Liquami nel mare di Taranto fotografati da Google Earth
Sono purtroppo evidenti liquami che galleggiano al largo di Lido Bruno che sembrano fuoriusciti dalle condotte collegate all'impianto Gennarini che proprio in quel punto scaricano in mare, una scia che si estende per 2km che si allontana dalla costa per poi navigarvi parallelamente a circa 1km. Il tutto facilmente misurabile con lo stesso strumento di Google Earth. Come visibile nell'immagine qui accanto la scia si nota da un'altezza virtuale di circa 4km.
La capitaneria di Porto sequestrò l'impianto il 6 Giugno 2013 dopo aver accertato sversamento dalle vasche di fanghi e conseguente fuoriuscita di liquami dalle condotte.
"La prolungata attività di monitoraggio da parte degli uomini della Guardia costiera - si legge in una nota - ha consentito di accertare lo stato di totale degrado ed abbandono in cui versavano tutte le strutture, con assenza della pur minima attività di manutenzione e conseguente grave malfunzionamento dello stesso impianto, che in tal modo non era più in grado di assolvere alla funzione alla quale è preposto".
"Non è la prima volta che si registrano delle anomalie e la Guardia costiera era già intervenuta, ad esempio nel marzo scorso, quando l'impianto 'Gennarini' provocò una abbondante fuoriuscita di fanghi dalle vasche di depurazione e il conseguente sversamento in mare, attraverso la condotta, di acque non depurate.
Un battello della Capitaneria, nel corso di una perlustrazione, notò la macchia marrone, estesa per oltre 100 metri e larga almeno 50 metri. Un fatto grave, fu detto in quell'occasione, "sia per le considerevoli dimensioni dell'inquinamento marino prodotto, sia per la presenza in mare di rifiuti solidi galleggianti di vario genere e per un intenso odore acre, percepibile a diverse decine di metri di distanza dalla chiazza".
Durante l'ultimo sopralluogo è stato accertato "un consistente sversamento a cascata di liquami non depurati, in atto direttamente sulla battigia, con odore nauseabondo che pervadeva l'intera zona". Il sequestro è stato immediatamente disposto dall'autorità giudiziaria. Le opere oggetto di sequestro penale sono costituite dall'intero impianto di sollevamento del depuratore per una superficie di 5.600 metri quadrati con annesso scarico di troppo pieno realizzato su pubblico demanio marittimo su una superficie di 248 mq, nonché l'intera condotta interrata estesa tra l'impianto di depurazione e lo scarico in mare per una lunghezza di 4 chilometri.
Le ipotesi di reato accertate, in relazione alle quali sono tuttora in corso gli accertamenti finalizzati ad individuarne i responsabili, sono "particolarmente gravi", dice la Guardia Costiera, "in quanto si va dall'interruzione di pubblico servizio al danneggiamento aggravato di bene pubblico con scarico a mare di cose pericolose, tutte ipotesi contemplate dal vigente Codice penale".
Sul sito dell'Arpa Puglia il rilievo effettuato nel sito di "STABILIMENTO LIDO BRUNO S.VITO", come riportato sul loro documento scaricabile dal sito ufficiale, del 15 maggio 2013 riporta valore 0 per Enterococchiintestinali ed anche per Escherichiacoli, solo tre giorni dopo le fotografie del satellite che ci danno le immagini qui riportate, stessi risultati nei rilievi di Giugno e Luglio, il 6 giugno il sequestro dell'impianto e il 26 Giugno 2013 la Goletta Verde di Legambiente effettuava un rilievo proprio nel punto dello sbocco dei condotti Gennarini, i risultati, come riportato in questo screenshot preso dal loro sito, danno esito "entro i limiti di legge".
Una successione di date ed esiti che lascia molti dubbi ed una sola certezza; un annosa incuranza da parte del Comune di Taranto e dell'Acquedotto Pugliese che negli anni hanno collezionato sequestri ad opera del Noe e della Capitaneria e diverse segnalazioni da parte dell'Arpa e della ASL/TA, a pagare il conto in termini di tasse e salute sempre e solo i cittadini di Taranto.
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