Aria pulita, l'idea bella con la forza di tutti
“I have a dream”. Io ho un sogno. Così cominciava il discorso di Martin Luther King, un visionario che ha posto le basi per una società più giusta. Il suo discorso si rivolgeva a tutti gli uomini di buona volontà. Guardava al futuro. Parlava soprattutto dei bambini come destinatari della sua speranza di cambiamento.
Martin Luther King è stato per molti di noi lo stratega e il maestro su cui costruire la nostra idea di cambiamento.
A Taranto abbiamo trasmesso il senso della denuncia e della drammaticità. Abbiamo rotto il muro dell’indifferenza e dell’insensibilità. Ma non abbiamo ceduto alla disperazione. E non abbiamo mai voluto offrire lo spunto per una reazione rabbiosa e disperata. Martin Luther King ci ha insegnato che quello che fa muovere la gente è la speranza. E’ l’entusiasmo. E’ la rabbia che diventa indignazione, è l’indignazione che diventa rivoluzione delle coscienze, è la rivoluzione delle coscienze che diventa cambiamento inarrestabile. Come fece Martin Luther King, anche a Taranto si è costruita una rivoluzione delle coscienze che preme per il cambiamento. Sono i cittadini che coltivano la “speranza realizzabile” di un futuro diverso, più bello, più sano, più accogliente, più creativo.
Un futuro per i nostri bambini.
We have a dream, oggi la speranza del cambiamento viaggia sui loro volti, nei loro sguardi, nelle loro domande, sulle speranze dei loro genitori.
Dove li porteranno per respirare aria pulita? Sapremo costruire una green education?
Quando alla Fiera del Levante ho firmato per conto di PeaceLink il protocollo di intesa con il GAL Colline Joniche, ho pensato proprio ad un’utopia concreta che muoveva il suo primo passo. Per anni avevamo evocato un cambiamento, da oggi questo cambiamento è a portata di mano. Potremo portare i nostri bambini a far vedere posti belli, sani, a dimensione dei loro sogni. Sta a noi costruire una “Green Road” che contenga i sogni delle persone. Al momento della firma c’era anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Accanto a lui il nostro misuratore di IPA cancerogeni misurava la qualità dell’aria e in certi momenti registrata il mitico “Zero IPA”, ossia l’obiettivo di zero inquinamento che è l’obiettivo principale per cui siglavamo il protocollo di intesa. Mentre a Taranto registravamo un picco di IPA cancerogeni, alla Fiera del Levante di Bari si respirava aria pulita nel padiglione dove siglavamo il protocollo di intesa.
So che parlare di inquinamento zero e di Zero IPA può sembrare un’utopia. E’ un concetto asintotico, come l’abolizione della povertà o l’uguaglianza. Non si raggiunge mai al 100% ma si possono fare grandi passi in avanti per tendere al fine. E sfiorarlo. E a Bari abbiamo presentato appunto il libro “Zero IPA” (curato dalla start-up EuThink), per dimostrare che è possibile misurare situazioni di eccellenza dell’aria, definendo un “marchio di qualità ambientale” anche per l’aria che respiriamo.
Abbiamo firmato anche per coinvolgere le scuole, oltre che i territori, in un percorso green. Ora ci sarà tanto da fare. Avremo bisogno delle proposte, delle idee e dell’entusiasmo di tutti. Avremo bisogno di trasformare la rabbia nella forza di un’idea bella, desiderabile e quindi vincente. Avremo bisogno della scienza e della cultura, della capacità progettuale di vedere l’orizzonte e della lente di ingrandimento per conteggiare i nanogrammi degli inquinanti.
Tutto questo gli economisti la chiamano riconversione ecostenibile. I pedagogisti la chiamano “green education”. Ma noi la sintetizziamo così: “We have a dream”.
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