Fuoristrada in marcia contro il cielo
I fuoristrada (in inglese Suv: Sport Utility Vehicles) c'entrano con l'ambiente e anche con la politica. In un sito internet Usa un confronto a uso degli elettori fra il candidato democratico più pacifista ed ecologista, Dennis Kucinich, e il più favorito Howard Dean, si fa notare polemicamente che quest'ultimo, pur dichiarandosi con veemenza contro l'impatto ambientale dei Suv ne guida uno, un Chevrolet Suburban (come la deputata verde tedesca che, poco dopo aver denunciato l'enorme inquinamento prodotto dall'incremento esponenziale dei viaggi aerei, fu beccata in volo su un tragitto che in treno avrebbe richiesto appena tre ore). Ogni Suv frutta almeno 10.000 dollari netti di guadagno alla casa produttrice. Hanno nomi avventurosi: Ford Grand Cherokee, Dodge Durango, Cadillac Escalade, Ford Explorer, Gmc Yukon, Lincoln Navigator, Chevrolet Suburban, Range Rover della Land Rover. Per gli ambientalisti è il solito paradosso pubblicitario: mentre suggeriscono il ritorno alla natura (famiglie felici su e giù per le montagne) questi enormi veicoli contribuiscono per bene a distruggerla. Nel 1985, la categoria rappresentava solo il 2% delle vendite automobilistiche negli States, ma ora sono arrivati a un quarto delle vendite di nuovi veicoli, e la percentuale continua a crescere. Si tratta di una pura questione di pubblicità e immagine, perché poi solo il 10% dei fuoristrada in circolazione sono effettivamente usati fuori strada, nelle condizioni per cui sono nati (impiego bellico a parte); per il resto, i proprietari li usano in città e in zone più che lisce, come un'auto nomale, e se vanno fuori strada è in un altro senso: con questi giganti gli incidenti sono più probabili e ben più pericolosi, provocando da soli migliaia di morti l'anno.
Chi ce l'ha con i Suv, comunque, è guidato soprattutto da ragioni ambientali. Il fatto è che i fuoristrada sono privilegiati dalla legge: gli standard di efficienza fissati dalla normativa federale varata nel 1970 (quando i fuoristrada erano pochi e usati per scopi produttivi e commerciali) stabiliscono per le auto «da strada» l'obiettivo di 27,5 miglia per gallone, ma i Suv non sono considerati automobili, bensì camion leggeri (light trucks) dunque è loro richiesto molto meno: 20,7 miglia per gallone - e oltretutto molti di loro arrivano a malapena a 12. Alcuni Suv, poi, sono così grandi (è il caso del Ford Excursion) che non rientrano nemmeno nella categoria camion leggeri e non sono assoggettati ad alcun limite. Secondo l'Accademia nazionale delle Scienze, negli ultimi venti anni l'efficienza energetica del settore automobilistico - aumentata molto negli anni `70 e `80 grazie alle conquiste tecnologiche - ha subìto un declino complessivo grazie alla massiccia diffusione di Suv e piccoli camion. Così, quanto a consumo energetico, guidare per un anno un Suv anziché un'auto normale è come tenere il frigorifero sempre aperto per 6 anni...
La legge federale permette ai veicoli «sportivi» di avere livelli più elevati di emissioni di monossido di carbonio, idrocarburi, ossidi di azoto; i due ultimi sono precursori dell'ozono atmosferico, la cui elevata presenza causa diversi problemi sanitari. Quanto all'effetto serra, scegliere un'auto che fa 25 miglia con un gallone anziché venti significa evitare in qualche anno l'emissione in atmosfera di 10 tonnellate di anidride carbonica; in un paese dove auto e camion totalizzano il 20% del totale delle emissioni nazionali. Il modello Excursion produce durante la sua vita una media di 134 tonnellate di anidride carbonica, il modello Lincoln Navigator 100. Un sito dell'Epa (Environmental Protection Agency) confronta l'impatto ambientale di diversi tipi di auto, dando i voti da uno a dieci, cioè da pessimo a ottimo. Molti Suv sono a zero, e la loro media è quattro.
Che fare? Le campagne degli ambientalisti dicono: ci piacerebbe che gli statunitensi non comprassero più questi giganti, ma sapendo che è un sogno, possiamo invece chiedere tutti insieme ai fabbricanti di migliorare le performance ambientali e ai legislatori norme più severe anziché il solito doppio standard.
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