Le popolazioni inquinate invitano tutti a difendersi in tempo
IL DISASTRO AMBIENTALE E SANITARIO
Abbiamo sotto gli occhi ogni giorno le prove di un ambiente sconvolto, con aria, terra e acqua contaminate, e tanta sofferenza. Abbiano i risultati di indagini epidemiologiche come lo studio SENTIERI (dell’Istituto Superiore di Sanità), che considera la mortalità e le patologie nei territori in cui vive il 10 per cento della popolazione italiana (46 dei 57 siti ad alto rischio ambientale, denominati "siti d'interesse nazionale"), con risultati impressionanti riguardo alla connessione di quelle morti con l’inquinamento industriale. Questo grazie a imprese senza scrupoli che inseguono il profitto ad ogni costo e impunemente, sfruttando incapacità o addirittura complicità di chi dovrebbe occuparsi del bene comune.
Si poteva immaginare una volontà di distrarre da questi dati cittadini e cronisti, ci si è anche accorti di quanto si parli poco dello studio SENTIERI e dei suoi risultati (che gli addetti ai lavori però conoscono bene), del fatto che il Ministro della Sanità sia riuscito ad essere poco disturbato dai giornalisti e a rimanere il più possibile nell’ombra. Era anche previsto che aumentassero le paure di chi teme per il suo lavoro, proprio a perché c'è poca fiducia in una classe politica e di governo inadeguata, e che i suoi esponenti, più o meno tacitamente, concordassero sull'obiettivo di prendere tempo.
IL DECRETO-LEGGE 207/2012 (LA LEGGE A ROVESCIO)
Ma nessuno poteva immaginare che fosse possibile approvare, invece di misure eccezionali per aumentare la tutela delle popolazioni, dopo decenni di veleni, un decreto come il Salva-Ilva (un decreto-legge approvato il 3 dicembre 2012 dal Governo), che disprezza la vita dei cittadini già così colpiti e la loro volontà di difendere almeno i loro figli. Questa legge vieta alla magistratura, anche quando indaga su gravi reati, di sospendere l’attività degli impianti più pericolosi che ne sono strumento. Per un periodo che può arrivare a 36 mesi è il Ministero dell’Ambiente a decidere, prevedendo tappe per il risanamento e consentendo alle imprese di continuare a utilizzare quegli impianti. Si presume infatti che l'atto amministrativo adottato dal Ministro (l'Autorizzazione Integrata Ambientale, che considera l'impatto su aria, terra e acque di tutti gli impianti di un'impresa, tuttavia senza considerare l'impatto sulla salute) sia il massimo della tutela possibile.
Ci si chiede come la magistratura possa continuare a indagare su quei reati, che è praticamente possibile compiere per 36 mesi, per intenderci, come se ci fosse una legittima difesa dell’impresa, il riconoscimento di una condotta lecita (come quando in caso di necessità una persona salvi sé stessa e ometta di soccorrere e salvare un'altra persona). Ma è lecito continuare a salvare l'esercizio di alcuni impianti - che un'impresa per anni non ha voluto risanare, spostare e rendere compatibili con la salute per utilizzare in altro modo i suoi profitti - e continuare ad avvelenare e condannare un territorio e centinaia di migliaia di persone? Nel caso Ilva (di cui si parla più avanti) si sta decidendo il sacrificio ancora oggi di almeno 200.000 persone ...
Questa legge non ha precedenti. Chi conosce la Costituzione non fa fatica a capire quanti diritti calpesta: il diritto alla vita e alla salute, a ricorrere a un giudice per la tutela dei propri diritti - anche e soprattutto quando si è deboli o si appartiene a una minoranza - il diritto ad avere uno Stato che previene, accerta e persegue i reati, uno Stato in cui i Ministri non interferiscono con l’attività dei giudici e non intervengono addirittura all’interno di un singolo procedimento penale in corso.
IL CASO ILVA, LA CITTA' DI TARANTO E LA SUA LOTTA
Questa legge deve essere cancellata. Questa legge è il pretesto per evitare interventi seri e immediati per le popolazioni vittime di uno sfruttamento sfrenato, per non affrontare l'impegno di una politica economica seria e lungimirante per questi territori e per tutti gli altri territori a rischio. Chiediamo davvero a tutti in Italia, in primo luogo ai cittadini, e ad amministratori, neo-parlamentari, comitati, associazioni, medici, giuristi, e a chiunque, di unirsi in nome della ragione e della vita. Le comunità che sono state colpite pesantemente dall'inquinamento sanno già cosa le attende. Questa esperienza fa sì che Taranto avverta come un bisogno profondissimo, in grado di superare ogni difficoltà, l'esigenza di far sentire la sua voce in tutte le zone d’Italia sottoposte a un progressivo avvelenamento, per difendere i suoi figli e ovunque i bambini.
Il 7 aprile manifestazione a Taranto, il 9 aprile sit-in a Roma, davanti alla Camera dei Deputati
http://www.peacelink.it/ecologia/a/37970.html
La campagna di ANONYMOUS per la sensibilizzazione dei cittadini (video dedicato al 7 aprile)
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=je8HF8Bwduc
Allegati
SIT-IN A ROMA IL 9 APRILE, CON TARANTO PER I DIRITTI UMANI
277 Kb - Formato pdfOre 10.00 - 14.00, ore 15.00 - 18.00
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