Ecodidattica incontra la rete
Dopo un po' di tempo ho deciso di voler riprendere il filo di ecodidattica. Ecodidattica, la sfida generazionale, è oramai al secondo anno, e come sempre succede per i fatti della vita, partendo dalla scuola arrivando sino al lavoro, via via che si cresce si ha l'esigenza e l'onere di guardare le cose più in profondità. Data l'esigenza di capire ingegneristicamente le reali potenzialità delle rinnovabili, non possiamo non capire come e dove questa energia da fonte rinnovabile viene trasportata. Parleremo, in modo semplice, del mercato dell'energia elettrica e del dispacciamento dell'energia. Temi complessi ma all'altezza di ecodidattica. Il mercato dell'energia, come tutti i mercati, è un luogo virtuale nel quale l'offerta di energia (prezzo stabilito dai produttori di energia elettrica) deve "incontrarsi" con la domanda (definita dai consumatori civili o industriali).
Quest'idea del mercato ci potrebbe aiutare ad immaginare al costo dell'energia come un qualcosa di fluttuante, perché quando i consumatori hanno più bisogno di energia (ore centrali della giornata oppure durante giorni feriali, per lavorare, illuminare etc) saranno obbligati a pagarla di più; pensate ad una squadra che ha bisogno di un centravanti importante, quella squadra sarà obbligata a pagare quel giocatore di più rispetto ad un terzino del quale non ha bisogno, proprio perché i bisogni e le necessità, sui mercati, definiscono prezzi e costi. Ecco perché, nel mercato dell'energia esistono fasce orarie nelle quali l'energia costa di più ed altre nelle quali l'energia costa meno, mediamente diremo che l'energia costa di più nelle ore diurne (dalle 9 alle 17) e di meno durante le ore notturne (dalle 22 alle 6). Ora la domanda nasce spontanea; come fala rete elettrica a prevedere i bisogni dei consumatori?La rete riesce a prevedere la richiesta di energia grazie all'utilizzo di dati storici, monitoraggi (e tutto ciò viene fatto quotidianamente da Terna, ente incaricato del trasporto dell'energia) che fanno in modo che si possa prevedere, ora per ora, l'effettiva richiesta di energia; ma perché nasce questa esigenza di prevedere il fabbisogno? Per il semplice motivo che l'energia elettrica non è un qualcosa che può essere messa da parte e conservata, ma è un qualcosa che deve essere utilizzata quando la si ha e per tanto, onde evitare spese che ricadrebbero sui cittadini, nasce l'esigenza di produrre l'effettiva quantità di energia di cui i consumatori (industrie e civili) hanno bisogno.
Nella speranza che non vi stia tediando, vorrei concludere l'articoletto vedendo come si inseriscono le rinnovabili in questo scenario. L'intera quantità di energia prodotta nel corso di una giornata viene prodotta da "attori" differenti; il termoelettrico (a carbone o ad olio combustibile) produce la fetta più grande di energia, i gruppi turbogas o a ciclo combinato producono una fetta intermedia, mentre per raggiungere i picchi di energia durante le ore di maggiore richiesta vengono utilizzate le centrali idroelettriche anche dette "stazioni di pompaggio" (ad oggi, gli unici veri accumulatori di energia). Le fonti rinnovabili pure come il fotovoltaico e l'eolico sono caratterizzate da forte imprevedibilità della risorsa e per tanto devono essere dispacciate (trasportate) nel medesimo istante in cui vengono prodotte creando così degli scompensi tra ciò che è la domanda è ciò che è la produzione prevista di energia; è come se le rinnovabili rappresentassero un disturbo del sistemo elettrico nazionale.
Ciò deve scoraggiare la diffusione di rinnovabili? La mia risposta è no. Certo è che non si può prescindere da un mercato elettrico caratterizzato da un mix energetico, perché così come una squadra ha bisogno di difensori, centrocampisti ed attaccanti anche il sistema elettrico ha bisogno di termoelettrico, turbogas, idroelettrico e rinnovabili perché ogni risorsa assolve a ruoli diversi in modalità differenti. La mia idea è che si debba puntare su due fattori: il primo è lo sviluppo di sistemi di accumulo di grosse quantità di energia elettrica (penso ad esempio ai CAES) ed il secondo (verso il quale nutro speranze migliori) sono le SMART GRID, vale a dire reti elettriche più piccole, più smart, più locali, perché così come è più semplice gestire l'economia di una famiglia di tre persone piuttosto che di sei, allo stesso modo è più semplice gestire una rete (e le sue problematiche) di 100 km piuttosto che una rete lunga migliaia di km. Però questa è un'altra storia, a me basta che abbiate quanto meno compreso, seppur limitatamente, il concetto di mercato elettrico e di dispacciamento dell'energia e di come le rinnovabili si iseriscano in questo contesto; perché questa secondo me è ecodidattica.
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Trasporto energia
Prof. Pelacchi Paolo3075 Kb - Formato ppt
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