Norme estive anti-ambiente: questa volta a Porto Tolle ...
Gli obblighi a tutela dell'ambiente sono un impaccio. Non hanno padre, e nessun interesse forte che ci speculi. Sono quindi destinati a una vita breve. Nessuno si ricorderà di loro e scompariranno in una notte d'estate.
ALLA RICERCA DI DIRETTIVE IN SCADENZA E MANOVRE FINANZIARIE URGENTI
Sembra che uno degli esercizi più frequenti, quando si tratta di "ritoccare" la legislazione sull'ambiente, sia quello di trovare una buona locomotiva che passi veloce, talmente veloce da nascondere quello che trasporta.
L'anno scorso è andata così per i limiti di una sostanza cancerogena come il benzo(a)pirene, in gran parte di origine industriale. Il limite già da anni era fissato in 1 nanogrammo, calcolandone la concentrazione in un metro cubo di aria. All'improvviso ne è stata sospesa l'applicazione. Lo si è fatto inserendo una norma in un testo di legge da approvare in fretta, poiché recepiva - a termini scaduti - una direttiva europea (cfr. NOTE).
Possiamo trovare un buon esempio leggendo un articolo della manovra finanziaria appena approvata dal governo (in attesa di conversione in parlamento): i commi 8 e 9 dell'art. 35.
Grazie alla modifica di un articolo in una legge del 2009 - il decreto-legge 5/2009 - viene meno un altro obbligo: quello di applicare, in determinate circostanze, alcune regole del procedimento di Valutazione d'impatto ambientale (i due commi sono riportati nel box).
Vediamo di capire "dove ci troviamo e in compagnia di chi" e coglieremo meglio il significato delle modifiche.
L'INQUINAMENTO A PORTO TOLLE
Sul delta del Po si trova una delle più grandi centrali termoelettriche italiane, di proprietà ENEL. Utilizza gas combustibile e si trova vicino Porto Tolle, un piccolo centro di circa 10.000 abitanti in provincia di Rovigo. Per l'esattezza, la centrale si trova nel territorio della piccola frazione di Polesine Camerini.
ENEL S.p.a. decide di riconvertire la centrale per utilizzare carbone, e nel 2009 il Ministero dell'Ambiente rilascia un parere favorevole sul progetto di riconversione. Il parere riguarda quel particolare procedimento che si chiama "valutazione di impatto ambientale" (cosiddetta VIA).
Come si sa, la Pianura Padana è una delle zone più inquinate d'Europa.
In questi anni l'attività della centrale è stata oggetto di un procedimento penale conclusosi con una sentenza definitiva lo scorso 27 aprile; la Corte di Cassazione ha definitivamente accertato che le emissioni in atmosfera della centrale hanno provocato danni ambientali calcolati in milioni di euro.
Il progetto dell'ENEL di utilizzo del carbone è controverso, vede i sindacati divisi e seduce parte dei lavoratori, per i quali nell'immediato sembra rappresentare il male minore.
E' tutt'altro, però, che un passo avanti nella tutela dell'ambiente: aumenterebbero i rischi, il numero di sostanze inquinanti e cancerogene e l'anidride carbonica nell'atmosfera. Operatori economici e associazioni, infatti, ricorrono contro il parere favorevole del Ministero dell'Ambiente, che viene annullato dal giudice amministrativo (sentenza del Consiglio di Stato 3107, 23 maggio 2011).
UNA VALUTAZIONE D'IMPATTO AMBIENTALE... SENZA VALUTAZIONE
D.L. 89 del 6 luglio 2011 (manovra finanziaria in attesa di conversione in Parlamento):
Art. 35, COMMA 8 (modifica un articolo del D.L. 5/2009):
"Art. 5-bis (Riconversione di impianti di produzione elettrica) - Per la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati ad olio combustibile in esercizio alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, al fine di consentirne l'alimentazione a carbone o altro combustibile solido, si procede in deroga alle vigenti disposizioni di legge nazionali e regionali che prevedono limiti di localizzazione territoriale, noché che condizionino o limitino la suddetta riconversione, obbligando alla comparazione, sotto il profilo dell'impatto ambientale, fra combustibili diversi o imponendo specifici vincoli all'utilizzo dei combustibili, purché (...) " (il testo continua indicando di altre condizioni già previste nel 2009, tra cui una percentuale di abbattimento di alcune emissioni).
