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Decreto Ilva: c’è l’immunità penale per il nuovo commissario ILVA!

Sull'ILVA solo l'Europa può fermare il governo

L’on. Michele Pelillo del PD nel 2013 dichiarò solennemente: “Se l’AIA non sarà rispettata o non sarà sufficiente, a quel punto, sarò il primo a manifestare insieme agli ambientalisti per la chiusura dello stabilimento”. Ora addirittura si fa una legge per dare l’immunità a chi guiderà un’ILVA. L’unica speranza è che la Commissione Europea deferisca alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea questo governo parolaio.
Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink)
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno - 04 gennaio 2015

Ilva di Taranto

“Decreto Ilva: c’è l’immunità per il nuovo commissario”. Questo il titolo con cui la Gazzetta del Mezzogiorno ha annunciato la novità forse più indigesta del settimo decreto confezionato per l’ILVA: la non punibilità.


Credo che neppure in Cina giungano a garantire l’immunità. In alcune nazioni vige un'immunità riconosciuta ma ovviamente non scritta.

Il piano ambientale previsto per l’ILVA dal decreto può andare a ritmo di tartaruga: “Si intende attuato – si legge - se entro il 31 luglio 2015 sono realizzate nella misura dell’80% le prescrizioni in scadenza per quella data”. E, ciò nonostante, il decreto “esclude la punibilità per le condotte poste in essere in attuazione del piano”. Immaginate se ad un camionista venisse consentito di viaggiare con un TIR che è in regola per l’80%, e magari nel 20% non a norma ci fossero, chessò, i freni che non funzionano.

Il 17 ottobre 2014 il Commissario straordinario Pietro Gnudi aveva dichiarato, in risposta alla Commissione Europea: “L’AIA la stiamo attuando, siamo al 75%”.

Ora scopriamo che per fare l’altro 5% bisogna aspettare il 31 luglio 2015!

Lasciamo da parte la spiacevole impressione di essere stati presi in giro e vediamo cosa prevedeva nell’ottobre 2012 il cronoprogramma delle prescrizioni.

Su un centinaio di prescrizioni (per la precisione quelle dell’autorizzazione AIA 2012 sono 96) esse andavano realizzate tutte entro il luglio 2014, a parte la copertura dei parchi minerali, per i quali era prevista come scadenza il 27 ottobre 2015. (1)

Quindi alla data odierna avremmo dovuto vedere in funzione – dalle cokerie agli altoforni - quella fabbrica modello dotata delle migliori tecnologie disponibili. Ma ci hanno raccontato una storia che non si è avverata. All’inizio il ministro dell’ambiente Clini ha dato la colpa alla magistratura.

“Vale la pena di osservare – disse Clini - che se si fosse seguita la via maestra indicata dall’AIA, oggi ILVA sarebbe un cantiere aperto. Le iniziative della magistratura assunte dopo il rilascio di AIA non hanno favorito la protezione dell’ambiente e la rimozione dei fattori di rischio per la salute”. (2)

Con tutti i decreti per stoppare la magistratura ora questa teoria non funziona più. Quando si è visto che in realtà erano i Riva che non volevano investire, la gestione è passata ad un commissario nominato dal governo. L’on. Michele Pelillo l’8 giugno 2013 dichiarò solennemente: “Se l’AIA non sarà rispettata o non sarà sufficiente, a quel punto, sarò il primo a manifestare insieme agli ambientalisti per la chiusura dello stabilimento”. (3)

Ora addirittura si fa una legge per dare l’immunità a chi guiderà un’ILVA. L’unica speranza è che la Commissione Europea deferisca alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea questo governo parolaio.


Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

Note: (1) Il cronoprogramma iniziale dei lavori da eseguire nell’ILVA è su Internet a questo indirizzo: http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli/tabella-riassuntiva-delle-prescrizioni-aia/ILVAtabellaprescrizioniriesamefinale.pdf

(2) Le dichiarazioni integrali di Clini http://www.tempi.it/clini-la-vera-storia-dellilva-come-nessuno-non-ve-l-ha-mai-raccontata#.VKgRN3u20W0

(3) L'on. Pelillo è del PD, la sua dichiarazione è qui: http://www.statoquotidiano.it/08/06/2013/ilva-pelillo-il-decreto-e-latto-finale/145358/

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