Smettetela di difendere a oltranza l'indifendibile
Vedrete che alla fine quando morira' una azienda che ha devastato una citta' intera (con un destino segnato che si puo' gia' conoscere leggendo una cartella clinica fatta di bilanci in rosso) la colpa la daranno agli ambientalisti che hanno denunciato crimini, violazioni, malattie, inquinamento, imbrogli, menzogne, malagestione e malapolitica.
Come se un cornuto desse la colpa delle sue corna all'amico che gli rivela di aver visto per strada sua moglie in dolce compagnia di un altro uomo.
Le corna sulla testa di Taranto le hanno messe politici corrotti, industriali incapaci, giornalisti venduti, cittadini ignavi, operai asserviti, sindacalisti complici.
Ma alla fine daranno la colpa di tutto agli ambientalisti che da anni chiedono di investire sulla green economy, indicano i percorsi possibili per uno sviluppo industriale eco-compatibile, si sono presi la briga di studiare a fondo i casi di altre citta' come Pittsburgh che sono approdate a nuove economie dopo essere passate attraverso l'economia siderurgica.
Ai tarantesi asserviti e ignavi che iniziano a gettare la croce del disastro economico e ambientale su chi non lo ha provocato, dico di prendere esempio da Vincenzo Fornaro, che ha avuto l'azienda di famiglia distrutta dalla diossina, e non dagli ambientalisti che ne hanno solo segnalato la presenza nel formaggio e nel latte.
Vincenzo si e' rimboccato le maniche, ha riconvertito la sua terra dall'allevamento alla canapa tessile, e ora la sua produzione crea lavoro e cancella l'inquinamento, visto che le coltivazioni di canapa bonificano il terreno su cui vengono realizzate.
Cari operai di Taranto della frangia pro-Ilva, smettetela di fare i bulli sui social network praticando il ricatto occupazionale per conto terzi, smettetela di fare i servi fedeli di un'azienda che ha gia' dimostrato in piu' occasioni di non tenere in alcuna considerazione la vostra sicurezza, la vostra salute, la vostra vita e il vostro lavoro, smettetela di difendere a oltranza l'indifendibile, preparatevi alla chiusura di una azienda decotta, condannata dal mercato libero e dalle leggi in vigore (e non dagli ambientalisti) aprite la mente per immaginare alternative, lasciate perdere i piagnistei, non aspettatevi che la mammella statale si porga a voi senza che voi dobbiate muovere un dito, e sappiate che se volete imparare un nuovo mestiere rispettoso dell'uomo e dell'ambiente, quel volontariato che ora incolpate di tutte le vostre disgrazie sara' comunque pronto a sostenere qualunque iniziativa di riconversione, qualunque microimpresa locale, qualunque progetto per superare l'eta' dell'acciaio cosi' come abbiamo superato quella della pietra.
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