Diossina ILVA, scattano dall'8 marzo i nuovi limiti per le emissioni
E' una cosa importantissima che PeaceLink vuole segnalare all'opinione pubblica e ai decisori politici, in particolare al Ministro dell'Ambiente, al Presidente della Regione Puglia, al Presidente della Provincia e al Sindaco di Taranto.
Dall'8 marzo 2016 entra in vigore per l'Ilva un limite molto rigoroso che impone alla fabbrica di ridurre drasticamente le proprie emissioni di diossina: Ilva deve scendere sotto 0,15 ng/m3 di diossina. Non è ancora il limite europeo previsto dalla direttiva 75 del 2010 (ossia 0,1 ng/m3) che doveva scattare dal 1° gennaio 2016 e che per l'Ilva è stato prorogato al 23/2/2007, ma è comunque un limite stringente che Ilva non riuscirà molto probabilmente a rispettare in quanto non ha applicato al camino E312 i filtri a manica previsti dall'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
E' infatti specificato nelle prescrizioni dichiarate delle MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) che gli attuali filtri dell'Ilva (carboni attivi ed elettrofiltri ESP+MEEP) riescono a far contenere la diossina a 0,2-0,4 ng/m3, copme risulta dalla stesse AIA Ilva (vedere AIA documentazione allegata). Per scendere sotto quei livelli occorre utilizzare i filtri a manica, gli unici in grado di poter far rispettare i limiti di diossina che cominceranno per l'ILVA da domani.
Tutto questo è previsto a pagina 43 dell'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2012, nella tabella 3.
Per questa ragione Ilva non sarà in grado, molto probabilmente, di rispettare l'AIA fin da domani. PeaceLink chiede urgentemente controlli al camino per verificare se siano rispettati i nuovi limiti per la diossina, e solleciterà la Commissione Europea ad agire in tal senso. E chiede che venga adottato il campionamento in continuo della diossina per rendere tale controllo permanente, anche perché recentemente le norme europee hanno reso il campionamento continuo una procedura appropriata e valevole anche ai fini normativi.
PeaceLink scrive pertanto alla Commissione Europea evidenzianndo quattro punti:
1. Accertato il pericolo da diossina derivante alla popolazione dall'inquinamento recente e probabilmente ancora in atto, Peacelink chiede che la Commissione revochi all'Ilva il diritto a produrre (direttiva EU 75/2010 sulle emissioni industriali).
2. Accertato che, contrariamente a quanto affermato dalle Autorità Italiane, gravi rischi per la salute permangono e sono di gravità eccezionale, si chiede che i fondi pubblici destinati all'azienda non vengano più utilizzati per sostenere la produzione di uno stabilimento che non è assolutamente a norma.
3. Accertato il rischio diossina, PeaceLink chiede che vengano fatti rispettare i limiti più rigorosi per la diossina previsti dalla direttiva 75/2010 (ossia 0,1 ng/m3).
4. Da ultimo, si chiede che la Commissione deferisca con immediatezza il Governo Italiano alla Corte di Giustizia per mancato rispetto della direttiva 75/2010 nell'ambito della procedura di infrazione avviata nel 2013.
Si allega la documentazione.
A scopo di informazione tecnica si specifica che il limite finale della legge regionale sulla diossina in Puglia era 0,4 ng/m3. Tale limite era poi sceso a 0,3 ng/m3 nel corso dell'applicazione dell'AIA ILVA per mirare ad allinearsi al limite eropeo di 0,1 ng/m3 (previsto per il 2016 dalla direttiva UE 75/2010 ma che il governo da differito al 2017). Da domani entra comunque in vigore il limite di 0,15 ng/m3. Tali limiti riguardano le emissioni di diossina al camino E312.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
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