Nuovo manifesto 6x3: Edipower, unico piano industriale dismettere e bonificare
Non si può più prescindere da una visione globale del futuro del territorio brindisino: il rifiuto netto e incondizionato della proposta industriale targata A2A di matrice chiaramente colonialista deve essere il primo passo di una vera svolta verso un nuovo modello di sviluppo. Non abbiamo bisogno di "investimenti" ancora una volta calati dall'alto, privi di connessione col territorio; anzi la vera palla al piede di Brindisi è proprio quell'industria pesante ad alto impatto ambientale e sanitario e bassissimo tasso occupazionale, che ha fatto scempio del territorio castrando qualsiasi altra ipotesi di sviluppo sin dagli anni '60.
E' sotto gli occhi di tutti il disastro di Micorosa, considerato dallo Stato come irreparabile tanto da deciderne il tombamento anzichè una vera azione di bonifica.
E' sotto gli occhi di tutti il danno sanitario. E' sotto gli occhi di tutti l'emigrazione crescente soprattutto di giovani che abbandonano questa terra che continuerà a non offrire loro nulla finchè politici e amministratori, insipienti e incapaci, insisteranno con i loro progetti di svendita del territorio.
Bisogna smettere di pensare che il lavoro si crea soltanto costruendo grandi mostri, come diceva uno striscione in una delle ultime manifestazioni a Taranto, ci vuole una “riconversione mentale”, dobbiamo riprenderci gli spazi, la terra, il nostro mare , iniziando da adesso o non lo faremo mai più, piegati , come lo siamo stati fino ad ora, da un vile e crudele ricatto occupazionale.
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