E le stelle stanno (ancora) a guardare
Al Ministro era stato chiesto - con lo stile un po' involuto delle interrogazioni parlamentari - se intendesse " immediatamente attivarsi per promuovere l'armonizzazione della normativa italiana con quella europea per ciò che riguarda i limiti di emissione di diossine e furani".
Era una delle tante richieste di intervento legate all'inquinamento in Italia. L'interrogazione - come altre, a partire dalla fine del 2008 - si riferiva soprattutto all'emergenza ambientale nel territorio di Taranto. Per secoli la città è stata la più importante della costa Jonica, immersa tra i colori del mare e degli ulivi in quella parte della Puglia (Pasolini nel 1959 la descrisse come "un gigantesco diamante in frantumi che brilla sui due mari").
Eravamo nel gennaio 2009.
Secondo il rapporto “Mal'Aria industriale" di Legambiente, pubblicato poco prima, la maggior parte delle sostanze inquinanti scaricate in atmosfera nel 2006 le aveva prodotte l’industria. E l'acciaieria Ilva di Taranto aveva il primato assoluto nella classifica nazionale delle emissioni industriali: il 95% di tutte le emissioni di IPA (idrocarburi policiclici aromatici), il 92% di tutte le emissioni industriali in Italia di diossine e furani, il 78% di quelle di piombo ... e così via (cfr. NOTE).
"E LE STELLE STANNO A GUARDARE"
La minaccia che proviene dalla presenza di inquinanti pericolosi riguarda tutto il territorio italiano. Sarebbe sbagliato illudersi del contrario. Le zone più lontane dalle fonti dirette d'inquinamento - e magari insospettabili - vengono prese di mira per occultare rifiuti pericolosi. Le vicende che riguardano regioni come la Campania e la Calabria sono note. Ma qualcosa succede anche nell'agreste tranquillità della provincia di Rieti e nel parco dei monti Lucretili, dove vengono ancora oggi scoperte nuove discariche di amianto. Lungo la penisola, tuttavia, alcune situazioni fanno davvero accapponare la pelle. Non c'è molta differenza con le immagini che possono venire in mente pensando a romanzi del passato: cento anni sono trascorsi e - almeno in Inghilterra - sono scomparse le miniere raccontate da Cronin, compagne di vita e di morte dei protagonisti di romanzi come "La cittadella" o "E le stelle stanno a guardare". All'inizio degli anni '70, ne furono tratti degli sceneggiati televisivi trasmessi dalla Rai, e nonostante fossimo bambini, quelle storie provocavano in noi una severa indignazione da adulti: sentivamo di abitare in un'epoca nuova e profondamente lontana da quel passato, molto più del tempo che ci divideva.
Nel 2007, l'altoforno dell'Ilva di Genova-Cornigliano fu demolito. La magistratura (spesso l'unica autorità a intervenire) stava indagando sui catastrofici effetti dell'impianto sulla salute degli abitanti. Tutta la produzione di carbon coke fu spostata.
Ora è a Taranto ... Anche a Taranto ora si indaga (per disastro ambientale e avvelenamento colposo). La popolazione comincia ad avere fiducia.
Oggi, la percezione che ancora abbiamo della nostra storia e dei suoi progressi civili fa sì che siamo curiosamente convinti - collettivamente e intimamente - che sia solo per una svista che possano essere consentite condizioni di lavoro e di vita come quelle che abbiamo scoperto in questi anni, in alcuni impianti industriali e in alcuni quartieri delle nostre città (... XIX secolo ?).
LE RISPOSTE
Il Ministro quella volta rispose (non sempre succede). Parlò per bocca dell'unico Sottosegretario, all'epoca, all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare (cfr. NOTE).
Ecco le sue parole (nello stile un po' involuto che conosciamo ...): "Con riferimento alla possibilità di modificare i vigenti limiti di emissione degli inquinanti, si ricorda che il disegno di legge n. 1078, approvato dal Senato della Repubblica il 17 marzo 2009, recante disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee (legge comunitaria 2008), all’articolo 10 conferisce delega al Governo per l’adozione di un decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria ambiente". Aggiunse: "Nell’ambito dell’esercizio di tale delega, pertanto, potranno essere effettuate le opportune valutazioni in ordine alla modifica dei vigenti limiti, che dovranno tenere nel massimo conto gli aspetti di tutela della salute e dell’ambiente nell’ambito delle possibilità previste dall’applicazione delle BAT (best available tecnologies = migliori tecnologie disponibili)."
L'ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2008/50/CE.
La direttiva in materia di qualità e di miglioramento dell'aria fu recepita nell'ordinamento italiano. Il decreto legislativo (un atto normativo preparato dal governo su delega del Parlamento) passò in tutta fretta all'esame delle commissioni della Camera dei Deputati e del Senato, fu promulgato il 13 agosto e finì in gazzetta ufficiale il 10 settembre. Si tratta del decreto legislativo n. 155/2010.
