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Il Ministro dell'Ambiente era favorevole a riesaminare i limiti

E' sempre alta la preoccupazione dei pediatri italiani per la qualità dell'aria

“Non vi è una sola ragione plausibile per ridimensionare una norma a protezione della salute, in considerazione dei preoccupanti studi sulla pericolosità del benzo(a)pirene". Lo sostenevano già un anno fa i pediatri e i chimici italiani, sorpresi dall'arretramento della legislazione nel 2010
23 novembre 2011

Alcune sostanze svolgono un'azione di disturbo nei confronti del DNA, con conseguenze che possono essere molto gravi (dal power point presentato in Comm.ne Bicam.le Infanzia dalla dott.ssa A. Moschetti)

 E’ trascorso un anno da quando, in seguito ad una modifica peggiorativa delle norme a tutela della qualità dell’aria nelle nostre città, nacque un movimento di denuncia e di protesta che chiedeva al Governo di ripristinare la normativa precedente.

1. LA MODIFICA NORMATIVA E LE REAZIONI

La  modifica  riguardava le regole e alcuni controlli sulla concentrazione nell’aria di benzo(a)pirene nei principali centri urbani, dove dovevano garantire  il non superamento di una certa quantità  media annua (1 nanogrammo/ metro cubo di aria). Le regole in vigore dal 1999 - e il divieto di superare quella media - sono state sospese fino al 31.12.2012. Ma non è la sola novità: dopo tale data, infatti, il dovere di non superare quella concentrazione deve essere rispettato solo “se ciò non comporterà  costi sproporzionati", e non è più un "obiettivo di qualità" (da rispettare ad ogni costo). Lo dice - in modo molto farraginoso - una disposizione del D. Lvo 155/2010 (art. 9). 

La gravità della modifica ha sollecitato molte iniziative anche parlamentari e l'interesse della stampa. Tutti attendono ancora una risposta... 

A dare il via, la denuncia di PeaceLink e di altre associazioni, con le successive audizioni sulla vicenda in Commissione Ambiente della Camera, che a febbraio ha approvato una Risoluzione diretta al Governo (ai suoi componenti erano state inviate circa 3000 firme, raccolte in poche settimane tra gli abitanti di alcune città italiane); sono state presentate Interrogazioni parlamentari (come quelle degli onorevoli Piffari, Zazzera e Zamparutti) e le associazioni di pediatri e dei chimici hanno chiesto con chiarezza al Governo – artefice della modifica - di ritornare sui propri passi. Qui è possibile leggere alcuni degli appelli diffusi lo scorso novembre (cfr. NOTE e, in ALLEGATO, l'appello dei pediatri).

2. UNA RISOLUZIONE CHIEDEVA IL RIESAME

Una risposta la si aspetta certamente dal Ministero dell’Ambiente, al quale una Commissione Parlamentare ha chiesto di valutare l’opportunità di ripristinare le vecchie norme: la Commissione VIII Ambiente della Camera, infatti, ha svolto numerose audizioni con associazioni, agenzie regionali per l'ambiente e l'Istituto superiore di sanità, e il Ministro - che era intervenuto - aveva anche dichiarato "la disponibilità del Governo a riapprofondire la materia".   

La Risoluzione infine votata dalla Commissione Ambiente (n. 00473 dell'1 febbraio 2011) impegna  il Governo a valutare se "reintrodurre norme analoghe a quelle di cui al decreto legislativo n. 152 del 2007 in  ordine al vincolo dell'obiettivo di qualità del benzo(a)pirene di un nanogrammo al metro cubo, già vigente a partire dall'1 gennaio 1999 per le aree urbane con più di 150 mila abitanti, anche per quanto concerne gli obblighi di intervento in caso di superamento dell'obiettivo di qualità medesimo". Chiede, anzi, anche di "valutare l'opportunità di estendere il vincolo ... per tutte le aree urbane".

E' interessante leggere anche i presupposti della Risoluzione (pacifici e ampiamente documentati dalla comunità scientifica): "Premesso che il benzo(a)pirene è il componente più tossico tra gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), è classificato dallo IARC nel gruppo 1 per pericolosità («cancerogeno per l'uomo») ed è immesso nell'atmosfera da combustioni industriali e da inquinamento da traffico; al benzo(a)pirene è associato, secondo l'OMS, un rischio di incremento di 9 casi di cancro ai polmoni ogni 100 mila abitanti per ogni incremento di 1 nanogrammo a metro cubo della sua concentrazione nell'aria ...(cfr. NOTE).  

