Abbiamo portato il caso Ilva al Parlamento Europeo
Fondamentale sottolineare che il ruolo del Parlamento Europeo è molto importante, in quanto "forum di espressione" dei popoli europei. Inoltre una delle sue peculiarità principali è quella di dare la stessa identità a tutti i cittadini europei, di dare loro stessa importanza e gli stessi diritti e, tra questi diritti, vi è quello assoluto di poter interpellare il P.E.
Siamo in contatto con il Gabinetto del Presidente del Parlamento, che ci ha informati che il presidente Martin Schultz sta seguendo direttamente ed attentamente la questione ed è a conoscenza dei fatti specifici da noi attestati, nei giorni scorsi con dati, video e documenti. Sappiamo anche, da vie informali, che ci sarebbe una Commissione del P.E. che sta anche investigando sulla questione.
Abbiamo contattato il presidente Schultz, ed informato al riguardo gli stessi parlamentari europei italiani e tra questi il Vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella. Molto attenti sulla questione si sono dimostrati anche diversi parlamentari stranieri, in particolare quelli tedeschi e lussemburghesi. Altra importante iniziativa è quella di aver scritto una lettera al Commissario Europeo per l'Ambiente Dr.Janez Potocnick e al Direttore Generale per l'Ambiente, Dr. Karl Falknenberg. In tale lettera abbiamo messo in evidenza quelli che sono i dati reali della situazione di Taranto ed abbiamo nello stesso tempo esortato la Commissione ad approfondire le investigazioni che riguardano il disastro ambientale e sanitario della città di Taranto.
Tutto ciò, al fine di poter far applicare maggiori controlli, restrizioni e di avviare le procedure previste per la eventuale violazione delle direttive europee. In particolare, abbiamo fatto riferimento alla Direttiva EU75/2010 che fissa delle prescrizioni per quanto riguarda le emissioni industriali.
Siamo anche venuti a conoscenza che la Commissione ha accelerato i suoi lavori in merito alla questione Ilva e ci siamo resi disponibili a fornire tutto il nostro supporto possibile, anche con prossimi incontri a Bruxelles.
Inoltre evidenzieremo con dovizia di particolari la non osservanza della norma europea che sancisce il principio "chi inquina paga" (art. 1 della direttiva europea n. 35 del.2004).
Siamo anche venuti a conoscenza che la Commisione ha accelerato i suoi lavori in merito alla questione Ilva e noi ci siamo resi disponibile a fornire tutto il nostro supporto possibile anche recandoci a Bruxelles per incontri con i vertici del Parlamento.Europeo.e.della.Commissione.
Tutto questo lo svolgeremo di pari passo con il sostegno alla Magistratura a cui segnaleremo ogni eventuale inadempienza e violazione delle leggi.
Fabio Matacchiera (Fondo Antidiossina) Alessandro Marescotti (Peacelink)
3 ALLEGATI:
Lettera al Commissario Janez Potocnik in lingua inglese + traduzione in lingua italiana
Nota stampa e considerazioni dichiarazioni neo Ministro della Salute
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Taranto, 26 April 2013
To: Commissioner Janez Potočnik, European Commissioner for Environment.
Copy to: Mr. Karl Falkenbreg, Director General for Environment;
Ms. Marianne Wenning, Director responsible for Legal Affairs and Cohesion;
Mr. Ian Codescu, Head of Unit for Enforcement, Infringements, Coordination and Legal Issues.
Object: Ilva siderurgic plants in Taranto, Italy.
Dear Commissioner,
As environmentalist associations from Taranto in Italy, Fondo AntiDiossina and Peacelink, we address you this letter concerning the extremely serious situation of pollution caused in our town by the production of ILVA siderurgical plants.
As you know, in July 2012 the ILVA plants have been put under sequestration by the prosecutors of Taranto.
The Riva Group, owner of the plants, has been indicated as responsible for the uncontrolled production that is being operated in Taranto site.
The owners responsible for the management and the operations in the premises, and the technical director, are under arrest in their private premises and one of them is awaiting extradition from United Kingdom.
“The permanent exposure to air polluting agents produced by the steel factory has caused and is still causing medical degenerative phenomena in the human body that translate into events of disease and death in the population”.
This is part of the text of the study conducted by Professor Annibale Biggeri (University of Florence), Professor Maria Triassi (University of Naples) and Dr Francesco Forastiere (Sanitary Department, Epidemiology, Municipality of Rome). These personalities have been called by the Judge for Preliminary Investigation, Dr. Todisco, to complete a report investigation on the possible links between ILVA pollution and local population’s health.
In December 2012, the Italian Parliament has approved the Law 231/2012 that overrules the above mentioned decision of the prosecutors and allows the ILVA plants to restart production.
The only concession to Taranto’s population is a Protocol called AIA (Integrated Environmental Authorization), which should be the instrument of control of the rhythm of the industrial production with the aim of reducing pollution.
But our experts and the scientific data they have collected underline that production at ILVA follows a continuous rhythm of production and that the level of its emissions remain always alarming, as we can see from the red, black and white smokes that invade Taranto night and day.
