"Polmoni d’acciaio" Taranto-Rio de Janeiro-Açailândia. Un video-denuncia dà voce alle vittime della siderurgia
Il film "Polmoni d’acciaio" sarà trasmesso lunedì 28 aprile a partire dalle ore 10 e per tutto il giorno, sera compresa (il film ha una durata di circa 30 minuti e sarà riprodotto al suo termine). Sarà visibile sul canale web di Peacelink raggiungibile dalla home page peacelink.it o direttamente su questo link
Il film prodotto da "luci nel mondo" con la regia di Paolo Annechini e Andrea Sperotti con la supervisione di Padre Dario Bossi e Marco Ratti
In 31 minuti e 16 secondi gli spettatori entrano nelle vite di uomini, donne e bambini devastate dall’arrivo di enormi impianti siderurgici nel giardino di casa. In Italia o in Brasile, la storia è sempre la stessa: altoforni che inquinano l’aria, ammazzano la gente, distruggono l’ambiente, strangolano culture e tradizioni antiche. E non mancano gli incidenti sul lavoro e la disoccupazione dilagante. Tutto questo in nome di uno “sviluppo” che arricchisce pochi e impoverisce tanti.
Le realtà presentate sono tre: il rione Tamburi di Taranto, dove l’Ilva ha messo in piedi l’impianto siderurgico più grande d’Europa; il quartiere Santa Cruz di Rio de Janeiro, dove si trova un’enorme impresa di acciaio della TKCSA (joint venture ThyssenKrupp-Vale); la zona industriale di Piquiá de Baixo, nella città brasiliana di Açailândia (Stato del Maranhão), circondata dagli altoforni della Viena Siderúrgica, della Gusa Nordeste e del Grupo Queiróz Galvão Siderurgia.
Il filo rosso che collega queste realtà è la Vale SA, una multinazionale brasiliana presente in oltre 30 Paesi che è prima a livello mondiale quanto a produzione di ferro e seconda nell’estrazione di nickel. È questo gigante minerario che rifornisce con ferro estratto nel bel mezzo della foresta del Pará e in Minas Gerais tutte le siderurgiche prese in considerazione nel video. Con tutto quello che questo significa anche in termini di distruzione ambientale e culturale.
Il video racconta storie di diritti violati. A Taranto, dove la concentrazione di diossina è superiore di tre volte a quella massima ritenuta non tossica e le persone si stanno ammalando di asma, tosse cronica, malattie della pelle, leucemia. A Rio de Janeiro, dove la produzione di acciaio della TKCSA ha portato a un aumento vertiginoso delle emissioni di CO2 (si veda lo studio dell’Istituto di Politiche Alternative per il Cono Sud:
http://www.pacs.org.br/2013/08/29/thyssenkrupp-companhiasiderurgica-do atlantico-tkcsa/)
e dove 8 mila pescatori hanno perso il lavoro per colpa dell’inquinamento della baia. Ad Açailândia, infine, dove negli ultimi 15 mesi sono morte almeno cinque persone per malattie legate all’aria contaminata dalle siderurgiche, che producono ghisa senza usare filtri per diminuire le emissioni di particolato. Una situazione tanto assurda che ha già trovato l’appoggio di molte istituzioni nel mondo (ecco il link della campagna “Piquiá vuole vivere” lanciata dall’Alleanza Internazionale degli Abitanti:
http://ita.habitants.org/campagna_sfratti_zero/brasile_piquia_vuol
e_vivere/sottoscrivi_l_appello_piquia_vuole_vivere).
Infine, è da segnalare che le vittime del ciclo dell’attività mineraria e della siderurgia di dieci Paesi del mondo si riuniranno dal 5 al 9 maggio a São Luis (Maranhão, Brasile) nel corso del seminario “Carajás 30 anos”
(vai al sito dell’evento: http://www.seminariocarajas30anos.org/).
Altre notizie si possono trovare ai seguenti indirizzi internet:
- http://piquiadebaixo.justicanostrilhos.org/Italiano (sito interamente dedicato a Piquiá de Baixo-Açailândia);
- http://justicanostrilhos.org/ (sito della rete Justiça nos
Trilhos; nella sezione “Internacional” si trovano articoli in diverse lingue);
- http://atingidospelavale.wordpress.com/ (sito
dell’Articolazione internazionale delle vittime della Vale);
- http://www.fidh.org/en/americas/brazil/How-much-are-humanrights- worth-in-9662
(rapporto della Federazioneinternazionale dei diritti umani sulla situazione di Açailândia);
- http://global.org.br/wpcontent/uploads/2013/10/relatorio_missao_carajas.pdf
(relazione della piattaforma Dhesca, una rete di organizzazioni attive nella difesa dei diritti umani a cui partecipano le maggiori organizzazioni della società civile brasiliana).
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