E LA DIOSSINA?
La COMUNICAZIONE del 17 gennaio 2001 della Commissione Europea descriveva i danni gravissimi procurati dalla diossina - riconoscendo che erano stati sottovalutati - e prevedeva di risolvere il problema entro 10 anni. Questo se fosse stata attuata dagli Stati destinatari, tra cui l'Italia: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2001:0593:FIN:IT:PDF
Ne avreste sentito parlare, nel caso ... Ma per essere chiari, se cercate una riduzione dei limiti consentiti di diossina non la troverete. E dato che riduzione non c'è stata, in presenza di impianti industriali la situazione rimane questa:
a) il valore in Italia da non superare per le acciaierie è di 10.000 nanogrammi per metro cubo di aria (si trova nel Codice dell'Ambiente)
b) il valore in caso di impianti di incenerimento è di 0,1 nanogrammi
c) il valore in sede europea è di 0.4 nanogrammi al metro cubo di aria
Quest'ultimo valore è previsto dal "Protocollo di Aahrus" del 1998, approvato con Decisione del Consiglio dell'UE 2004/259/CE del 19.02.2004 e ratificato dall'Italia nel 2008.I valori non sono direttamente confrontabili, poiché prendono a riferimento quantità e sostanze non omogenee: quello europeo è espresso in tossicità equivalente (TEQ) e si ottiene considerando 17 elementi tra i più tossici e cancerogeni; il limite italiano viene calcolato considerando tutti i congeneri (210), anche i meno pericolosi (tossicità totale). In ogni caso è notevolmente più alto.
BENZO(A)PIRENE
Ma il fatto inaspettato - potremmo anche dire grottesco - di quella estate 2010 fu addirittura il ritocco in peggio della normativa che si occupava di un'altra sostanza, altamente cancerogena. Molti studiosi ancora sono lì a scervellarsi sull'accaduto ... non ne aveva mai parlato nessuno - in nessuna fase dei lavori di attuazione della direttiva sul miglioramento dell'aria - e nessun dibattito era in corso nella comunità scientifica sull'opportunità di un cambiamento; ma soprattutto di benzo(a)pirene (e di Ipa, la famiglia di sostanze della quale fa parte) non parlava la direttiva! Qual era la novità? Grazie a quella strana attuazione della direttiva “sul miglioramento dell'aria” fu posta nel nulla una normativa che salvaguardava l'aria di aree urbane con evidenti esigenze di carattere ambientale (le città di 150.000 abitanti, quindi Roma, Milano, Genova, Taranto ...): esisteva infatti un D.M. del Min. dell'Ambiente che prevedeva controlli del benzo(a)pirene nell'aria e l'obbligo di garantire una concentrazione non superiore al valore di 1 nanogrammo per metro cubo di aria (un obiettivo di qualità dell’aria che doveva essere raggiunto sin dall’1 gennaio 1999). In caso di superamento - o rischio di superamento - sarebbe scattata una serie di adempimenti - a cura delle amministrazioni e a carico delle aziende, se individuate come fonte delle maggiori emissioni, che comprendeva anche Piani d'intervento a breve termine per bloccare la fonte di inquinamento.
Ora invece è in vigore una disposizione del decreto legislativo n. 155 (l'art. 9, comma 2), e per il benzo(a)pirene quel valore di 1 nanogrammo diventa una tendenza al miglioramento (un "valore obiettivo”). Scompaiono anche i Piani a breve termine. Certamente le amministrazioni virtuose, in questi anni, saranno già intervenute sulle fonti di forte inquinamento (traffico veicolare, camini e impianti industriali). Ma tutte le altre ... possono prendersela comoda e pensarci dopo il 31 dicembre 2012. Senza parlare degli adempimenti previsti dalla nuova legge per classificare il territorio e del vero e proprio garbuglio di rinvii e tabelle in cui tocca infilarsi per leggere ed attuare le nuove norme, che sembra fatto apposta per determinare ulteriori ritardi.
Non è mai facile ottenere il rispetto delle norme, quando ci sono (spesso si è costretti a ricorrere a denunce penali), ma è incredibile dover implorare non solo l'adozione, ma addirittura il mantenimento in vita di leggi nazionali. Come se ci fossero pezzi di territorio e popolazioni che si è deciso di sacrificare, e per questo da dimenticare.
Lettera al Ministro dell'Ambiente (dicembre 2008): "quando si aggiorneranno i limiti fissati venti anni fa per la diossina?": http://www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Tutela-ambientale/PeaceLink-Ministro-a-quando-la-normativa-nazionale-antidiossina
La risposta del Ministero dell'Ambiente all'interrogazione 4-01017 del sen. Roberto Della Seta:
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/30115
Il disastro ambientale e sanitario a Taranto:
http://www.peacelink.it/ecologia/a/32728.html
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