The sanitary situation in town is extremely serious. As we can read in the report compiled for prosecutors, there are 386 dead persons in the last few years for reasons that would be directly linked to the industrial plants.
Many of our babies are born with several forms of cancer and we cannot bury our dead because the soil around the ILVA plants (which we remind, is in town) cannot be dug anymore due to the pollution of the ground.
A municipal decree by the major of Taranto orders that in the Tamburi residential area, adjacent to the plants, children cannot play outside in the few green areas because everything is covered with polluting and high-risk industrial powders.
Experts calculate that 210 kg of polluting material per capita are emitted every year over Taranto. Reality on the ground is much more dramatic than we can tell and we do not see any significant improvement for the life of the town’s population.
We would thus like to ask your help in this extremely important matter, as datas in official investigation reports confirm that there must be a non-compliance of ILVA plants in Taranto with regard to the EU protocol on emissions.
In particular, we refer to EU Directive 2010/75/EU on “Industrial Emissions (Integrated Pollution Prevention and Control)” and to its Article 18 on “Environmental quality standards”, which reads that “Where an environmental quality standard requires stricter conditions than those achievable by the use of the best available techniques, additional measures shall be included in the permit, without prejudice to other measures which may be taken to comply with environmental quality standards.”
The information reported to judges on plant’s emissions entail that through ILVA, Italy is heavily infringing on industrial emissions and pollution.
We have tried at different levels to bring the matter to the attention of our local and national representatives but answers have always been negative as the Italian Government considers the AIA Protocol as its final step in this matter.
We have addressed a similar letter to the President of the Parliament Martin Schulz, who has touched on the dramatic situation of ILVA in Taranto during a press conference and who has guaranteed his continuous attention to its evolution.
We would thus like to ask you to task your experts with investigating this matter and stand ready to come to Brussels to meet with you or send you any additional information and scientific data you would require.
Your sincerely, Prof. Fabio Matacchiera
Prof. Alessandro Marescotti
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Taranto, 26 Aprile 2013 (traduzione dalla lettera originale in lingua inglese)
Al Commissiario Janez Potočnik, Commissario Europeo per l’Ambiente.
Copia a: Dr. Karl Falkenbreg, Direttore generale per l’Ambiente, Commissione
Europea;
Dr. Marianne Wenning, Direttore responsabile per gli Affari Legali e la Coesione;
Dr. Ian Codescu, Capo Unità per il Rafforzamento, le Infrazioni, il Coordinamento, e per gli Affari Legali.
Oggetto: Impianti siderurgici Ilva di Taranto, Italia.
Egregio Commissario,
come associazioni ambientaliste di Taranto, Fondo AntiDiossina e PeaceLink, Le indirizziamo questa lettera riguardante la situazione di grave inquinamento causato nella nostra città dalla produzione degli impianti siderurgici ILVA.
Come Lei saprà, nel Luglio 2012, parte degli impianti ILVA é stata messa sotto sequestro dal Giudice per le Indagini Preliminari di Taranto.
Il Gruppo Riva, proprietario della fabbrica, é stato indicato dal Tribunale come responsabile per la produzione incontrollata operata nello stabilimento di Taranto.
I proprietari responsibili della gestione e della conduzione dello stabilimento, oltre al direttore tecnico, sono agli arresti domiciliari ed uno di loro attende l’estradizione dal Regno Unito.
“L’esposizione permanente alle emissioni inquinanti prodotte dagli impianti ha causato e causa nel corpo umano fenomeni medici degenerativi, che si traducono nella popolazione in eventi di malattia o morte”. Questa è parte del testo della perizia condotta dal Prof. Annibale Biggeri (Università di Firenze), dalla Dott.ssa Maria Triassi (Università di Napoli) e dal Dott. Francesco Forastiere (Dipertimento Epidemiologia del Comune di Roma). Queste personalità sono state incaricate dal Gip Dott.ssa Patrizia Todisco di fornire un rapporto sui possibili legami tra l’inquinamento causato dall’Ilva e le condizioni di salute della popolazione locale.
Nel Dicembre 2012, il Parlamento italiano ha approvato la Legge 231/2012 che annulla la decisione del GIP e che permette all’ILVA di riprendere la produzione.
L’unica concessione alla popolazione di Taranto é il Protocollo AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che dovrebbe essere strumento di controllo del ritmo di produzione industriale al fine di ridurre l’inquinamento.
Ma i nostri esperti e i dati scientifici raccolti dimostrano che l’attività dell’ILVA segue un ritmo di produzione intenso e che il livello delle emissioni rimane allarmante, come si evince dalle nubi rosse, nere e bianche che invadono la città giorno e notte.
La situazione sanitaria in città é estremamente seria. Come si legge nelle relazioni degli esperti incaricati dal Tribunale, ci sarebbero state 386 persone decedute negli ultimi anni per motivi che sarebbero direttamente riconducibili agli impianti industriali.
Molti dei nostri bambini nascono con forme di cancro difficilmente osservabili nei neonati, e nella nostra città non si possono seppellire i morti perché il suolo nella zona intorno alla fabbrica (che, lo ricordiamo, sorge in città) non può più essere scavato perché troppo inquinato.
