La Ruhr come esempio di riconversione ecologica dell’economia
E' stata l'occasione per individuare spunti utili alla situazione di Taranto a partire dalla riconversione realizzata nel bacino della Ruhr in circa dieci anni
Della riconversione del bacino della Ruhr, se ne è parlato a Colleferro, (RM) nell’ambito di una tre giorni svoltasi dal 23 al 25 novembre 2012, un insieme di iniziative volute dalle Associazioni Rete per la Tutela della Valle del Sacco e Gruppo Logos, per concludere un anno ricco di iniziative promosse in occasione del centenario della nascita dell’industria bellica a Colleferro (industria che ha favorito la creazione di innumerevoli fabbriche lungo tutta la Valle del Sacco).
L'iniziativa "Quando la volontà collettiva diventa un progetto": come ricostruire un territorio - Colleferro, 23/24/25 novembre 2012 ha avuto come ospite d'eccellenza Hanns-Dietrich Schmidt, responsabile de i rapporti internazionali del distretto della Ruhr che ha raccontato com'è nata l'idea di cambiare il modello di sviluppo della ruhr e che ha messo a disposizione il Rapporto di valutazione sull'iniziativa "La Ruhr, capitale europea della cultura 2010."
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Perché si parla tanto di Ruhr ?
Il riscatto di quest’area della Germania era stato già sognato da Willy Brandt che, nel 1961, nel pieno dell’industrialismo europeo e nello stesso anno in cui si poneva la prima pietra del siderurgico a Taranto, pronunciò una famosa frase: "Il cielo sopra la Ruhr deve tornare ad essere di nuovo blu!".
Con il successivo declino delle industrie minerarie degli anni ‘70-’80, tutto sembrava compromesso da un punto di vista economico e ambientale.
Le somiglianze tra il dramma vissuto dagli abitanti della Valle del Sacco e quelli della Ruhr sono innumerevoli. Il fiume Emscher, che conforma la valle tedesca non diversamente dal Sacco, era stato trasformato in un lungo scarico a cielo aperto.
Inoltre, anche nel territorio laziale, il tipo di economia caratterizzato dalla presenza di troppe piccole e medie industrie incapaci ancor oggi di trasformarsi da indotto della grande e morente industria in attività autosufficienti, è una delle ragioni del declino socio-economico che stiamo vivendo.
Negli anni ‘90, i problemi della regione della Ruhr furono affrontati con grande coraggio dal governo regionale del Nordrhein-Westfalen che rivoluzionò l'Internationale Bauausstellung Emscher Park (Mostra Internazionale di costruzioni e architettura-IBA) e la trasformò in una società che vedeva nel suo consiglio d’amministrazione importanti esponenti della politica, dell'economia, dei sindacati e delle associazioni ambientaliste. Il comitato di coordinamento è presieduto dal ministro dell'urbanistica e dei trasporti e composto dai rappresentanti della regione, dei comuni principali, degli ordini professionali e da singoli professionisti quali architetti, ingegneri, paesaggisti, artisti, naturalisti.
La Ruhr insegna che coordinare diversità come queste non è né complicato né costoso; il personale dipendente della S.r.L. non supera i trenta membri dal momento che comprende un direttore esecutivo e sei direttori scientifici a part-time. Se analizzassimo i costi di gestione, probabilmente ci accorgeremmo che in Italia, con le discutibili operazioni di bonifica realizzate da alti commissariati, spendiamo molto di più senza raggiungere risultati soddisfacenti.
Il primo passo è stato di abbandonare la presunzione di pianificare ed iniziare a coordinare. L’IBA, non è mai stato un'autorità per la pianificazione.
Nel '99, Wolfgang Pent fu chiaro: ”l’IBA si strutturò piuttosto come un'agenzia di consulenza. Come tale, indicò le direzioni verso le quali le iniziative potevano svilupparsi. Può aver posto degli obbiettivi, fornito delle conoscenze, svolto il ruolo di "Public Relation", ma pianificare è qualcosa che non ha mai fatto" .
