La notte di Milazzo, dove l'uomo è più pericoloso delle fiamme
Mentre ingegneri, tecnici ed esperti dichiarano che c'è bisogno di accertamenti per conoscere con certezza la causa dell'incendio le buone e sempre affidabili voci operaie dall'interno della raffineria fanno sapere che era ben noto lo stato di quel serbatoio già da tempo e che forse una manutenzione ordinaria e preveniva avrebbe potuto evitare l'incidente. Semplicemente una manutenzione ordinaria, cose che in una raffineria all'avanguardia dovrebbero essere nel primo fascicolo delle pratiche operative.
Per mezzo di altre indiscrezioni, non confermate dai vertici della raffineria, si apprende che c'erano anomalie già nel pomeriggio di venerdì e che nel corso del trasferimento della virgin nafta ad un altro serbatoio sia successo l'imprevisto. Il tetto galleggiante che si sarebbe posizionato in obliquo ed in seguito avrebbe ceduto ha provocato scintille e ha permesso all'aria di venire a contatto con il carburante che probabilmente hanno innescato l'incendio. Questa tesi viene confermata anche dal comandante dei Vigili del Fuoco di Messina. Fortunatamente il serbatoio che poteva contenere 100 mila metri cubi di greggio conteneva meno dellà metà, in questo caso, di virgin nafta.
L'allarme non è scattato? Cosa dovrebbe accadere di così grave per dare l'allarme ai cittadini? Il sindaco di Milazzo oltre a voler dare impressione di avere tutto sotto controllo dichiara anche quanto segue: "La popolazione è in possesso di un manuale per l’emergenza esterna che prevede nei casi di criticità la segnalazione dello stato d’allarme attraverso il suono di una sirena che fa scattare l’evacuazione della zona a rischio". Bene, il risultato è che l'allarme con la sirena non è scattato, qualcuno ha ritenuto non servisse, i manuali di emergenza sono nel cassetto e i cittadini sono abbandonati a loro stessi per tutta la notte, in molti raccontano di essersi incontrati agli autogrill dell'autostrada perchè sembrava la cosa più lontana e rassicurante dove stare durante la notte.
I social network tracciano il diario degli eventi; ogni ora e per tutta la notte ci sono fotografie e video che vengono condivise dai cittadini e che mostrano lo scenario disastroso. Uno dei protagonisti della lunga notte di Milazzo è Giuseppe Marano che dopo aver assicurato incolumità ai propri cari è rimasto in città per seguire la vicenda ed ha documentato con immagini eccezionali. Marano ha rilasciato in esclusiva alla redazione di Peacelink il suo racconto nelle prime ore del mattino di sabato in questo video.
Giuseppe Marano in mattinata emana un comunicato stampa: "Come Federazione dei Verdi di Milazzo Messina, chiediamo che la procura di Barcellona disponga immediatamente le indagini necessarie ad accertare le cause di tale evento catastrofico accaduto all'interno della Raffineria di Milazzo giorno 27 settembre e che disponga tutte le misure cautelari come per esempio il sequestro degli impianti interessati e anche quelli per effetto domino dall'evento incidentale per prevenire ogni ulteriore pregiudizio e danno per la salute e la sicurezza della popolazione residente e dell'ambiente". Successivamente dal sul profilo fb annuncia: "per preparare con i nostri legali una max Denunzia querela collettiva "Gratuita" da presentare alla procura di Barcellona su questa catastrofe avvenuta il 27 settembre del 2014. Chi volesse aderire mi può contattare in privato". Ricordiamo che lo stesso CTR (comitato tecnico regionale) della regione sicilia aveva espresso ''parere negativo" sul rapporto di sicurezza della Raffineria di Milazzo.
Anche FederPetroli interviene nel primo pomeriggio con un comunicato: "al momento l'incedio è domato dalle forze del Vigli del Fuoco e da altre squadre di sicurezza e si procede con intervento mirato sino ad esaurimento bruciatura prodotto presente nei serbatoi"; ed ancora: "La Raffineria di Milazzo dopo gli interventi negli anni scorsi sull'ammodernamento delle infrastrutture, risulta una delle più all'avanguardia a livello europeo con impianti di raffinazione di alta efficenza tecnologica".
Sul profilo facebook di un cittadino di Milazzo la sincera testimonianza di quanto accade: "ORE 17.30, ...e meno male che il Prefetto e il Sindaco (mica Pincopallino) avevano assicurato che la situazione era sotto controllo!!! Piuttosto forniscano IMMEDIATAMENTE i dati sulla qualità dell'aria che stiamo respirando!!" Lo stesso utente pubblica la fotografia scattata all'orario indicato nel post. Solo cinque ora prima sul sito del Comune di Milazzo si leggeva che l'incendio era spento e l'allarme era rientrato.
In tutta questa storia è ben chiaro che la superficialità dell'uomo nell'affrontare determinati problemi può causare più danni del problema che lui stesso ha generato con le sue incompetenze e disattenzioni. Di conseguenza assistiamo ad un film reale dove una raffineria che provoca un tale disastro ambientale si era impegnata a citare in giudizio un ambientalista per allarme sociale invece di fare una manutenzione ordinaria agli impianti. FederPetroli con l'emergenza in corso dichiara che non vi sono situazioni dannose per l'ambiente e l'aria circostante ma non considera che l'Arpa regionale deve ancora fare i rilievi ambientali con la centralina mobile attivata per l'evento, pertanto non si capisce se le basi su cui fonda le sue dichiarazioni siano politiche o scientifiche. La Prefettura competente non ritiene necessario dare l'allarme alla cittadinanza per un incendio in una raffineria, a due passi dalle case, che ha impegnato squadre antincendio, forze dell'ordine e protezione civile per 17 ore. In ultimo c'è un sindaco che ha fretta di anunciare una situazione sotto controllo ed un incendio domato quando dopo poche ore il fuoco torna a essere protagonista sullo sfondo di un cielo nero.
Fortunatamente, nonostante i comunicati stampa istituzionali, i cittadini di Milazzo hanno ben compreso cosa è accaduto e cosa può succedere in futuro. Hanno fatto esperienza sulla propria pelle e hanno capito che la propria salute vale molto di più di una notte bianca sponsorizzata dalla raffineria. Questa notte bianca l'hanno pagata loro.
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