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Trivellazioni all'orizzonte?

Il Golfo di Taranto. C'era una volta il "gioco delle tre carte"

Una "strana" norma la scorsa estate che, per il Golfo di Taranto, riduce l'estensione delle aree vietate alle trivellazioni e introduce concetti sconosciuti in questo ambito, come le "linee di costa" (che per delimitare le aree vietate seguono l'andamento delle coste, e non linee dritte) ... E tre mappe ancora più strane
21 aprile 2012
Guido Picchetti

Perchè parlo di gioco delle tre carte, o "delle tre mappe"? Perchè tre sono le "mappe" che voglio mostrarvi, rivelandovi alla fine il trucco che "lorsignori" usano con esse per abbindolare noi "gonzi"... E sono tre "mappe" di non poco conto, certificate dal Ministero dello Sviluppo Economico (Dipartimento per l'Energia), dal cui sito web le ho personalmente estratte, e che qui a seguire riporto, una dopo l'altra, con relativi descrizioni e commenti.

La prima delle tre "mappe". E' questa:

http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/zone/zone_vietate.pdf

     Zone aperte alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e aree vietate (sito Min.Sviluppo Economico)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' la "Mappa delle zone marine aperte alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e delle zone vietate" d'Italia. Come da didascalia, segnala tra l'altro, con un tratteggio verde, il limite delle 12 miglia marine dalle aree protette; e, con un tratteggio rosso scuro, segnala il limite delle 5 miglia marine dalle "linee di base" intorno alla penisola e alle varie isole italiane, con la sola eccezione della "Baia Storica del Golfo di Taranto", per la quale dal Luglio 2011, per un "strano" decreto emanato dal Governo italiano (d. lgs. 121/2011), vige il limite di 5 miglia dalla "linea di costa", e non più, com'era in precedenza, dalla "linea di base" tracciata tra S.M. di Leuca e Punta Alice (le due estremità del golfo) che racchiudeva (e ancora racchiude...) il Golfo di Taranto, pertanto considerato ancora oggi ad ogni altro effetto "acque interne" del nostro Paese.

Un inciso tra le tre "mappe" di cui stiamo parlando è l'immagine che segue. Permettetemelo... In essa possiamo vedere, a riprova di quanto appena detto, ripreso dal solito sito del Ministero, l'estratto della pagina web con i "Riferimenti normativi delle zone vietate alle attività minerarie". E, da me debitamente evidenziato in giallo, potete leggere il testo del decreto legislativo che ha di fatto liberalizzato alle trivellazioni petrolifere le acque del Golfo di Taranto al di là delle 5 miglia di distanza dalla "linea di costa !!!

http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/zone/zone.htm
Il decreto legislativo 121/2011 - nel Golfo di Taranto - consente trivellazioni di idrocarburi liquidi a sole 5 miglia dalla "linea di costa"

Ma, ancora più assurdo, è quanto viene affermato nella premessa a tale norma. E cioè che detto "decreto è stato emanato in attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni". In altre parole, in attuazione di due direttive della Comunità Europea espressamente mirate alla tutela ambientale delle acque del Golfo di Taranto !!! Alla faccia della coerenza...

Se l'obiettivo del gioco delle "tre mappe" è quello di capire se nel Golfo di Taranto a seguito di quel decreto di cui sopra ci siano richieste di trivellazione in atto, sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico non dovrebbe essere difficile trovare la carta giusta.

Sappiamo che il Golfo di Taranto è compreso nella zona "F" (come indica chiaramente la prima mappa), e dovrebbe bastare un click sull'indirizzo giusto per raggiungere le mappe particolareggiate relative alla zona F.

L'indirizzo web è il seguente

http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/tavole/impianti/Zona%20F.pdf  seconda mappa, novembre 2011 (sito Min. Sviluppo Economico)

. Clicchiamo, certi di aver scoperto la mappa che cerchiamo, e invece viene fuori che per la zona "F" c'è una sola "Carta degli Impianti" particolareggiata: è quella incentrata su Crotone, e non ce ne sono altre per quanto riguarda il resto del Golfo di Taranto. Ripieghiamo allora su una "Carta degli Impianti" in scala maggiore, che dia cioè un quadro più generale degli impianti in tutta Italia. Ed è da questa "Carta degli Impianti" che riprendo in estratto finalmente la seconda "mappa" che mostra l'intero Golfo di Taranto, oltretutto in una situazione aggiornata al 30 Novembre 2011, stando alla didascalia a corredo. Una situazione che pare decisamente tranquilla, senza alcuna minaccia di iniziative petrolifere in atto nel Golfo di Taranto, al di fuori di alcune aree in prossimità di Crotone, già da tempo note.

E allora? Allora il trucco c'è ma non si vede... Ed è la terza carta, ovvero la terza mappa, che qui infine a seguire vi mostro:

 http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/ihs_mediterranean_map.pdf  terza mappa, giugno 2010 (estratto da mappa IHS Global, sito Min. Sviluppo Economico)

 E' una mappa ripresa anch'essa dal sito del Ministero dello Sviluppo Economico, in estratto per l'area di cui ci stiamo occupando, il Golfo di Taranto. Sul sito del Ministero essa è pubblicata per gentile concessione della IHS Global in originale, è interessa tutto il bacino del Mediterraneo. E' denominata "Global exploration & production service, Mediterranean Sea, Scale 1/3.000.000, June 2010", e riporta tutti i siti di esplorazione e produzione ubicati nei paesi del Mediterraneo. Sulla pagina web del sito del Ministero è altresì precisato che la carta è pubblicata con lo scopo di fornire una visione generale dell'attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nell'intera area del Mediterraneo, per meglio inquadrare le attività di upstream petrolifero svolte in Italia.

Ma, a parte ciò, è fuor di dubbio che, confrontata con le altre mappe disponibili sul sito del ministero, pone evidentemente una serie di interrogativi che meriterebbero opportuni chiarimenti. Soprattutto, come può una carta aggiornata nel 2010, che lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico fa sua ripubblicandola - riconoscendole così indirettamente validità anche sul piano internazionale - indicare nel Golfo di Taranto tante richieste di concessione (approvate o meno) da parte delle multinazionali del petrolio, quando le mappe dello stesso Ministero aggiornate alla fine del 2011 non ne segnalano alcuna ? Se non è questo il "gioco delle tre carte", ditemi voi ... Cos'è ?

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