Quale democrazia? Diretta, rappresentativa o partecipativa?
Uno strano concetto si aggira nei media: la democrazia partecipativa. Ho voluto raccontare alcune esperienze di democrazia avvenute a Taranto anche per individuare le ragioni per le quali questo concetto mi suscita perplessità e sono arrivata alla conclusione che forse basterebbe utilizzare gli strumenti e i luoghi che già abbiamo per far funzionare la democrazia.
Il popolo esercita il potere perché partecipa alle decisioni, perché si è informato, perché ne ha discusso, perché le decisioni non sono prese da un’oligarchia. Altrimenti come potrebbe esercitare il potere di decidere? Questo in teoria, purtroppo, invece, viviamo una vera e propria crisi della democrazia e le forme di rappresentanza fin qui conosciute sono messe in discussione e forse vanno ripensate.
Gli strumenti e i luoghi della democrazia
Rimane però il dubbio di non aver utilizzato gli istituti di democrazia in tutto il loro potenziale anche perché possono cambiare in base al contesto normativo, al luogo e all’evoluzione tecnologica. Per contesto intendo il sistema normativo che, ad oggi, comprende anche la normativa sulla trasparenza; per luogo, intendo le piazze e i luoghi fisici nei quali viviamo, meno fabbriche e più uffici forse; l’ultimo strumento è rappresentato chiaramente dai social network, dai wifi presenti nei luoghi pubblici, dai dropbox, youtube ecc che cambiano le relazioni tra le persone e il modo di lavorare.
Applichiamo realmente la costituzione e la trasparenza amministrativa e non avremo problemi di democrazia! Curiamo il rapporto con i cittadini anche, ma non solo grazie alla tecnologia, e non avremo problemi di democrazia!
In sostanza, la trasparenza va applicata, non basta che sia inserita nella normativa, deve diventare pratica quotidiana e non lo è; la piazza va frequentata, il confronto con i cittadini deve essere reale e costante e spesso non lo è.
Uno strumento per la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini è dato dalle varie forme associative di tipo politico? Facciamole funzionare! Rendiamole funzionali agli scopi per i quali li ha voluti la costituzione! Parlo di partiti, movimenti, federazioni e liste civiche insieme perché non è il caso di fare questioni nominalistiche. Una volta che una realtà fa politica, è una realtà politica al di là del nome che si è dato. Forse è il momento di adeguare l’organizzazione interna delle realtà politiche e sindacali al dettato costituzionale.
In generale, la costituzione va applicata e non riformata ad ogni legislatura!
Gli istituti di democrazia diretta sono una pietra miliare nella democrazia italiana e come tali devono essere vissuti dagli eletti in base ai principi della democrazia rappresentativa, proprio l’opposto di quanto è accaduto con i risultati degli ultimi referendum.
Last but not the least, i cittadini hanno anche dei doveri, non solo dei diritti.
Taranto, uno straordinario laboratorio per la democrazia italiana!
In parte, questo avvenendo a Taranto che si conferma un osservatorio particolare per capire dove va il Paese. Infatti nel 1993, Giancarlo Cito eletto a sindaco fu paragonato ad alcune figure nazionali, come Berlusconi e Bossi perché il tarantino utilizzava con perizia la televisione e basava la sua campagna elettorale sulla lotta agli immigrati, sul suo carisma, oltre a fondare la lega di azione meridionale che riprendeva alcuni temi della Lega.
Dopo quasi vent’anni dall’elezione di Cito, Taranto è di nuovo una finestra sul mondo: è il luogo dove i sindacati sono stati messi in discussione dal comitato dei liberi e pensanti, il luogo dove le scelte di politica industriale e ambientale degli ultimi decenni mostrano contraddizioni e debolezze, dove la battaglia contro un colosso internazionale e contro il governo e gli enti locali è stata fatta con metodi non violenti, dove la partecipazione si è espressa, allo stesso tempo, attraverso le forme della rappresentanza tradizionale ed altre, innovative.
La democrazia rappresentativa e quella diretta a Taranto.
Comincio dall’ultimo punto, quello della partecipazione democratica. Contro il sistema che direttamente o indirettamente favoriva l’ILVA, si è costituita una coalizione di liste civiche, guidate da Angelo Bonelli, il presidente nazionale di un partito che rifiuta di schierarsi a sinistra o a destra, per mettere al centro l'ecologia, i Verdi. La coalizione ha preso il 12% di voti con una campagna elettorale di soli 40 giorni che rifiutava l’economia basata sulla diossina e proponeva la conversione in senso ecologico dell’economia locale.