Art. 35, COMMA 9 (stabilisce la retroattività delle nuove regole):
"L'articolo 5-bis del D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, come modificato dal comma 8, si applica anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge n. 33 del 2009."
Come abbiamo detto, la nuova regola sulla VIA è frutto del decreto-legge n. 98 (la manovra finanziaria urgente approvata il 6 luglio dal Consiglio dei Ministri).
Si applica nei casi in cui si vuole riconvertire un impianto di produzione di energia elettrica alimentato ad olio combustibile "al fine di consentirne l'alimentazione a carbone". In particolare, un progetto di riconversione a carbone può venire autorizzato senza l'obbligo di "comparare" tra loro combustibili diversi e il relativo impatto ambientale.
La nuova regola si applica anche retroattivamente (ai procedimenti che erano in corso al tempo dell'entrata in vigore del D.L. 5/2009).
Quel testo di legge nuovamente ritoccato prevedeva, inizialmente, incentivi per l'acquisto di frigoriferi, norme fiscali, quote latte e reti di collaborazione tra aziende. Prima che divenisse definitivo fu aggiunta la disposizione che consentiva, in presenza di leggi che limitano la localizzazione territoriale di centrali a carbone - come per il Parco del Delta del Po - di procedere "in deroga" alle leggi statali e regionali.
In quel periodo era già iniziato il procedimento di VIA del progetto di riconversione della centrale di Porto Tolle. Dopo l'attuale ritocco, la deroga è molto più ampia. La scelta a favore del carbone non deve essere "condizionata" (si veda anche il linguaggio usato nei due commi).
LA REAZIONE DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI
Della novità tra le pieghe della manovra finanziaria si accorge Renzo Marangon, coordinatore provinciale a Rovigo di "Fare Ambiente".
La fretta di convertire la manovra finanziaria è tanta. Si poteva immaginare che la disattenzione dei tecnici, della stampa e dei parlamentari sarebbe stata inevitabile. E in poco tempo è anche difficile prendere una posizione, dato che - come sempre accadrà fino a quando non si faranno scelte diverse e lungimiranti sul nostro modello di sviluppo - ci sono tensioni legate ai timori degli operai per il loro lavoro.
Comitati cittadini, WWF, Legambiente, Italia Nostra, Greepeace - che propongono la conversione della centrale a metano - in questi giorni fanno di tutto per informare sia sul progetto (e sui danni per l'ambiente e la salute del "carbone pulito") sia sulla manovra in atto, anche con manifestazioni e convegni come quello dello scorso 12 luglio (cfr. NOTE).
Sul sito di GREENPEACE, una lettera indirizzata al Capo dello Stato spiega quanto è successo negli ultimi anni, parla della manovra in atto e chiede un intervento:
Sembra proprio che i cittadini debbano prendere atto che l'ambiente non può essere difeso dalle istituzioni. Dipende da loro pretenderlo, vigilare, organizzarsi e sostenersi in ogni parte del territorio.
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO n. 3107/2011
La sentenza che annulla il Parere del Ministero dell'Ambiente sulla riconversione della centrale di Porto Tolle prende le mosse da una decisione della Corte Costituzionale che affermava che la disposizione statale del 2009 - che consentiva deroghe ai limiti di localizzazione degli impianti alimentati a carbone - doveva essere interpretata in senso restrittivo” (sent. Corte Cost. n. 278 del 2010).
Le statuizioni della sentenza del Consiglio di Stato sono legate alla normativa della Regione Veneto, in particolare alla legge istitutiva del Parco del Delta del Po (legge reg.le n. 36/1997), che prevede che, per produrre energia all'interno del Parco, deve essere utilizzato metano o combustibile di pari o inferiore impatto ambientale.
LE NUOVE INDAGINI
Potrebbe esserci un nesso tra le emissioni della centrale e l'insorgenza di malattie respiratorie nei minori residenti nei comuni vicini. L'ipotesi è all'attenzione della Procura. Alcune indagini epidemiologiche avevano già evidenziato un aumento preoccupante di malattie entro un raggio di 25 Km dalla centrale nel periodo 2000 - 2006, in particolare a carico della popolazione infantile.
PER ALTRE INFORMAZIONI: http://www.rovigooggi.it/articolo/2011-07-12/dati-alla-mano-il-carbone-pulito-non-esiste/
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