Il diritto all’acqua in Patagonia: responsabilità italiane e forme di resistenza nonviolenta
La Patagonia, sia nella parte cilena sia in quella argentina, è una delle più importanti riserve d’acqua e di biodiversità del pianeta Terra.
In Cile, tuttavia, il «Código de aguas» promulgato da Pinochet nel 1981 fa sì che l’acqua potabile sia considerata una pura merce. Questo fa sì che per gli interessi economici di pochi si sottragga una risorsa vitale alla maggior parte della popolazione, che spesso è costretta a desalinizzare l’acqua del mare per poter provvedere al proprio fabbisogno; tra l’altro in molti casi l’acqua potabile, usata nell’industria mineraria, subisce un livello altissimo di inquinamento.
In questo contesto e in un contesto mondiale nel quale si vuol produrre e si usa, in maniera non sostenibile, sempre più energia, nel 2006 è stato elaborato il Progetto HydroAysén, che prevede la costruzione di cinque enormi dighe nella Patagonia cilena per produrre energia elettrica, cambiando la morfologia idrogeologica della zona e costruendo poi una lunghissima linea di trasmissione per arrivare fino al Nord del Cile attraverso torri d’alta tensione e cavi disposti lungo migliaia di chilometri.
Il progetto, che ha suscitato un imponente conflitto ambientale e le rimostranze di una larghissima parte della popolazione, è adesso in buona misura in mani italiane in seguito all’acquisto di ENDESA da parte dell’ENEL; essendo, peraltro, l’ENEL un’azienda a partecipazione pubblica, le responsabilità etiche del suo operato coinvolgono tutti.
Nella giornata del 16 novembre del Festival del Cinema dei Diritti Umani, organizzata con il supporto dell’associazione Cinema e Diritti, si cercherà di riflettere su tutto questo, mediante la proiezione di film sull’argomento e con l’aiuto di alcuni importanti ospiti: il prof. Alberto Lucarelli, giurista di fama internazionale, uno dei redattori dei quesiti del referendum sull’acqua pubblica il cui esito positivo è stato sancito in Italia nello scorso giugno e attualmente Assessore ai Beni Comuni del Comune di Napoli; p. Alex Zanotelli, uno dei massimi protagonisti del risveglio delle coscienze in Italia anche in relazione con il diritto all’acqua e con la necessità di salvaguardare questa fonte di vita garantendone, al tempo stesso, la fruizione da parte di ogni essere umano; il dott. Marco Fasciglione, esperto di diritto internazionale, diritti umani e corporate responsibility; Eugenio Melandri, missionario saveriano, direttore di Solidarietà internazionale, Caterina Amicucci, membro della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e del coordinamento italiano Patagonia senza dighe, Mario Martone, regista, co-autore del film “Lucciole per lanterne”, in corso di produzione in Patagonia, Julio Santucho, fondatore dell’Instituto Multimedia DerHumALC di Buenos Aires, Silvio Cuneo, di Cine Otro Valparaíso - Festival de Cine Político, Social y Derechos Humanos; a moderare la tavola rotonda, Enzo Nucci (corrispondente RAI da Nairobi) e Valentina Ripa (Ricercatore dell’Università di Bari, componente del Forum Acqua Bene Comune Napoli).
Sarà proposta la visione di due documentari: Life for sale, del regista greco Yorgos Avgeropoulus, un film sul diritto all’acqua in Cile girato nel 2010 che ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui il premio del festival Cinemambiente di Torino e la menzione speciale al festival FINCA di Buenos Aires; Vienen por el oro, vienen por todo, di Cristián Harbaruk e Pablo D`Alo Abba, un documentario premiato anch’esso in vari festival tra cui quello del cinema latinoamericano di Trieste, che segue la mobilitazione della popolazione di Esquel, nella Patagonia argentina, per evitare che una multinazionale dell’oro distruggesse la loro montagna e inquinasse con il cianuro la loro acqua potabile.
Per l’intero programma del festival si veda il sito
<http://www.cinenapolidiritti.it>
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