Un’ordinanza del sindaco di Taranto, inoltre, vieta ai bambini del quartiere tamburi (zona residenziale adiacente alla fabbrica) di giocare nelle poche aree verdi per la presenza di polveri e inquinanti molto pericolosi.
Gli esperti calcolano che 210 chili di materiale inquinante “pro capite” sia emesso ogni anno nei cieli di Taranto. La realtà sul campo é molto piu’ drammatica di quello che possiamo raccontare e non vediamo nessun miglioramento per la vita della popolazione tarantina.
Chiediamo, pertanto, il Suo aiuto su questa materia, in quanto i dati forniti dalle perizie confermano che ci possa essere un’infrazione da parte dagli stabilimenti ILVA del protocollo dell’Unione Europea sulle emissioni.
In particolare, facciamo riferimento alla Direttiva EU 2010/75/EU sulle “Emissioni Industriali (Prevenzione e Controllo dell’Inquinamento)” ed all’articolo 18 sulle “ Norme di qualità ambientale” che recita come segue: Qualora una norma di qualità ambientale richieda condizioni più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, l’autorizzazione contiene misure supplementari, fatte salve le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di qualità ambientale”.
Le informazioni riportate ai giudici sulle emissioni degli impianti implicano che con l’ILVA, l’Italia stia commettendo delle pesanti infrazioni sulle emissioni industriali e sull’inquinamento.
Abbiamo cercato di portare la questione all’attenzione dei nostri rappresentanti a livello locale e nazionale, ma le risposte in merito sono sempre state negative visto che per il Governo italiano il Protocollo AIA rappresenta l’atto finale in questa questione.
Abbiamo inviato una lettera simile al Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, che ha parlato della drammatica situazione di Taranto in una conferenza stampa e che ha garantito la Sua continua attenzione all’evoluzione della faccenda.
Le chiediamo pertanto di incaricare i Suoi esperti di investigare nella questione ILVA e ci tenaimo a sua disposizione qualora volesse accordarci un incontro, se avesse bisogno di informazioni aggiuntive o dati scientifici in nostro possesso.
Distinti Saluti,
Prof. Fabio Matacchiera Prof. Alessandro Marescotti
(Pres. Fondo Antidiossina ) (Pres. Ass. Peacelink)
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nota stampa
oggetto: il Ministro Beatrice Lorenzin come Corrado Clini
Alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal neo ministro della salute, Beatrice Lorenzin, relativamente al "caso Ilva", durante la trasmissione televisiva "Ballarò" di Rai3 del 23 aprile c.a., è doveroso fare alcune considerazioni. Il ministro Lorenzin ha infatti asserito, in riferimento alla questione, che essa trae origine da una "incapacità di gestire una crisi aziendale e ambientale" riguardante Taranto e tutto l'indotto dell'acciaio italiano, sottolineando il risvolto economico e non certo sanitario di tale situazione, dando una interpretazione personale dell'incidenza economica derivante da tali fatti. Con quelle affermazioni, anche questo ministro, in in linea con il suo predecessore, Corrado Climi (del quale la stessa Lorenzin dichiara di apprezzarne il "coraggio"), sembra continuare a trascurare la questione sanitaria in un contesto in cui le problematiche hanno assunto carattere di vera emergenza, mostrando di preoccuparsi più del Pil che della salute dei cittadini, quest'ultima cosa dovrebbe costituire, invece, la priorità del suo preciso compito. Un ministro chiamato a tutelare gli intessessi della collettività, in primis della salute, non può esimersi dal non considerare un contesto, come quello di Taranto, di grave emergenza sanitaria, come dimostrato da studi specifici condotti daeccellenze della scienza medica e dove un'azienda continua a rilasciare emissioni ritenute particolarmente pericolose ed inquinanti, "causa di morti e malattie", come rilevato ed enunciato anche dai consulenti tecnici e medici officiati dalla Magistratura. Inoltre, lo stesso ministro, asserendo testualmente che la Procura "ha bocciato un accordo fatto dall'Ilva con il governo, dopo che tale accordo era stato fatto", ha dimostrato di non avere una totale conoscenza delle vicende, sia dal punto di vista storico, che dal punto divista dell'iter giudico. Anche le affermazioni espresse dal ministro Lorenzin, durante la stessa trasmissione televisiva, nei confronti della magistratura, a nostro avviso risultano essere inopportune, soprattutto se rivolte nei confronti dei giudici di Taranto che hanno soltanto cercato di far rispettare gli articoli di legge e di fermare quegli impianti che sono risultati dannosi alle persone e all'ambiente. Una azione legittima e scrupolosa, quella dei magistrati di Taranto, perchè basata su fatti concreti ed oggettivi. La critica del ministro, pertanto, potrebbe apparire irrispettosa ed potrebbe essere interpretata come un'azione che tende ad anteporre alla salute di centinaia di migliaia di cittadini gli interessi economici di un'intera nazione.
Distinti Saluti,
Prof. Alessandro Marescotti Prof. Fabio Matacchiera
(Pres. Ass. Peacelink) (Pres. Fondo Antidiossina )
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