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Salva-Ilva alla Consulta (prima parte)

Con l'acciaio si fa tutto... Anche le leggi

Gli avvocati pro Ilva: "chi rappresenta settori e valori partecipa al farsi delle leggi". Però c'è chi non può fare Lobbying...i bambini ad esempio. Taranto intanto attende il deposito della sentenza: questioni non esaminate a parte, chiarirà in che termini la legge è stata ritenuta costituzionale.
26 aprile 2013

Il 9 aprile, giorno dell’udienza, nel palazzo della Consulta c'è attesa. Le riprese TV sono autorizzate per pochi minuti e si concentrano sulla relazione iniziale, quella del giudice costituzionale che riassume le ordinanze dei giudici di Taranto. Ci sono ancora i giornalisti che poi raggiungeranno piazza Montecitorio, dove il presidio dei cittadini venuti da Taranto e di rappresentanze di altri centri (come la Valle del Sacco) sta chiedendo ai neo-parlamentari di abrogare la legge 231/2012, nota come Salva-Ilva ma che potrà prorogare l’attività di industrie tra le più pericolose.

9 aprile 2013. La Consulta decide sulla legge Salva Ilva

 D’ora in poi parlerà solo il Presidente, per dare la parola agli avvocati e per leggere la decisione sugli interventi da ammettere, alcuni a sostegno dell'incostituzionalità della legge e altri della sua legittimità (in questo caso, al fianco dei due Avvocati dello Stato presenti). Saranno ammessi l'Ilva (come parte nel procedimento penale in corso) e gli allevatori danneggiati. Ma nell’Aula ci sono anche gli avvocati del WWF e delle associazioni di categoria più potenti d’Italia.

FEDERACCIAI E LA "DEMOCRAZIA DIFFUSA"

Un momento di tensione è  quello in cui l’avvocato che rappresenta Confindustria e Federacciai spiega come mai le due organizzazioni abbiano il diritto di intervenire, ora che i giudici della Corte Costituzionale stanno per esprimere un giudizio sulla legge 231 e sui dubbi di legittimità costituzionale avanzati dai giudici di Taranto. Dopo il suo intervento, per un po' non ci riesce di concentrarci sulle parole degli altri avvocati. Di questi, ben cinque difendono la legge.

L’intervento va ascoltato. Ruota tutto intorno all'attività di Lobbying. 

Sostiene l’avvocato che  “l’acciaio è la struttura portante di ogni sistema produttivo”. Dice che la legge, in un sistema democratico, è un momento fondamentale. Ma oggi la democrazia si atteggia in modo diverso da 50 anni fa: è “democrazia diffusa". Il processo di produzione delle leggi è diffuso, e richiede una partecipazione concreta, “non generica”. Con voce forte e tonica, aggiunge che Federacciai, dopo "una pluralità di incontri presso il Governo e presso il Parlamento durante il farsi della legge” (n.d.r.: nata come decreto-legge 207 ad opera del Governo), deve continuare ad essere protagonista. Un'idea diversa dell'ordinamento sarebbe antiquata. L'avvocato ricorda anche che  "il sostentamento di Federacciai dipende per il 25 % dalla contribuzione di Ilva S.p.A., grazie agli 8 milioni di tonnellate di acciaio prodotti a Taranto”. L’attività di Lobbying sarebbe insomma qualificante e garantirebbe un posto d’onore anche in quest’Aula.

IL RUMORE LONTANO DEGLI IMPIANTI

In quest'Aula, davanti ai giudici della Corte Costituzionale, il racconto di come l'acciaio produca leggi – e non solo tubi e branne - è sorprendente. Per cinque minuti siamo dentro una colata di parole che gelano, insieme all’acciaio e al rumore di sottofondo degli impianti che lo producono, si fondono con il suono degli articoli della legge 231 (e della legge in generale). Per la verità, l’acciaio produce conseguenze drammatiche per la popolazione del territorio tarantino e degli altri territori contaminati (come i tumori infantili a Crotone, sotto le cui scuole, nel cemento, sono finite le sue scorie tossiche). Ma è un pezzo di realtà che rimane fuori da quest’Aula.

L'avvocato di Confindustria e di Federacciai non svolgerà la sua relazione principale (così anche l'avvocato del WWF, il Fondo Mondiale per la Natura). La Corte ammette al giudizio solo le parti e i terzi che hanno un interesse “qualificato”: l’Ilva (i cui impianti sono stati sequestrati) e la famiglia di allevatori che fino a pochi anni fa -  con un’attività sorta intorno al 1850 - dava lavoro almeno a venti persone. Nel 2008, quasi duemila capi di bestiame contaminati da diossina sono stati abbattuti nelle masserie vicine allo stabilimento. In questi momenti, sono questi allevatori a rappresentare il territorio di Taranto, i suoi interessi e il destino della popolazione. 

SOVRANITA'  E COSTITUZIONE

Torniamo ad ascoltare l’avvocato di Federacciai, per qualche istante: “Al processo di formazione delle leggi ... partecipano organizzazioni rappresentative di interessi e valori settoriali”."Non si pensi però a una partecipazione di tutti, indiscriminata, ma solo di chi è stato già presente prima ... e con ruoli particolari". 

Certo… a ben guardare questa nostra Costituzione doveva dirlo più chiaro - mostrandone le scintille tra gli articoli - che al centro della vita degli italiani ci sarebbe stato l’acciaio! Ma vero è che la sovranità popolare si trasforma lo stesso, giorno per giorno (... a Costituzione invariata). Come aveva detto l'avvocato, "l’acciaio è struttura portante...". 

Non sappiamo quanto quel principio di sovranità popolare resisterà. Certo qualcosa non va, nel disegno “di democrazia diffusa” che ci è stato descritto, se ascoltando le rivendicazioni di Federacciai – e le scelte argomentative dei cinque avvocati dell’Ilva e dello Stato - quasi non ci si accorge che si sta parlando di un paese abitato, che anche i cittadini sono almeno un po' “struttura  portante". Non meno dell'acciaio (fintanto almeno che restano in vita)!

Indubbiamente, però, oggi l'acciaio sembra il più forte.

Note: L'UDIENZA (AUDIO INTEGRALE)
http://www.radioradicale.it/scheda/376974/udienza-pubblica-della-corte-costituzionale

IL CONVEGNO ALL'UNIVERSITA' DI TARANTO (3 aprile 2013)
http://www.peacelink.it/ecologia/a/37981.html

FEDERACCIAI, I RIVA, LA CITTA' ... (da "Malpelo", novembre 2008)
http://www.youtube.com/watch?v=7nxxdfNsx_U)

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