Ecodidattica, una sfida generazionale
Oggi mi piacerebbe parlarvi di alcuni temi generali riguardanti la risorsa geotermica ed in particolare degli impianti a separazione meglio noti col nome di impianti flash.Spesso si parla della geotermia come risorsa rinnovabile e spesso si associa inevitabilmente (ed impropriamente) al termine rinnovabile il termine sostenibile. Come ho avuto modo di accennare nel precedente articoletto sul geotermico (http://www.peacelink.it/ecologia/a/42934.html) il concetto di rinnovabilità è legato al concetto della inesauribilità della risorsa; vale a dire la risorsa è rinnovabile se è inesauribile come il sole, il vento ed il mare.
Una risorsa rinnovabile è sostenibile?
Parliamone, risponderei io.
Cosa si intende per sostenibilità?
Direi che il concetto di sostenibilità include implicitamente in sé un aggettivo omesso che è ambientale; vale a dire che una risorsa è sostenibile se non emette inquinanti nel ciclo di produzione dell'energia elettrica. Vero (a metà).
Anche il fotovoltaico, così come l'eolico, è vero che non producono inquinamento diretto nel corso del ciclo di produzione energetica, ma è anche vero che nel processo di produzione delle infrastrutture e dello smaltimento delle stesse producono un impatto ambientale quantificabile solo a livello di Life Cycle Assessment (LCA) dell'infrastruttura; come a dire non è tutto oro ciò che luccica.Per eliminare qualsiasi fraintendimento dirò subito che il MW prodotto dal termoelettrico è meno sostenibile (a livello ambientale) rispetto allo stesso MW prodotto da fotovoltaico... lapalissiano, ma è anche vero che è fondamentale comprendere i processi di tutte le fasi di conversione dell'energia.
Perché ho fatto questa ampia introduzione? Perché anche la risorsa geotermica, già definita in precedenza semi-rinnovabile, non è pienamente sostenibile a livello ambientale; per lo meno se si considerano i sistemi di conversione a ciclo aperto.I sistemi di conversione a ciclo aperto sono quelli nei quali il fluido geotermico estratto è lo stesso che espande in turbina producendo energia elettrica mentre i sistemi di conversione a ciclo chiuso sono quelli nei quali il fluido estratto (fluido primario) cede calore ad un fluido basso bollente (fluido secondario) il quale vaporizza, si espande in turbina, producendo energia elettrica (due fluidi e per tanto questi sono denominati impianti a ciclo binario dei quali parleremo nel prossimo articoletto).Solo gli impianti geotermici a ciclo binario, vale a dire a ciclo chiuso, sono pienamente sostenibili perché i gas incondensabili (miscela di CO2, H2S, vale a dire gas serra) non vengono immessi in atmosfera ma reiniettati in falda insieme al fluido geotermico. Preciso che qualsivoglia fluido geotermico, soprattutto ad alta entalpia, ad alto contenuto energetico, ha in sé questi incondensabili, che altro non sono che gas che non condensano, che non passano alla fase liquida alla pressione di condensazione, e che vengono prodotti dall'attività magmatica della terra.
Tra gli impianti geotermici a ciclo aperto si annoverano gli impianti a vapore dominante (dei quali abbiamo discusso nel precedente articoletto) e gli impianti a flash dei quali invece mi accingo a parlare.Gli impianti a flash sono impianti nei quali il fluido geotermico utilizzato viene estratto in fase liquida. Da questo liquido si è in grado di effettuare un laminazione ottenendo un mix liquido-vapore dove la fase liquida viene reiniettata e quella di vapore mandata in turbina per produrre energia elettrica. Esistono poi gli impianti a doppio flash dove la fase liquida, prima di essere reiniettata, viene ulteriormente laminata ottenendo altro vapore, il quale, viene mandato in una turbina di bassa pressione. Questi famosi gas incondensabili vengono compressi (consumando quindi energia) dalla pressione di condensazione sino alla pressione atmosferica ed immessi in atmosfera. Questi, sono gas pericolosi che rischiano di avere effetti pericolosi sulla salute umana come testimoniato dalla prima indagine epidemiologica condotta tra la popolazione dei monti Amiata, a seguito di un notevole incremento di casi di morte e di casi di ospedalizzazione tra la popolazione locale (https://youtu.be/8gAL_hadxKc).
Credo di avervi annoiato abbastanza ma ho ritenuto opportuno affrontare questo discorso, un po' tecnico ed un po' sistemico, per sensibilizzare al fatto che i temi energetici sono spesso complessi e non è mai buona cosa affrontarli con superficialità ed impreparazione.
Da che ho iniziato a scrivere questi articoletti, ho avuto l'obiettivo di farlo a fini puramente divulgativi, con l'ambizione (forse ardua) di sensibilizzare i ragazzi di ecodidattica (che io reputo miei fratelli) ai temi ambientali, anzi di più, ai temi sociali perché quando si parla di un modello energetico, esso inevitabilmente coinvolge masse di persone ed il tema passa facilmente dal tecnico al sociale.
Ciò che auspico, è che i ragazzi di ecodidattica non perdano mai, e sottolineo mai, la voglia di informarsi, di conoscere, di essere preparati, svegli e curiosi, perché credo che il male della nostra terra, perpetrato sopratutto negli anni passati alla nostra, derivi dall'ignoranza, dalla negligenza, e dall'ignavia di una buona fetta della generazione tarantina passata alla quale (è qui non vorrei offendere nessuno) i ragazzi di ecodidattica non dovranno ispirarsi. Quel modello, di gente un po' superficiale e abbastanza egoista, non è da prendere a modello.La grossa sfida che i ragazzi di ecodidattica avranno, sarà quella di guardare al di là dei propri nasi, preservando la salute dei propri figli prima ancora che il proprio conto in banca e questo dovrà passare inevitabilmente attraverso un processo di conoscenza e di informazione nel quale le generazioni passate, ree di molti errori, potranno riscattarsi partecipando attivamente a quello stesso processo di conoscenza del quale il corso stesso di ecodidattica rappresenta il primo, e spero non ultimo, brillante esempio.
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