La coscienza ambientalista è stata anche favorita dal lavoro ventennale di alcuni ambientalisti e dalla presentazione di ricerche e dati scientifici che sono stati sistematicamente divulgati dalle associazioni. Dopo l’esperienza delle amministrative 2012, ad agosto è nato il Comitato dei liberi e pensanti che ha come principio ispiratore: “Io non delego, io partecipo” che quindi sembra rinunciare ad avere veri e propri rappresentanti e indicando i portavoce all’occorrenza. Solo il tempo dirà in quale modo coloro che in parlamento proclamanto di esser portavoci, eserciteranno il loro mandato. Il ruolo dei portavoce non è privo di responsabilità. Se la piazza urla “Crucifige, crucifige!!” Il portavoce, rispetta la volontà della folla, crocifiggendo il malcapitato???
L’esperienza di Peacelink (d’ora in poi PL)
L’associazione ha uno statuto originale, scritto venti anni fa. Si tratta di una rete decentrata di club alla quale possono aderire singoli e associazioni.
Essa si propone di usare la telematica e l'informazione multimediale in relazione ai principi fondativi che sono: la promozione della cultura della solidarietà in tutte le sue forme, la difesa dei diritti umani, l'educazione alla pace, il coordinamento informativo delle attività di volontariato, la cooperazione internazionale, il supporto ad azioni umanitarie, la sensibilità alle questioni del disagio e della sofferenza, il ripudio del razzismo e della mafia, la difesa dell'ambiente, la cultura della legalità e dei diritti civili, in particolare i diritti telematici, i diritti all'espressione multimediale del pensiero e i diritti al pluralismo informativo. In sintesi, si vuole utilizzare la telematica per la pace.
*“PL ha cominciato ad occuparsi di ambiente una decina di anni fa. Nel 2000 “Peacelink” puntò l’indice contro i fumi emessi dalla cokeria Ilva pubblicando sul suo sito alcune foto inquietanti scattate di nascosto all’interno del siderurgico. Nello stesso anno la Procura diede il via libera alla prima maxi perizia sulle fonti inquinanti, a cui la seguì la delicata stagione dei processi sulla cokeria e i parchi minerali che vide Legambiente costituirsi parte civile e qualcun altro (Provincia e Comune) defilarsi in maniera imbarazzante.
Il resto appartiene alla storia recente.
Nel 2001 “Peacelink” scopre l’esistenza di una relazione molto dettagliata con cui la USL segnala la presenza di alti livelli di benzopirene , un pericoloso cancerogeno. Il documento, redatto nel 1995, era stato clamorosamente snobbato per circa sei anni. Nel 2005 gli ecologisti scoprono che l’8,8% dell’inquinamento industriale europeo da diossina proviene da Taranto. E’ la prima notizia del tg regionale della Rai, ma dalle istituzioni non giunge alcuna reazione. Nel maggio del 2007 un dossier di “Peacelink” rivela che da noi si concentra il 90,3% della diossina nazionale. Qualche settimana dopo partono i primi controlli sulle emissioni dal camino E-312 dell’Ilva.
La nascita di Altamarea
Il frutto di tanto fermento si vede il 29 Marzo del 2008: per la prima volta migliaia di persone scendono in strada per marciare contro l’inquinamento. Il successo si rinnova il 29 novembre dello stesso anno, con la manifestazione promossa da “Altamarea”, la sigla che riunisce 18 associazioni. I media nazionali accendono i riflettori su Taranto. Qualcosa succede anche a livello istituzionale : il 16 dicembre 2008 il consiglio regionale approva la legge anti-diossina che riduce il limite di emissioni previsto dalle legge nazionale. Un primo passo, tutto da monitorare, nel faticoso cammino per la conquista di un ambiente sano. Il 28 novembre 2009 ”Altamarea” bissa il successo dell’anno precedente.”
Un’iniziativa innovativa di PL
Le eco sentinelle sono un’iniziativa del 2010 particolarmente rilevante ai fini della riflessione sulla democrazia:: cittadini armati di telefonini e fotocamere che usano le loro immagini per denunciare gli scempi ambientali che vengono perpetrati contro il nostro territorio.”
Le eco sentinelle rappresentano un modo per indirizzare l’indignazione di tanti tarantini verso una reale partecipazione alla vita locale ed inoltre permettono di acquisire informazioni che poi vengono diffuse in modo virale e che hanno contribuito a formare le coscienze, generando altra indignazione, altre informazioni, altri cittadini attivi.
