Brescia dice "Stop al biocidio" subito
Al corteo organizzato a Brescia hanno partecipati in tanti. Sono partitoi dai cancelli della Caffaro, la fabbrica di prodotti chimici e fertilizzanti, ora in liquidazione, che tanti problemi ha portato a questo territorio.
“Lo stabilimento storico Caffaro, a Brescia, entrò in attività nel 1906 ... all'interno dell'allora frazione di Borgo San Giovanni-Fiumicello, e si collocò a ridosso della scuola elementare “Dusi”, costruita nel 1898 per i bambini del Borgo…”
Sono parole tratte dalla scheda dedicata alla storia di questa fabbrica, sul sito “Industria e ambiente”, un progetto promosso dalla "Fondazione Micheletti" che vuole contrastare la disattenzione che circonda la questione ecologica in Italia, ritenendo che un atlante storico dell’impatto industriale possa contribuire a superare la strana rimozione di questi anni. Viste le emergenze e i numerosi incidenti, nulla potrebbe infatti arginare, in realtà, l'urgenza di proteggere i territori su cui si svolge e fonda la nostra esistenza (prima soprattutto, per prevenire i danni, ma certamente non tardando se già se ne sono verificati).
Soltanto nel 2001, grazie al risalto che ebbe un'inchiesta pubblicata sul quotidiano "La Repubblica" (A Brescia c’è una Seveso bis, G. Maria Bellu, C. Bonini), l'ASL fece indagini approfondite, con l’intento tra l'altro di sopire l’allarme. Partì un procedimento penale per disastro ambientale e omicidio colposo. Anche successivamente, secondo gli attivisti locali, la ASL non ha adottato azioni decisive nonostante la grave compromissione della salute degli abitanti, nota oggi anche grazie a una puntata del 2013 della trasmissione "Presa Diretta" (cfr. articolo del 31 marzo 2013).
Si sa di allarmi lanciati da un maestro già nel maggio 1906, quando i suoi alunni furono colti da malore a causa delle esalazioni di cloro. Ma il peggio arrivò nel 1936, con l'acquisto della licenza dalla Monsanto per produrre policlorobifenili (il famigerato PCB, pericolosissimo per gli esseri viventi). Fino al 1984 - per quello che se ne sa ufficialmente - la Caffaro ha prodotto 185.000 tonnellate di PCB, di cui 150 disperse nel terreno e nell’acqua. E poi ci sono diossina, arsenico, mercurio, cromo esavalente, che contaminano la falda profonda. Quella che sembrava una ricchezza per questo territorio, ha portato dolore e disagi. Qui è vietato calpestare la terra da molto prima che a Taranto, e i bambini devono essere tenuti lontani dai giardini. Molti alimenti sono contaminati e ci sono tracce di PCB nel latte materno e nel sangue di una parte della popolazione, anche in quantità elevatissime (più di ogni altro posto al mondo). Chissà per quanto tempo ancora vi saranno danni all’economia agricola, spese per studi sulla contaminazione ed epidemiologici, per ispezioni, esami diagnostici e cure. Senza parlare del chissà per quanto tempo ancora tormentatissimo tema delle bonifiche e della responsabilità degli inquinatori.
PIATTAFORMA della MANIFESTAZIONE STOP BIOCIDIO BRESCIA del 10 maggio 2014
Le cronache degli ultimi anni hanno portato alla luce una scomoda verità che riguarda il territorio bresciano. La crisi economica ha tolto il velo al “benessere” che la pesante industrializzazione della città di Brescia e della sua provincia ha portato ai suoi abitanti e oggi ci presenta il conto attraverso la realtà di un territorio devastato. In particolare, la situazione sanitaria ci appare oggi nella veste di una vera e propria emergenza non più tollerabile né sostenibile. Basti pensare che nel 2009 Brescia ha ottenuto il record nazionale di decessi per tumore e numerosi studi epidemiologici la collocano ai primi posti per l’incidenza di numerose patologie tumorali, soprattutto di quelle infantili. Pur mancandoci ancora i numeri esatti di questo disastro in termini di costi sociali e di vite umane, la realtà che ci si palesa davanti agli occhi ci appare pesantemente compromessa anche per tutte le generazioni che verranno.
Proprio per meglio comprendere e descrivere la gravità di questa situazione abbiamo deciso di riprendere il termine utilizzato dai comitati campani della Terra dei Fuochi: biocidio. Con questo concetto vogliamo indicare il prodotto storico della devastazione che il territorio di Brescia ha subito a seguito della sua industrializzazione selvaggia. Un termine con il quale vogliamo individuare il responsabile del disastro: un modello economico disumano che ha trattato cose e persone come meri strumenti per il raggiungimento del massimo profitto; un modello economico che oggi, oltre che a continuare a devastare e ad avvelenare le nostre terre, è anche causa di una sempre più crescente povertà e marginalità sociale (continua...)
Per continuare a leggere la piattaforma: http://www.antinocivitabs.org/piattaforma-manifestazione-stop-biocidio-brescia-10-maggio-2014
- http://www.antinocivitabs.org/piattaforma-manifestazione-stop-biocidio-brescia-10-maggio-2014
- http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/stop-biocidio-il-corteo-per-le-vie-della-citt%C3%A0-1.1863278
IL 3° RAPPORTO "S.E.N.T.I.E.R.I", studio epidemiologico sull'eccesso di morti nelle principali aree industriali, appena pubblicato, riguarda anche la popolazione di Brescia, con dati aggiornati al 2010 anche per patologie oncologiche e ricoveri ospedalieri
http://www.epiprev.it/materiali/2014/EP2/S1/EPv38i2S1_SENTIERIind.pdf
"PRESA DIRETTA" (31 marzo 2013) su Brescia e l'analogo caso di Anniston, Alabama. Qui il PCB è stato prodotto dalla Monsanto
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-c6c4ab2a-960a-4272-b710-1d209039cb8a.html
CAFFARO: STORIA E DATI
http://www.industriaeambiente.it/schede/caffaro_brescia/
BIBLIOGRAFIA:
- "Un secolo di cloro e... PCB: storia delle industrie Caffaro di Brescia". Jaka Book, ottobre 2001
di Marino Ruzzenenti
- "Il paese dei veleni. Viaggio nell'Italia contaminata", ottobre 2013, di Andreina Baccaro e Antonio Musella
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