Monsanto: un'azienda per un'agricoltura sostenibile
In America la questione ha scatenato un vero e proprio putiferio, tanto che si è formato un attivo movimento politico che ha preso il nome di “Occupy the World Food Prize” che sta organizzando manifestazioni su tutto il territorio americano, per parlare del problema relativo alle colture Ogm, soprattutto quelle della Monsanto, e per far capire alla popolazione i rischi che tali alimenti comportano per l’organismo umano e le ripercussioni sull’intero pianeta.
Purtroppo però la Monsanto non ha legato il proprio nome solo agli OGM, ma ha operato in aree molto diverse, come ad esempio nella produzione di PCB (bifenili policlorurati), un elemento liquido refrigerante per trasformatori elettrici, condensatori e motori elettrici, che è stato dimostrato provocare il cancro negli animali e negli esseri umani; oppure l’erbicida 2,4,5-T, uno dei precursori dell’ Agente Orange contenente diossina, ed appunto l’Agente Orange, prodotto dall'azienda Monsanto nel 1960 ed usato come arma chimica nella guerra del Vietnam; fertilizzanti prodotti dal petrolio e in ultimo (ma non in termini di importanza) la somatotropina bovina ricombinante (rBGH), detta anche ormone della crescita bovina, che è un ormone geneticamente modificato della Monsanto che viene iniettato nel vacche da latte per aumentare la produzione di latte. Secondo diverse indagini, soprattutto europee, vi è un collegamento tra latte rBGH e cancro della mammella, cancro del colon e della prostata nell’uomo. L’ormone è vietato in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Israele, Unione Europea e Argentina.
In Argentina la protesta sta montando violentemente, da quando la Monsanto ha deciso di installare una delle sue fabbriche (che, secondo il progetto, sarà una delle fabbriche più grandi del mondo) per la produzione di soia transgenica, nella provincia di Cordoba. I cittadini sono scesi in piazza, accanto alle organizzazioni politiche, sociali e alle associazioni ambientaliste chiedendo a gran voce che la Monsanto venga cacciata dalla provincia di Cordoba e dall'Argentina. I manifestanti chiedono un referendum popolare dove venga chiesto agli abitanti della zona se sono d'accordo con l'installazione della fabbrica della multinazionale, riconosciuta a livello mondiale per i suoi metodi contaminanti e per la sua ingerenza nella sovranità economica e alimentare dei paesi dove agisce, per la sua intromissione nei sistemi legislativi e giudiziari e la trasformazione dell'agricoltura verso la monocoltura. In questi mesi nel paese sudamericano si stanno effettuando anche studi epidemiologici per verificare l'effettiva correlazione tra l'uso dei pesticidi della Monsanto e l'aumento dei casi di cancro e anomalie congenite nei neonati. La multinazionale avrebbe violato le norme sull'uso di sostanze agrochimiche nella provincia di Santa Fe, dove le coltivazioni vengono irrorate di pesticidi per via aerea a meno di 500 metri dalle zone abitate. I campi di soia invece, pare che vengano fumigati a soli 30 metri dalle abitazioni. Un'agenzia di informazione internazionale ha dichiarato che gli abitanti delle città vicine a Santa Fe, inclusi minori di età, sono esposti 24 ore al giorno all'effetto del glifosato e altri erbicidi e pesticidi. Un caso emblematico è quello che riferisce una maestra della zona, Andrea Druetta, i cui figli sono stati “spruzzati” in molteplici occasioni dagli agrochimici, mentre nuotavano nella piscina situata al lato della sua casa. L'uso incontrollato di pesticidi è considerato dai medici come una causa dei crescenti problemi di salute di cui stanno soffrendo gli abitanti. Secondo i media nazionali, i tassi di incidenza del cancro a Santa Fe sono tra 2 e 4 volte più alti della media nazionale. Uno studio da parte del Governo argentino ha riscontrato livelli allarmanti di contaminazione agrochimica nella terra e nelle fonti di acqua potabile. L'80% dei bambini esaminati avevano tracce di pesticidi nel sangue.
La multinazionale, attraverso un comunicato, decuncia il fatto che il blocco “travolge, mina e viola il diritto al lavoro”. Accusa i manifestanti di essere al di fuori della realtà cordovese e di realizzare un blocco “violento”, aggiungendo che “stanno attentando a una opportunità concreta di crescita, lavoro e sviluppo per la comunità di Malvinas Argentinas” e che “questo gruppo di persone vuole solo diffamare e generare timori infondati ed eccessivi verso la compagnia e il valore del progetto per la comunità”.
I manifestanti, dal canto loro hanno risposto a queste dichiarazioni con slogan come questi “Il progresso che inquina, avvelena, sfratta e uccide non è progresso”... e “Fuori la Monsanto da Malvinas Argentinas, da Córdoba e dall'America Latina”.
La lotta continua.
http://www.vocidallastrada.com;
http://www.vocidallastrada.com/2013/09/come-monsanto-avvelena-il-mondo-da.html;
http://www.noticiaspia.org;
Protesta contra Monsanto en Argentina. Resisten instalación de planta de semillas en Córdoba;
http://www.telesurtv.net;
Monsanto violó normas sobre uso de agroquímicos en Argentina;
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