DIAPOSITIVE (STUDI ILLUSTRATI in COMM. BICAMERALE INFANZIA)

http://www.peacelink.it/ecologia/docs/3662.pdf

GLI ALTRI APPELLI: MEDICI per L'AMBIENTE (ISDE), Soc. CHIMICA ITALIANA e IAS 

Il passo indietro della tutela è considerato inspiegabile anche dalla componente italiana dell’ISDE (affiliata all’International Society Doctors for the Environment) e dalle più importanti associazioni dei chimici: SOCIETA’ CHIMICA ITALIANA (una delle più grandi associazioni scientifiche, con circa 5000 associati) e IAS (Italian Aereosol Society). Nel suo appello, quest'ultima ricorda che l'Italia, grazie alla precedente normativa, ha potuto disporre "già dagli anni Novanta di un quadro normativo tra i più avanzati ed apprezzati a livello europeo, che ha permesso lo sviluppo sul territorio di studi scientifici, sistemi e metodologie di monitoraggio per il controllo di detto obiettivo. Così è stato possibile in diverse città – ad esempio Genova e Taranto – effettuare efficacemente la misurazione del benzo(a)pirene, dando alle autorità competenti il supporto conoscitivo per agire a norma di legge".

Tutte le associazioni hanno chiesto al Governo di ripristinare al più presto la normativa precedente che stabiliva il valore obiettivo di 1 ng/m3 e le procedure di controllo.

3. E' SEMPLICE: ERA MEGLIO PRIMA

Come si diceva, il Ministro dell'Ambiente aveva riconosciuto in Parlamento “che talune delle questioni affrontate dagli atti di indirizzo meriterebbero un supplemento di riflessione”, esprimendo il proprio parere favorevole. Non si comprende allora come mai, appena chiusa la seduta in Commissione VIII della Camera - l'1 febbraio 2011 - il Ministro Prestigiacomo non abbia ritrasmesso immediatamente la documentazione agli uffici del Ministero che l’avevano assistita, incaricandoli di operare l'esame.

Dal settembre 2010 intanto, grazie all’art. 9 del D.Lgs. 155/2010, l’aria delle nostre città può essere più inquinata. E' una conseguenza curiosa se si pensa che, come leva per intervenire, è stata scelta l’attuazione di una Direttiva europea “in materia di miglioramento della qualità dell’aria”.  Dopo un anno, la popolazione non comprende perché non si stia intervenendo: non vi è infatti alcun dubbio circa l'arretramento della normativa, e un confronto sereno - per quanto reso complicato dalla farraginosità della nuova normativa - lo rende evidente. Il problema lo conosce meglio chi abita nei quartieri vicini alle aree industriali, messo a confronto più duramente con gli effetti anche visibili dell'inquinamento. 

Ma questa sostanza si sprigiona da qualsiasi processo di combustione ed è purtroppo molto diffusa. In alcuni centri - anche se è meno rilevante la presenza industriale - alle emissioni causate dal carburante dei veicoli si sommano quelle dei camini di case private e di impianti ed esercizi commerciali (un fenomeno che nel Nord riguarda anche i centri minori). Non v'è ragione quindi di ridimensionare la tutela: la diffusione e la cancerogenità del Benzo(a)pirene sono fuori discussione, così come il rischio di gravi danni alla salute e alla capacità di apprendimento dei bambini, ai nascituri e persino alle generazioni future, attraverso un'azione tossica sul DNA (come spiega l'appello dei pediatri). 

4. IN PARLAMENTO, INDAGINI E INTERROGAZIONI ... MA IL GOVERNO E' ASSENTE

Nello stesso giorno in cui veniva adottata la Risoluzione in Commissione Ambiente (se pure meno incisiva rispetto ad una prima proposta), un'altra Commissione parlamentare cominciava a occuparsi dello stesso problema: la Commissione Bicamerale per l'Infanzia e l'Adolescenza, che dopo la prima audizione, ha avviato e sta ancora svolgendo un'indagine conoscitiva (cfr. DIAPOSITIVE ALLEGATE).