Il progetto Ruhr ruotava intorno ad un obiettivo: la realizzazione del grande Parco Paesaggistico dell'Emscher (Emscher Landschaftspark), in un'area enorme che rappresenta più di un terzo della superficie complessiva della regione della Ruhr.
“Passare dal concetto di salvaguardia a quello di promozione del paesaggio”: questo è il messaggio più importante che lancia il progetto Ruhr.
Nel Parco dell'Emscher, il paesaggio gioca un ruolo strategico e viene utilizzato come mezzo per agire sull’immaginario, sulle aspettative e sui desideri dell’intera popolazione.
Lungi dal rassegnarsi, i cittadini della Ruhr hanno dimostrato di saper sognare, persino durante gli anni dell'industrializzazione, un grande futuro di riscatto. “noi vogliamo realizzare solo ciò che per decenni abbiamo immaginato”
Certamente l’esperienza della Ruhr non può essere generalizzata e banalmente imitata.
Karl Ganser, direttore dell'IBA, personaggio-chiave del progetto avverte: “….ogni regione è caratterizzata da condizioni economiche molto diverse, sia presenti che ereditate dal passato; oltre a ciò le condizioni finanziarie e legali differiscono molto da paese a paese. Per questo motivo ogni regione deve trovare il proprio modo di affrontare i suoi particolari problemi strutturali, un alto grado di interessamento per gli obiettivi ecologici e culturali, soprattutto quando la situazione occupazionale è particolarmente depressa e la necessità di investire forze e risorse extra, attraverso un approccio alternativo alla pianificazione, possono essere alcuni degli aspetti applicabili a livello mondiale".
Nel nostro paese, le identità comunali sono più forti che altrove ed hanno impedito spesso l’elaborazione di progetti su vasta scala.
La speranza alla base della tre giorni organizzata da RETUVASA era che questo momento di confronto aiutasse le amministrazioni locali a favorire la ricerca delle affinità linguistiche, culturali e culinarie tra le popolazioni della Valle del Sacco.
Anche gli aspetti positivi del nostro passato industriale possono e devono essere conservati, cercando di favorire le relazioni di solidarietà tra lavoratori, le richieste di servizi sociali, il rispetto per il lavoro, il passaggio dal familismo alla difesa dei diritti dell’individuo.
“In una fabbrica non si fabbrica solo quello che si fabbrica!” disse A. Moravia negli anni ’70, quando il mondo degli intellettuali italiani iniziava a guardare altrove. Benché lo spirito di queste parole sia stato dimenticato nel cassetto della memoria per troppi anni, l’esperienza della Ruhr lo fa tornare di attualità, dimostrando che una comunità che ha vissuto le drammatiche condizioni di vita legate al degrado ambientale, può insegnare al mondo come si costruisce un futuro ecocompatibile.
“Fabbrichiamo il nostro paesaggio”,
ovvero lo spazio scenico che rappresenta il nostro futuro di cittadini consapevoli di essere un'unica comunità prodotta dal paesaggio e costantemente artefice dei propri cambiamenti.
http://www.retuvasa.org/acqua/quando-la-volonta-collettiva-diventa-un-progetto-come-ricostruire-un-territorio-colleferro-232
Scheda informativa sul Parco Paesaggistico dell'Emscher
Paese: Germania
Territorio di riferimento: Il bacino industriale della Ruhr
Attività prevalente: era uno dei più importanti poli produttivi d'Europa, specializzato nell'attività estrattiva e in quella siderurgica
Sistema delle infrastrutture, costruito in funzione dell’attività produttiva: i percorsi autostradali si snodano per 451 km, le autostrade per 839 km e le strade urbane per 15.200 km. La rete dei canali navigabili raggiunge una lunghezza complessiva di 272 km, il trasporto via acqua può contare su 31 porti industriali. Con l'aggiunta del sistema ferroviario, il panorama della consistenza delle infrastrutture raggiunge complessivamente l'8,5% dell'intero territorio.
