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Mancarelli (PD): un anno dopo le stesse parole "inutili" per Taranto

Le dichiarazioni del vice segretario del Partito Democratico (TA)
11 gennaio 2016

Giampiero Mancarelli E' l'11 gennaio 2016 e Giampiero Mancarelli è puntuale all'appuntamento così come esattamente un anno fa.

Torna a parlare di Ilva, di decreti da convertire in legge, di soldi investiti per interventi ambientali, di AIA. Manca però l'emoticon che strizza l'occhio, bè sinceramente quella ci manca, ci eravamo affezionati a quelle dosi di fiducia post leopoldine.

Ma il tempo passa ed i problemi di Taranto e dell'Ilva restano e non si risolvono con due slide mostrate in TV (vi ricordate quelle della copertura dei parchi minerali?), con una comunicazione social fai da te e qualche nota stampa fotocopia dell'anno precedente.

Proprio oggi il vice segretario PD della provincia di Taranto pubblica sul sul profilo facebook queste parole:

11 gennaio 2016 -"800 milioni subito solo per gli interventi ambientali dell'aia; 
Relazione sulla eventuale presenza di amianto e rifiuti radioattivi;
Facilitazione dell'accesso al credito per le aziende tarantine fornitrici;
Le eventuali modifiche dell'aia non devono seguire la procedura semplificata.
Senza dubbio lo slittamento dei tempi non è la migliore soluzione ma ora risorse e impegni sono chiari e non c'è Svizzera cbe tenga. ‪#‎taranto‬"

Ed esattamente un anno fa, l'11 gennaio 2015, ironia della sorte, lo stesso Mancarelli esternava, in una nota stampa che potete leggere integralmente a questo link, lo stesso entusiasmo per un precedente decreto appena varato dal governo Renzi, per investimenti che "avrebbero" risolto gli annosi problemi delle attività industriali.

11 gennaio 2015 - "Diventa, quindi, attore principale ed esclusivo che deve, quindi, garantire che i lavori Aia diventino realtà. Parchi, elettrofiltri e piu’ in generale applicazione rigorosa delle Bat oggi trovano l’attore migliore, lo Stato, affinchè tutto venga attuato senza se e senza ma"

Addirittura si elogia il governo che si assume la gestione dell'azienda, mentre oggi, dopo averla portata negli anni della gestione commissariale in un tunnel senza uscita con un deficit economico con cifre da capogiro, prova a disfarsene mettendola in vendita.

 

Taranto e i tarantini meritano più rispetto, e questo rispetto dovrebbe passare dal rigoroso silenzio che molti attori, in gran parte appartenenti al carrozzone del Partito Democratico, in questi anni non hanno adottato come alternativa alla vergogna scaturita dal loro fallimento politico che purtroppo infulisce negativamente non solo sulle loro carriere ma in maggior modo sul futuro e sulla salute dei tarantini.


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