Alcuni parlamentari hanno anche presentato Interrogazioni al Ministro dell'Ambiente.  Una risposta c'è stata (all'interrogazione C5-03435 del 21 settembre 2010, Piffari e Zazzera). Ma il Sottosegretario non ha chiarito le ragioni della modifica, evitando anzi accuratamente di parlarne. Ha invece riportato i dati del 2009 sugli sforamenti a Taranto (una delle città più a rischio, sede dell'acciaieria più grande d'Europa) e poi  -  candidamente - si è collegato ai "conseguenti obblighi..."

Ma gli obblighi ... sono cambiati !! E' stato come un sottolineare a chi legge che - quando non vengono rispettati - gli obblighi possono essere sospesi e addolciti...!!  In sostanza, la risposta è una  scolastica cronistoria di incontri, tavoli e summit indetti a causa dell’inquinamento industriale a Taranto, con un cenno fiducioso a una delle Commissioni che devono occuparsi dell'acciaieria e un riferimento più risolutivo (e quasi comico) a un "conseguimento tempestivo entro il 31.12.2012 del valore di 1 ng/m3 ...“(cfr. NOTE)

Anche una seconda più recente Interrogazione (C5-04823 del 30 maggio 2011, Zamparutti e altri) chiede spiegazioni e presenta i dati dei monitoraggi a Taranto e Trieste. In quest'ultima città - nel quartiere accanto alla Ferriera ex Lucchini - l’eccesso di benzo(a)pirene tocca da sempre valori impressionanti, e anche le medie del I semestre 2010 arrivano a quasi 10 ng per metro cubo e a picchi di oltre 53 ng (ricordiamo che per ogni nanogrammo in più sono attesi 9 nuovi tumori). Ad oggi, non è stata data alcuna risposta (cfr. NOTE).

Nonostante insomma il Parlamento stia facendo la sua parte, non si riescono ad ottenere risultati. 

5. LA POPOLAZIONE E' SENZA DIFESA

Il punto è che questa sostanza era stata già disciplinata dal legislatore in modo coerente rispetto alla sua pericolosità. La normativa ora è paurosamente arretrata, e appare evidente che non ci sia stato  un progresso anche solo guardando al fatto che sia possibile oscillare da una classe di obblighi ad un'altra senza doversi ancorare a criteri rigorosi e scientifici (motivo per il quale non si riesce poi a trovare giustificazioni a posteriori). 

La sola risposta onesta, in questo caso, è ritornare ai controlli e agli obblighi vigenti prima delle modifiche. E' stato fatto irragionevole interrompere l'applicazione di regole che si stavano rivelando efficaci  per migliorare l'aria. Questa interruzione non è necessaria neppure nel caso in cui si pensi di dover apprestare, nel frattempo, alcune novità procedurali o organizzative.

Note: LA DENUNCIA DELLE ASSOCIAZIONI (RAI 3, servizio dell'1 nov 2010): http://www.youtube.com/watch?v=8cCimOGQTjc&feature=share

TESTO della RISOLUZIONE (Comm. Ambiente n. 00749, 1 febbraio 2011)
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/56801

INCREMENTO DI SOSTANZA = INCREMENTO DI AMMALATI
Gli addetti ai lavori sanno che il dato di 9 ammalati di cancro in più su 100.000 abitanti (per ogni nanogrammo in più di sostanza) è significativo. Ma l'incremento di altre patologie è sotto gli occhi di tutti (asma, allergie e malattie respiratorie in genere, malattie cardiocircolatorie). Studi recenti analizzano gli effetti sul DNA e sul quoziente intellettivo.
Nel box, il link alle diapositive illustrate in Comm.ne Infanzia.
(Cfr. anche i DOSSIER: http://www.peacelink.it/ecologia/a/33264.html)

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
- Atto Camera 5-03435 del 21 settembre 2010
(per la risposta, cliccare su "link alla fonte"): http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/50435
- Atto Camera 5-04823 del 30 maggio 2011: http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/63293


Allegati

  • APPELLO dei PEDIATRI

    176 Kb - Formato pdf
    Il 2 novembre 2010, dopo aver appreso delle modifiche sui limiti del benzo(a)pirene, approvate il 13 agosto ed entrate in vigore a settembre, in pochi giorni le maggiori associazioni di pediatri firmano un appello congiunto, in cui si chiede al Governo di ritornare con urgenza sui propri passi.

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