Principali criticità: il declino, tra il 1960 e il 1980, tutte le grandi industrie minerarie e siderurgiche del bacino della Ruhr, ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione d'immani dimensioni: l'iper-specializzazione del sistema produttivo, i nuclei urbani erano cresciuti attorno agli stabilimenti ed alle miniere, il paesaggio era fittamente cosparso di colline di scorie industriali, tracciati ferroviari, fabbriche dismesse, strade senza uscita, il fiume Emscher e i suoi affluenti era stati deviati ed erano stati trasformati in un lungo scarico pubblico a cielo aperto.
Periodo dell’intervento: negli anni tra il 1989 ed 1999
Amministrazione responsabile: il Land (equivalente alla regione italiana)
In collaborazione con: l'Internationale Bauausstellung Emscher Park, (IBA Emscher Park) cioè la (Mostra Internazionale di costruzioni e architettura). Ruolo dell’IBA Emscher Park: L'IBA non è un'autorità per la pianificazione. Essa si strutturò piuttosto come un'agenzia di consulenza. Come tale, indicò le direzioni verso le quali le iniziative potevano svilupparsi, fornì consigli e suggerimenti, creò un rapporto fra partner potenziali, esaminò i criteri qualitativi di ogni progetto per evidenziarne le caratteristiche.
Dimensioni dell’area coinvolta nel progetto: il Parco Paesaggistico dell'Emscher ricopre un'area di circa 320 Kmq, che rappresenta più di un terzo della superficie complessiva della regione della Ruhr (800 Kmq). Esso si estende per circa 70 km, nella fascia est-ovest tra Duisburg, sul Reno e Bergkamen nella Westfalia e, in altezza, per 10-12 km su entrambi i lati del fiume Emscher. Il suo tessuto connettivo, ricongiunge e lega a sé le fasce di paesaggio che separano i 17 comuni compresi dal progetto.
La strategia a lungo termine dei sette progetti-guida può essere così riassunta.
Progetto guida n. 1: il parco paesaggistico dell'Emscher
Progetto guida n.2: il riassetto ecologico del sistema idrologico dell'Emscher
Progetto guida n. 3: il recupero del canale Rhein-Hern
Progetto guida n. 4: monumenti industriali intesi come testimonianze storiche
Progetto guida n. 5: lavorare nel parco
Progetto guida n. 6: edilizia residenziale e sviluppo dei quartieri, le forme innovative dell'abitare
Progetto guida n. 7: nuove proposte per attività sociali e culturali
http://www.ocs.polito.it/biblioteca/giardini/emscher_s.htm
L’iniziativa a Colleferro dedicata a tutti i SIN (siti a forte rischio ambientale): Valle del Sacco - Le alternative di cui non si parla
http://www.peacelink.it/ecologia/a/37284.html
Il sito della "Rete per la tutela della Valle del Sacco" RETUVASA
www.retuvasa.org
Il sito del parco paesaggistico dell’Emscher
http://www.emscherkunst.de/home.html?L=1
Il Rapporto di valutazione sull'iniziativa "La Ruhr, capitale europea della cultura 2010"
http://www.peacelink.it/ecologia/a/38319.html
La Tesi di Laurea di Alice Martemucci in architettura in progettazione
Progetto di riqualificazione dell'area industriale Ilva di Taranto - Ilva verde
http://www.peacelink.it/ecologia/a/38502.html
Eco-alternative: il caso di Hammarby Sjostad a Stoccolma a cura di Daniele Marescotti
http://www.peacelink.it/ecologia/docs/4381.pdf
L'Ilva è senza mercato: prepariamo le eco-alternative
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/38683.html
Conferenza nella sala stampa della Camera dei Deputati lunedì 16 aprile 2012
"Ilva: emergenza ambientale e occupazionale a Taranto"
Lavorare con le bonifiche, avviare subito la messa in sicurezza d'emergenza della falda acquifera
http://www.peacelink.it/ecologia/a/36080.html
Allegati
Slide presentate al convegno-dibattito del 2 luglio 2013 presso la facoltà di Giurisprudenza di Taranto
Fulvia Gravame1972 Kb - Formato pdfLe diapositive presentano la riconversione del bacino della Ruhr e forniscono alcune informazioni sulle risorse che si potrebbero utilizzare in Italia per la riqualificazione degli operai ILVA e per attuare la riconversione anche a Taranto.
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