria di nessuno dei maggiori partiti politici ma deve essere riconosciuta come un chiaro segnale che gli italiani non ne possono più dell’inettitudine dei leader politici della nazione e sono pronti per una democrazia diretta che affronti i problemi seri che affliggono i cittadini.”
Questa vittoria non deve essere considerata solo nel contesto del panorama politico italiano, ma anche per il significato che essa assume per il resto dell’Europa e del mondo. Gli italiani hanno votato SI’ per dire NO alla privatizzazione delle risorse idriche. Molte delle risorse idriche in Italia sono già mal gestite dalle corporazioni multinazionali e ora gli italiani hanno deciso che l’acqua come risorsa primaria deve essere controllata e gestita pubblicamente. Ieri, al raduno per i festeggiamenti a Napoli, il prete italiano ribelle Alex Zanotelli ha ripetuto che “tutta la vita proviene dall’acqua, l’acqua è la madre della nostra esistenza e non devono essere le multinazionali a decidere come debba essere gestita e distribuita, ma i popoli del mondo. Dobbiamo metterci insieme per costruire relazioni umane e per creare una rete di democrazia diretta per proteggere l’acqua e altri beni pubblici dallo sfruttamento.” La decisione italiana di dire no alla privatizzazione dell’acqua è un affronto al parlamento europeo, al G8 e al FMI che minacciano la privatizzazione di tutte le risorse pubbliche a dispetto della crescente crisi debitoria che l’Economia Globale sta affrontando. Ora, l’Italia, da sola, si distingue come la prima nazione europea a compiere questo passo contro le forze della privatizzazione.
La decisione dell’Italia di bandire la produzione di Energia Nucleare è un segnale per dire all’Industria Nucleare che il suo tempo di affarismo disastroso a spese del nostro futuro e del futuro dei nostri figli sta per finire. Gli italiani esigono ora un piano energetico nazionale democratico e giusto che metta al primo posto le energie rinnovabili.
Il movimento di massa dei cittadini è stanco del solito affare della politica dominata dai giganti dell’energia e della pressione esercitata dal governo americano per diventare una nazione nuclearizzata. La gente chiede un piano energetico diffuso e sicuro che utilizzi le abbondanti risorse solari ed eoliche per le quali l’Italia è rinomata e che possono aiutare a offrire migliaia di posti di lavoro per i giovani tagliati fuori dai giochi dell’economia dominata dalla classe dirigente corrotta.
Gli italiani hanno anche deciso che i politici eletti non devono essere protetti dai processi mentre sono in carica e che la legge deve essere applicata in maniera uguale per tutti. Questo voto elimina il decreto del governo Berlusconi chiamato “Legittimo Impedimento” che permetteva ai detentori di incarichi, e specialmente allo stesso Berlusconi, di essere giustificati nel non presentarsi in tribunale.
Il vento del cambiamento sta soffiando forte in Italia e c’è una rinnovata speranza e fiducia che un Altro Mondo sia davvero possibile. Speriamo che tutti i popoli del mondo traggano ispirazione da questa nuova alba in Italia e si uniscano a questa lotta globale contro la privatizzazione, l’energia nucleare e la corruzione dei governi. Qui la gente si rende conto che nonostante questa storica vittoria, la lotta è soltanto all’inizio.
http://www.seismologik.com/journal/2011/6/15/italian-people-win-historic-victory-to-ban-nuclear-power-and.html
Michael Leonardi (cittadino statunitense), che ora si trova a Napoli, è da tempo attivista nel movimento USA contro l'industria nucleare, ed è legato a campagne come "Beyond Nuclear" che potete trovare a www.beyondnuclear.org/ e ha scritto, e sta scrivendo, una serie di articoli che raccontano la storia dell'opposizione al nucleare negli USA, che si trovano a
http://www.counterpunch.org/kamps04082011.html
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