Presentazione del libro di Stefano Valenti "LA FABBRICA DEL PANICO", Feltrinelli 2013
Da: deportatimaipiu@googlegroups.com Per conto di ANPI Crescenzago
OPERAI DELLA BREDA FUCINE E AMIANTO A SESTO S.GIOVANNI (MI).
PRESENTAZIONE DEL LIBRO "LA FABBRICA DEL PANICO" DI STEFANO VALENTI:
- http://www.youtube.com/watch?v=L0Y73MypEUs
- http://www.youtube.com/watch?v=YRi4ahszHhk
- http://www.youtube.com/watch?v=jdFytvTyT7M
COMITATO PER LA DIFESA DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO E NEL TERRITORIO.
Sabato 20 luglio 2013, presso il C.I.P. “G.Tagarelli” (Centro di Iniziativa Proletaria) di via Magenta 8 a Sesto S.Giovanni, provincia di Milano, presentazione del romanzo “La fabbrica del panico” di Stefano Valenti, edizioni Feltrinelli.
Il romanzo si ispira ad una storia vera e racconta il dolore, le angosce ed i patimenti di una famiglia operaia davanti alla malattia e le lotte per la difesa della salute degli operai della Breda Fucine contro l’amianto e la nocività in fabbrica e nel territorio.
Insieme ai lavoratori protagonisti ne hanno discusso Stefano Valenti (scrittore), Guido Viale (scrittore e giornalista), Michele Michelino (coordinatore), Daniela Trollio, Antonio Pizzinato, Concetto Liuzzo, Silvestro Capelli, Maria Palma, Filippo Minniti, Laura Tussi (giornalista), Ettore Zilli ed altri cittadini.
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Stefano Valenti racconta la vita e le angosce della fabbrica
Al Centro d'Iniziativa Proletaria “Tagarelli” di via Magenta presentato "La fabbrica del panico”, opera prima del traduttore d'origine valtellinese
di Roberto Rossi
“Leggere questo libro è stato come guardarsi allo specchio”. Salvatore, ex operaio della Breda Fucine, definisce così le sensazioni al leggere “La fabbrica del panico”, opera di Stefano Valenti, 49 anni, traduttore, alla prima prova narrativa. Un libro presentato sabato 20 luglio al Centro di Iniziativa Proletaria Tagarelli di Sesto San Giovanni dall'autore, insieme all'economista e scrittore Guido Viale e a Michele Michelino del Comitato per la Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro e con la presenza tra il pubblico, oltre che di molti ex operai anche
di esponenti dell'associazione Peacelink di Taranto che tra i primi si è occupata del caso ILVA.
Una autofiction (“Il contenuto, i fatti e le persone sono reali – spiega Valenti- ma sono trasfigurati durante la narrazione) che racconta la “morte industriale” non attraverso i dati di uno studio o le parole dei rapporti dei medici sulla pericolosità dell'amianto ma attraverso le angosce, le paure di una famiglia, quella di Stefano, il cui padre, pittore, è morto di mesotelioma dopo aver lavorato negli anni Cinquanta alla Breda. La scoperta del tumore, i mesi di cura, tra casa e ospedali e a ritroso il racconto di quello che la fabbrica era davvero. Un luogo di lavoro e di sfruttamento, in cui l'unica logica seguita era quella della produzione e del profitto. Ma anche un posto in cui lottare per i propri diritti. E nel libro, con l'aiuto di Cesare (personaggio ispirato a Michele Michelino), Stefano Valenti racconta il cammino di consapevolezza degli operai, l'attività del Comitato per la Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro, fino al processo contro i dirigenti Breda. Il tutto narrato con uno stile semplice e profondo, in cui come ha spiegato Guido Viale si nota “il contrasto tra la durezza delle condizioni di fabbrica e la delicatezza nel raccontarlo”. Un libro importante per la lotta del Comitato. “E' un'opera che fa conoscere la nostra storia e il nostro lavoro– spiega Michele Michelino – al di fuori dei nostri circuiti tradizionali”
Ieri, al Centro di Iniziativa Proletaria di Sesto San Giovanni (Milano), si è tenuta la presentazione del libro "La fabbrica del panico" inerente la violazione dei diritti di operai e lavoratori e sulla mancanza di norme di sicurezza e tutele sui posti di lavoro (es.amianto). Anche il Centro di Iniziativa Proletaria è presente in Commissione Europea per far riconoscere le cosiddette "morti bianche" come "crimini contro l'umanità" e non come decessi attribuibili a mera fatalità. Durante la presentazione,il giornalista (nonchè caro amico) Guido Viale ha citato il Caso Ilva e tante altre realtà lavorative, in cui i diritti alla salute e alla vita vengono soppiantati e violati dalla ricerca del massimo profitto dei padroni e dal becero ricatto capitalista e iperliberista imposto dal sistema, imposto dal "potere": salute o lavoro, lavoro o vita.
Personalmente ho elencato l'impegno degli attivisti ecopacifisti di Taranto, che, con l'Associazione PeaceLink - Telematica per la Pace, da anni, lottano contro il "mostro dell'acciaio". Il "siderurgico infernale" che miete vittime tra operai e cittadini e non solo nel quartiere Tamburi. A Taranto un autentico terremoto politico-giudiziario, una lotta tra politica e magistratura, dove i poteri forti si sono lasciati corrompere e hanno corrotto, per ottenere il silenzio e l'omertà. Con l'omertà hanno nascosto le verità: Riva ha corrotto partiti, sindacati e persino la Chiesa per tenere nascosti i dati sull'inquinamento. Citando le parole del GIP di Taranto Patrizia Todisco:"Con la salute e la vita non si può mercanteggiare".
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