Forniti all'attenzione della Procura i risultati dei recenti carotaggi
"Si indaghi per avvelenamento delle acque e per disastro ambientale nella falda"
Contaminazione del terreno, della falda superficiale e profonda. Sotto l'ILVA emergono i dati di una catastrofe, con sforamenti di metalli pesanti e altre sostanze neurotossiche, cancerogene e genotossiche.
31 ottobre 2016
Associazione PeaceLink
Stamattina un gruppo di cittadini di Taranto ha portato una considerevole mole di dati ambientali ai Carabinieri di Taranto.

Oltre a noi hanno firmato l'esposto Giuseppe D'Aloia e Giuseppe Roberto come cittadini interessati.
I dati sono stati consegnati all'attenzione della Procura affinché si individuino tutte le responsabilità del disastro ambientale che ha compromesso il suolo, la falda superficiale e la falda profonda di Taranto, in corrispondenza dei parchi minerali Ilva.
Una miniera di sostanze cancerogene, genotossiche e neurotossiche emerge dai recenti carotaggi nell'area di stoccaggio ILVA.
Si tratta di aree che per anni - in assenza di una copertura - sono state bagnate senza considerare le conseguenze sulla falda, senza che ci fosse una effettiva impermeabilizzazione del suolo e senza un efficace sistema di raccolta globale delle acque piovane.
PeaceLink ritiene improcrastinabile la messa in sicurezza d'emergenza delle aree interessate per evitare il protrarsi e l'aggravarsi della contaminazione.
Tutti i dati della contaminazione sono consultabili sul sito di PeaceLink all'indirizzo web http://www.peacelink.it/ecologia/a/43706.html
E' urgente che la magistratura si occupi direttamente di quanto è accaduto al suolo profondo e al sottosuolo supplendo alle lungaggini delle procedure amministrative, individuando le responsabilità della contaminazione e interrompendo i tatticismi che hanno consentito in questi anni agli avvocati dell'ILVA di procrastinare sine die la messa in sicurezza d'emergenza della falda.
E' il momento di bloccare la catastrofe e di individuarne gli artefici. I cittadini chiedono alla Procura che si indaghi in base alle seguenti ipotesi di reato: avvelenamento di acque e disastro ambientale.
Vogliamo inoltre sapere se l'acqua avvelenata dai metalli pesanti è stata usata per irrigare la terra e se vi è il rischio di contaminazione dei prodotti agricoli. Vogliamo sapere se vi è tracciabilità degli stessi, se i consumatori possono esercitare un controllo informato e il diritto di non acquistare i prodotti che provengono dalle aree interessate dalla contaminazione.
Vogliamo sapere se vi sono controlli sui metalli pesanti nella frutta e nella verdura e dove si possono scaricare i rapporti di prova di tutte le analisi relative alla sicurezza alimentare. La ASL deve trasformare in proprio sito in una vetrina dove poter consultare tutte le analisi degli alimenti con la georeferenziazione dei punti di prelievo. Occorre dotare gli organi di controllo di analizzatori portatili di metalli XRF per individuare in real time sul suolo i metalli pesanti alla presenza dei cittadini che vogliano collaborare, segnalare e controllare.
Va interrotto un sistema di delega al buio che priva il consumatore del diritto di esercitare una libera scelta. Tutti devono poter scegliere liberamente se acquistare o no prodotti provenienti dalle aree vicine all'ILVA al di là che essi vengano dichiarati "a norma di legge" oppure no. Ognuno ha il diritto ad acquistare prodotti "ILVA free".
Vogliamo la verità su chi ha provocato il disastro ambientale nelle viscere della terra e vogliamo che si intervenga subito senza aspettare la vendita dell'ILVA o il suo fallimento. Non si può aspettare oltre. Quello che è accaduto in questi anni è moralmente una vergogna nazionale oltre che un'offesa alla giustizia e alla legalità.
Per PeaceLink
Antonia Battaglia
Fulvia Gravame
Carlo Gubitosa
Luciano Manna
Alessandro Marescotti
Piero Mottolese
Articoli correlati
- L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Ha raccontato l'Ilva dal punto di vista delle vittime
Domenico Iannacone a Taranto: la vita che si fa racconto
Le storie non esistono se non vengono raccontate. Questo è il cuore del suo lavoro: portare alla luce le esistenze sommerse, le lotte quotidiane, i dolori nascosti ma condivisi. Ha la capacità di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri e di restituirle con rispetto e profondità.27 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - L'unguento che lenisce le affezioni delle vie respiratorie con un tocco di polveri sottili e benzene
Il balsamo d’acciaio che tutela l’ambiente
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - Trasferiti fondi dalle bonifiche ambientali alla produzione di acciaio ILVA
Grazie Meloni!
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".12 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network