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L'Ilva vista dalla Francia

Lavoratori contro il crimine industriale

A Taranto, in questi giorni, i lavoratori e i cittadini il cui "livello di vita" ed il "potere d'acquisto" dipendono da uno stabilimento industriale, proclamano che le loro vite valgono più dei loro posti di lavoro.
22 agosto 2012
Pièces et main d'œuvre *
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: Fonte: http://www.piecesetmaindoeuvre.com/*, giovedì 16 agosto 2012

Una grande manifestazione di lavoratori contro la chiusura della loro fabbrica, per la difesa del lavoro e dell'economia: questo è quello che avrebbe dovuto essere il 2 agosto 2012 a Taranto, in Puglia, al Sud Italia. Una città devastata dal mostro siderurgico Ilva che ha ucciso, ferito ed ammalato centinaia di cittadini e  lavoratori in cinque decenni (cancro, malattie respiratorie e cardiovascolari, eccesso di mortalità al 15%), devastato l'ambiente e costretto la gente a vivere come dei prigionieri reclusi per fuggire dalle diossine. Stop diossina
Il PIL, per primo. L'Ilva rappresenta il 72% del PIL della Puglia. L'occupazione è la "priorità assoluta" come dicono qui da noi (ndr:  in Francia) Front de Gauche, PS, Verdi e sindacalisti. Di posti di lavoro, a Taranto Ilva ne offre 11.500. I sindacati - CGIL, CISL, UIL - camminano mano nella mano con il padrone Riva, terzo più grande produttore di acciaio in Europa. Insieme, difendono la loro macchina di morte contro la decisione di procedere al sequestro ordinato da un giudice il 26 Luglio 2012, per motivi di salute pubblica.
Il 2 agosto quindi, i lavoratori avrebbero dovuto manifestare spontaneamente - in autobus noleggiati dall’industria- per dare l'immagine di una città mobilitata per l'industria. Ma la manipolazione, secondo AFP (ndr:  Agence France Presse), è girata male. "L'evento è stato interrotto da manifestanti che hanno preso a fischi i dirigenti sindacali presenti al corteo e lanciato uova e fumogeni. Il gruppo accusa i sindacati di collusione con la direzione della fabbrica Ilva (Gruppo Riva) e di difendere l'attività dell’industria piuttosto che la salute dei lavoratori e degli abitanti di Taranto. I manifestanti hanno preso d'assalto il podio dove dovevano esprimersi i sindacalisti , tra cui il leader nazionale della Cgil, il principale sindacato italiano, Susanna Camusso. La polizia è intervenuta, ma la riunione è stata sospesa. "(1)
Chi sono questi manifestanti? Intellettuali lontani dalle masse, nemici del proletariato ammantati di buona coscienza ambientalista, direbbero i sindacalisti di Arkema (ndr: industria chimica francese), PSA (ndr.: gruppo Peugeot Citroën), Doux (ndr: primo produttore francese ed esportatore di pollame) , gli attivisti di NPA (ndr: Nuovo Partito Anticapitalista francese),  di Lotta dei lavoratori, del Front de Gauche ed altri sostenitori della reindustrializzazione. Piuttosto, leggiamo il resoconto di questo assalto luddista secondo i colpevoli, membri dei "Cobas" (Comitati di base), del "Comitato Cittadini e Lavoratori liberi pensanti e" di "Taranto Respira”, tra gli altri. (2)
Dopo aver convocato  al suono dei Tamburi una riunione in luogo pubblico un paio di giorni prima della protesta, gli oppositori della fabbrica mortale hanno costituito un comitato di cittadini e di collettivi vari. Ma anche di lavoratori dell’Ilva che da tempo avevano denunciato i suoi danni, talvolta pagandone il prezzo, nell'indifferenza più perfetta della FIOM-CGIL, il sindacato di maggioranza a cui appartenevano.
"La salute prima di tutto, anche del lavoro", ha affermato uno di loro"(3). Obiettivo del comitato: "Affrontare frontalmente Riva e le responsabilità, la CGIL-CISL-UIL e la politica per la loro complicità ". E denunciare il ricatto della città da parte dell’industriale, "il sistema clientelare mafioso inimmaginabile", istituito con il sindacato principale, un "sistema di paura, ricatto, manipolazione." (4) Sì, ma l'occupazione non ha prezzo.
Difatti, avendo la distribuzione massiccia di volantini ricevuto un buon riscontro, i manifestanti sono stati oggetto di una campagna di intimidazione dei sindacati, che annunciavano una "No-TAV, un’invasione di black block, di centri sociali, e altre sottigliezze." (5) La storia sarebbe imperfetta se questa campagna non fosse stata innescata da un "imbecille d’ambientalista" (sic). "Pensate con chi si ha a che fare! "sospirano a giusta ragione gli anti-Ilva. (6) Anche dalla nostra parte delle Alpi, i Verdi  ecotech si battono per un'industria sostenibile. (7)
Nonostante queste manovre, i manifestanti hanno vinto la battaglia del 2 agosto: dopo l'interruzione del discorso dei leader sindacali, non si può ignorare che Taranto, una parte della popolazione sostenuta dai lavoratori dell’ Ilva, proclama che le vite valgono più dei posti di lavoro. Un saluto a questi nemici del crimine industriale, e del suo partito della mafia.
Chiudete Doux, PSA, e le centrali nucleari! Chiudete le fabbriche e la società industriale!

NOTE:
 (1) AFP, 08/02/12
 (2) http://www.cobas.it/Notizie/La-magnifica-giornata-di-lotta-del-2-agosto-a-Taranto
 (3) Le monde 15/08/12
 (4) http://www.cobas.it/Notizie/La-magnifica-giornata-di-lotta-del-2-agosto-a-Taranto
 (5) http://www.cobas.it/Notizie/La-magnifica-giornata-di-lotta-del-2-agosto-a-Taranto
 (6) idem
 (7) Cfr. L’Enfer Vert. Un projet pavé de bonnes intentions, par TomJo (éditions Badaboum, 2011).

Note: *Pièces et main d'œuvre è un gruppo attivo di Grenoble impegnato in una critica sociale radicale anti-industriale della ricerca scientifica, degli stabilimenti industriali e militari,dell’industria nucleare e delle nanotecnologie.

Traduzione a cura di Pierangela Fontana

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