"Un'ordinanza fasulla che non serve a niente"
«Assolutamente inutile. Senza fissare vincoli verificabili, è per lo meno un'ordinanza fumosa. Per avere un senso deve avere obiettivi, e se non ne ha è un'ordinanza fasulla, oltre che tardiva. Forse l'ha firmata per cercare di riparare al fatto che finora non è stato fatto nulla. Il Comune non ha neppure presentato le prescrizioni prima dell'approvazione dell'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale».
Che vuol dire che il sindaco non ha presentato le prescrizioni?
«Il ministro dell'ambiente dell'epoca, Stefania Prestigiacomo, scriveva nel decreto Aia del 4 agosto 2011 che "il sindaco di Taranto non ha formulato per l'impianto specifiche prescrizioni ai sensi degli articoli 216-217 del regio decreto 27 luglio 1934, numero 1265". Questa è la lapidaria dichiarazione in cui si specifica che il sindaco non ha fatto quello che doveva fare. Ora in maniera tardiva emana un'ordinanza, peraltro anche inutile».
Secondo lei, allora, è già una mossa da campagna elettorale?
«Non è nemmeno questo. È un tentativo di recuperare di fronte alla Procura perchè in passato non ha agito neppure per le prescrizioni dell'Aia. La perizia evidenzia chiaramente infatti che l'Aia non è sufficiente e che vengono previsti limiti emissivi nella stessa Aia che sono molto più alti di quelli previsti dalle Migliori Tecnologie disponibili. In svariati punti i periti dicono che si poteva scendere al di sotto dei limiti previsti dall'Aia per diversi parametri. Gli enti locali non hanno agito per prevedere i limiti più bassi possibili. Rilievi che evidenziano come l'Aia sia tutta da rifare».
Il procuratore qualche giorno fa ha chiesto a Stefano e Florido cosa abbiano fatto in questo periodo contro l'inquinamento.
«È evidente che le responsabilità del sindaco sono le più alte di tutte. Perchè è il responsabile della salute pubblica».
Nell'ordinanza si dice che va fatto il campionamento di lungo periodo, ovvero il campionamento in continuo. È un passo avanti?
«Il sindaco dichiarò che il campionamento in continuo all'Ilva non era possibile. Lo disse dopo che col Comune stesso organizzammo un convegno sul campionamento in continuo, nel giugno 2009. In quel congresso gli esperti dissero e dimostrarono che era possibile procedere al campionamento in continuo, ma nonostante ci aspettassimo che si portasse avanti quel progetto, c'è stata una totale inerzia degli enti locali, in particolare del Comune su questo monitoraggio».
Cosa disse esattamente il sindaco?
«Il sindaco di Taranto Ippazio Stefano arrivò a dichiarare: "Il campionamento in continuo non è possibile. Questo non lo dico io ma studi scientifici che dimostrano quanto controproducente possa risultare qualora utilizzato". Dopo quella dichiarazione che smentiva invece le affermazioni scientifiche degli esperti intervenuti al convegno di giugno, smisi di collaborare con il Comune, mi sentii preso in giro. Ho interrotto ogni collaborazione da allora».
Stefàno fissa poi nell'ordinanza il limite di produzione entro 10 milioni di tonnellate. Che ne pensa?
«Questo punto è assolutamente ridicolo. L'Ilva di Taranto attualmente non è in grado di superare i dieci milioni».
Più in generale, a suo parere, quanta responsabilità della situazione attuale d'inquinamento a Taranto è attribuibile agli enti locali?
«Tantissima. Le responsabilità degli enti locali sono pari per lo meno a quelle di chi inquina. Le responsabilità degli organi politici, intendo, non dei tecnici. Se gli enti preposti avessero controllato non saremmo a questo punto».
Benzoapirene, diossine. Quando lei parlò di questi agenti inquinanti fu tacciato di essere allarmista. Il tempo le ha dato ragione. C'è rammarico per la lentezza con la quale si stanno recependo le indicazioni che arrivano dagli ambientalisti?
«C'è una lentezza enorme. Anche sul campionamento in continuo. È sconcertante. Voglio dire che io per Stefàno ho provato tanta stima e simpatia, l'ho anche votato. Ho fatto presente questi problemi, non sono stato ascoltato. E sono rimasto fortemente deluso da lui».
Anche Vendola disse, anche in un'intervista alle "Iene" che il campionamento in continuo della diossina andava fatto entro il 2010 altrimenti avrebbe chiuso l'Ilva. Ancora siamo alla fase della scelta del sistema per il controllo...
«Era previsto dall'articolo 3 della legge regionale. Il piano andava presentato entro febbraio 2009. Siamo almeno tre anni indietro. Il problema non è Ilva ma chi deve far rispettare la legge. Doveva essere lui a battere i pugni all'epoca per fare rispettare la legge regionale. E il sindaco invece il campionamento non lo ritenne fattibile andando chiaramente contro la legge. Oggi lo invoca. Stefàno sta facendo quindi un'ordinanza a se stesso. Siamo al culmine dell'incredibile. Io non ho parole».
Rai TV7 24-2-12 sull'inquinamento dell'Ilva
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b4d51329-8186-4def-ab03-58173f27cd80.html
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