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Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06527
presentato da LABRIOLA Vincenza
testo di Mercoledì 22 ottobre 2014, seduta n. 315
LABRIOLA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
— Per sapere – premesso che:
l'area industriale di Taranto è occupata da due grandi attività, il siderurgico Ilva e la raffineria Eni, entrambe incidono sul territorio con svariate quantità di inquinanti che le stesse aziende devono periodicamente dichiarare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e sul Registro europeo emissioni e trasferimenti di sostanze inquinanti siglato E-PRPT;
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la raffineria, situata a Taranto dal 1967, gestita dalla Shell dal 1975 e in seguito passata sotto il controllo del gruppo Eni nel 2002, è caratterizzata da un ciclo produttivo che permette il trattamento del greggio separandolo in diverse frazioni: gas, gpl, naphta, kerosene, gasoli e residui. Lo stoccaggio dei prodotti finiti avviene in 133 serbatoi con una capacità complessiva di circa 3 milioni di metri cubi. Nello stesso perimetro aziendale opera una centrale termoelettrica di proprietà del gruppo Enipower, che fornisce energia agli impianti della raffineria;
parte copiata da primo periodo di questo articolo http://www.peacelink.it/ecologia/a/40747.html
negli ultimi tempi si discute molto di un altro progetto che potrebbe interessare la raffineria di Taranto. Questo progetto denominato «Tempa Rossa» prevede il trasporto del petrolio dalla Basilicata alla raffineria tarantina. Nel giacimento petrolifero situato nella Valle del Sauro ci sono i pozzi per l'estrazione, il petrolio estratto raggiungerà la struttura della Val D'Agri per poi arrivare tramite l'oleodotto «Viggiano-Taranto» all'Eni di Taranto;
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invariate dovrebbero essere le quantità del petrolio raffinato nello stabilimento Eni di Taranto, di conseguenza invariate potrebbero anche essere le emissioni che la raffineria immette nell'aria e nelle acque;
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si ricorda che la raffineria Eni di Taranto è autorizzata a produrre, tra greggi e semilavorati, 6,5 milioni di tonnellate all'anno (autorizzazione regione Puglia 2004). Nel 2013 si apprende dal sito web Eni sono state lavorate 2,87 milioni di tonnellate e la maggior parte di questo greggio è stato trasportato dall'oleodotto Monte Alpi che collega Viggiano a Taranto con una condotta lunga 137 chilometri.
Vi è il dubbio che la nuova condotta, prevista per il progetto Tempa Rossa, porterà il greggio a Taranto solo per stivarlo sulle navi che a loro volta lo porterà o in altre raffinerie. In virtù di questi numeri qualcosa non torna anche se nel documento d'istruttoria VIA-AIA del giugno 2011 riferito a Tempa Rossa si dichiara che: «il progetto incrementerà la capacità di movimentazione greggio via mare, non variando la capacità di lavorazione, ma permettendo l'export del greggio Tempa Rossa per una portata pari a circa 2,7 milioni di tonnellate annue»;
parte copiata dal quinto periodo del paragrafo “L'incognita Tempa Rossa” di questo articolo http://www.peacelink.it/ecologia/a/40747.html
in conclusione, secondo quanto dichiarato dall'azienda nella documentazione del progetto Tempa Rossa: «non ci saranno variazioni delle emissioni convogliate di macroinquinanti»;
parte copiata dall’ottavo periodo del paragrafo “L'incognita Tempa Rossa” di questo articolo http://www.peacelink.it/ecologia/a/40747.html
a questo riguardo cioè con riferimento alle emissioni, per quanto concerne i dati che Eni comunica al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che vengono poi pubblicati sul proprio sito web, ed anche i dati presenti sul registro europeo E-PRPT. Si deve purtroppo registrare che quelli al momento disponibili sono attribuiti alle attività del 2012;
è particolarmente difficile reperire la documentazione dell'ENI relativa alla quantità di inquinanti immessi nell'aria e nell'acqua. I report più recenti, che avrebbero dovuto, essere trasmessi secondo le scadenze dettate dall'autorizzazione integrata ambientale), sono, infatti, irreperibili; consultando l'area preposta sul sito internet del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il documento più recente è la «Trasmissione rapporto annuale 2014», relativo all'esercizio del 2013 degli impianti. Tuttavia, la documentazione allegata, fondamentale perché gli allegati contengono i report, è mancante. Il capitolo 8 dell'AIA Eni, sul «Reporting», cita: «Entro il 30 aprile di ogni anno, il gestore è tenuto alla trasmissione, all'Autorità competente (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), all'Ente di controllo (ISPRA), alla regione, alla provincia, al comune interessato e all'Arpa territorialmente competente, un rapporto annuale che descrive l'esercizio dell'impianto dell'anno precedente. Tutti i rapporti dovranno essere trasmessi su supporto informatico. Il formato dei rapporti deve essere compatibile con lo standard “Open Office Word Processor” per le parti testo e Open Office – fogli di calcolo per i fogli di calcolo e diagrammi riassuntivi. Eventuali dati e documenti in solo formato cartaceo dovranno essere acquisiti su supporto informatico per la loro archiviazione» –:
parte copiata dal primo periodo periodo del paragrafo “La questione dei report mai pubblicati” di questo articolo http://www.peacelink.it/ecologia/a/40747.html
quali iniziative il Ministro interrogato abbia intenzione di assumere al fine di rendere noti i report mancanti relativi all'esercizio 2013 e quali iniziative abbia intenzione di intraprendere per quanto di competenza al fine di verificare la fondatezza delle dichiarazioni dell'Eni in merito al fatto che non vi saranno maggiori emissioni di sostanze macroinquinanti.
(4-06527)
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