*“Sempre nel 2007, nasce il comitato referendario Taranto Futura” promotore di un referendum cittadino sulla chiusura parziale o totale dell’Ilva. Il 2008 è l’anno più intenso : l’associazione “Tarantoviva” svela la presenza di alti livelli di diossina nel sangue di alcuni volontari; Peacelink scova diossina e pcb in un pezzo di formaggio; il dottor Pino Merico, fondatore di “Bambini contro l’inquinamento”, arriva agli stessi risultati esaminando il latte materno.
PL ha contribuito ad organizzare le manifestazioni di ottobre, dicembre e aprile 2013 e ha partecipato a numerose assemblee di coordinamento con altre realtà ambientaliste e alle iniziative di altre associazioni e comitati.
Quanto ai rapporti con le istituzioni, la scelta di PL e di quasi tutte le associazioni è stata di partecipare ai procedimenti amministrativi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ILVA e per il Piano di Emergenza Esterno (PEE) ENI, di accettare gli inviti ad incontri con i decisori e i responsabili tecnici nominati dal governo e di partecipare alla consulta provinciale delle associazioni ambientaliste che si è riunita solo 3 volte.
La democrazia italiana da dove può ripartire?
Quando la Chiesa cattolica decise di riformarsi, ripartì dalla riscoperta della centralità della Parola, del ruolo dei laici e dell’importanza del confronto con le altre fedi religiose e persino con l’ateismo. La democrazia italiana da dove può ripartire? Sicuramente, dalla costituzione che non è certo una sconosciuta per gli italiani e che è stata spesso proposta ai cittadini o richiamata in modo autorevole.
Dunque, cosa manca? Forse è utile riscoprire l’importanza della persona e dell'ambiente in cui vive nella costituzione e propongo un esempio particolarmente adatto a spiegare quali valori siano stati messi in secondo piano a Taranto: l’art. 41, co 2 della costituzione recita: “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.”
L’attività produttiva deve non solo non recar danno alla sicurezza dei lavoratori e già sarebbe un successo, a giudicare dal numero di infortuni verificatosi negli ultimi mesi, ma non deve trasformare il lavoratore in un automa, in uno schiavo e infine deve rispettare la sua dignità. Quando uno o più ministri di un governo ripetono frequentemente che non ci sarebbero le risorse per la cassa integrazione e guadagni, nel caso la situazione ne richiedesse l’attivazione, stanno rispettando la libertà dei dipendenti dell’ILVA? E’ rispettoso della dignità umana lasciar intendere che non si possono imporre limiti all’attività produttiva, nonostante i dati allarmanti sulla salute dei residenti in determinati quartieri della città e implicitamente nella zona industriale? E’ rispettoso della dignità umana diffondere dati anomali sui dipendenti diretti del siderurgico, sulla vicinanza dello stesso alla città, sull’impatto economico dell’acciaio senza nessuna citazione dei settori produttivi che sono stati danneggiati dalla diossina?
Stiamo ponendo i dipendenti ILVA di fronte ad un tremendo dilemma etico!
La costituzione ci insegna che la vita deve essere tutelata sempre prima di tutto e dovrebbe esser tutelata dalle istituzioni e non attraverso scelte dei singoli che certo saranno risolutive prima o poi.
Il metodo non violento
Proprio in considerazione dei problemi degli operai ILVA, le associazioni si sono mosse sempre con metodi non violenti, rinunciando ad azioni che avrebbero potuto creare scontri diretti con gli operai dell’ILVA, ad esempio al blocco delle portinerie che pure era stato ventilato da qualcuno o alla partecipazione al comizio dei confederali il 2 agosto.
*(tratto dall’articolo di Alessandra Congedo Una breve storia dell’ambientalismo tarantino: C’è una Taranto distante anni luce dai piagnistei e dal vittimismo di chi si sente predestinato. Una Taranto viva, che ha voglia di fare. Ora tocca all’altra Taranto, quella ancora ferma al palo, farsi contagiare da questa inedita e costruttiva vitalità. http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/31484.html
La DEMOCRAZIA STA TORNANDO, la DEMOCRAZIA RESPIRA!
Con ALBA a BARI
il 14 giugno al PARCO 2 GIUGNO (ore 18:00)
il 15 giugno – UNIVERSITA' DI BARI / SALONE EX-POSTE (ore 9:30)
https://maps.google.it/maps/ms?msid=201717437124979132052.0004debd6cb12acd7c02f&msa=0
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