La mobilitazione contadina in Colombia accende i riflettori sulla questione delle sementi
Questa misura NON significa un cambio di politica. Si tratta di una dichiarazione pubblica da parte del governo. La gente sta aspettando che si pubblichi un documento che abbia valore legale per vedere ciò che si prospetta e reitera l’appello a fare in modo che la Risoluzione venga totalmente abrogata.
Il 19 di agosto, le organizzazioni di contadini colombiani hanno iniziato uno sciopero nazionale dell’agricoltura. Hanno bloccato strade, sparso latte sulle automobili e fondamentalmente hanno smesso di produrre cibo per le città. Qual è il problema? Che vengono asfissiati dalle politiche governative.
Lo Stato non fornisce quasi nessun appoggio al settore contadino in piccola scala. Al contrario, promuove un modello economico e sociale che serve gli interessi di una èlite agiata e minoritaria. I trattati del libero commercio (TLC) firmati recentemente con gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno danneggiando i produttori colombiani, che non possono competere con le importazioni sovvenzionate. Il governo colombiano ha promosso attivamente gli accaparramenti di terra da parte delle grandi corporazioni, molte di queste straniere (Monica Semillas del Brasile, Merhav di Israele, Cargill di EUA), al fine di sviluppare i commerci agroalimentari orientati alla esportazione a scapito di aziende a conduzione familiare orientate alla sovranità alimentare (la Sovranità alimentare è il diritto dei popoli a un cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici, in forza del loro diritto a definire i propri sistemi agricoli e alimentari. Definizione di Sovranità alimentare dal Forum di Nyeleni 2007 (Mali). Ndt)
I manifestanti argomentano che è necessario fornire una protezione reale al settore contadino, specialmente un accesso alla terra con minori costi di produzione. Se non dovesse succedere questo, i produttori di caffè, patate, carne e latticini, per non menzionare i pescatori in piccola scala, non sapranno come continuare a lavorare. C’è espulsione e sterminio. Messi con le spalle al muro, la mobilitazione è iniziata in una parte del paese a giugno ed è cresciuta fino a diventare un’azione coordinata a livello nazionale in agosto.
Lo sciopero agrario è stato appoggiato molto presto da altri settori: gli operai dell’industria petrolifera, i minatori, i trasportatori, i professionisti del settore salute e altri. Il 29 di agosto, a dieci giorni dall’inizio dello sciopero, più di 20 mila studenti si sono uniti al movimento e hanno bloccato Bogotá, la capitale del paese. La risposta del governo è stata caotica e contraddittoria. Le forze di polizia hanno attuato una violenta repressione ferendo molti dei manifestanti, per non menzionare i giornalisti. Più di 250 persone sono state arrestate, incluso il dirigente sindacale di alto livello Hubert Jesús Ballesteros Gómez. La maggior parte con false accuse. Ci sono stati morti da ambo le parti.
In un primo momento il governo ha riconosciuto che le rimostranze presentate dai contadini erano valide e offrì alcune concessioni. Successivamente, affermò che nel movimento c’erano infiltrazioni delle FARC. (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Ndt) Il presidente Santos apparve anche in televisione dicendo: “lo sciopero agrario non esiste”. Il giorno seguente, fu ripreso da un elicottero mentre ispezionava le schermaglie e gli spari con gas lacrimogeno che si verificavano nelle strade di Bogotá.
La mobilitazione ha avuto tanto successo che ha aperto uno spazio di discussione, di consapevolezza, solidarietà e resistenza in Colombia. Gli studenti, per esempio, hanno capito molto bene che bisognava appoggiare i contadini e le loro richieste. E ad alta voce hanno sfidato gli OGM esigendo la sovranità alimentare. Però hanno elevato anche le proprie richieste a favore di una educazione gratuita, facendo della mobilizzazione una ondata più ampia di pressione sociale per cambiare le attuali politiche colombiane, senza limitarsi ai soli problemi agrari.
La legge 970
Le sementi sono emerse come uno dei punti più visibili. Secondo i TLC firmati con Washington e con Bruxelles, la Colombia deve promuovere i diritti legali di monopolio sui semi venduti dalle multinazionali statunitensi e europee, come incentivo affinché queste corporazioni investano nel paese. I contadini che verranno sorpresi a vendere sementi conservate di specie protette, o incluso sementi native che non siano state registrate formalmente, potrebbero incorrere in multe fino alla detenzione in carcere. Così come succede in molti altri paesi del mondo, criminalizzare i contadini e gli indigeni per aver conservato, scambiato e venduto le loro proprie sementi mette in grave rischio la biodiversità e il patrimonio culturale del paese.
E anche se la cosa certa è che il governo colombiano si sta muovendo da svariati anni in questa direzione, ed ha acconsentito a tali politiche essendo membro della Comunità Andina o della Organizzazione Mondiale del Commercio, molte persone segnalano che è solo a partire dalla firma dei trattati con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che il governo ha intrapreso una attuazione seria di tali politiche.
Nel 2011, le autorità colombiane hanno preso d’assalto i magazzini e i camion dei produttori risicoltori di Campoalegre, nella provincia di Huila, e hanno distrutto con violenza 70 tonnellate di riso che si diceva non fosse stato trasformato secondo le norme. L’intervento militare per distruggere le sementi dei contadini sorprese moltissima gente e ispirò la giovane attivista Victoria Solano a realizzare un film su questo tema. Il film si intitola “9.70” perché questo è il numero della legge adottata nel 2010 che articola il “diritto dello Stato a distruggere le sementi dei contadini che non rispettano le disposizioni”. Oggi, grazie alla forza, la tenacia e alla legittimità della protesta contadina, persone di tutti i versanti della Colombia, stanno discutendo, come si può vedere in questo film, attraverso i mass media, i social network e nelle strade, e si domandano perché il governo promuova politiche tanto insensate.
Appoggiamo il movimento
Non c’è alcun dubbio che i contadini colombiani possano alimentare molto bene il paese, in un modo che fornisce posti di lavoro, dignità e un ambiente salutare. Però il governo è tanto fermamente legato a un modello economico che serve gli interessi dei suoi compari che si rifiuta di sviluppare la coltivazione familiare in piccola scala. Dobbiamo appoggiare tutti la lotta popolare agraria in Colombia per capovolgere il modello. Ancora non è troppo tardi.
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